Sistema da migliorare

Tumori e lavoro: controlli negati e tutele fittizie. Meritocrazia Italia: “La salute non sia un lusso per pochi”

A Brescia l'ultimo caso di una lavoratrice guarita da un tumore ma costretta a rinunciare ai controlli post-operatori per mancanza di permessi lavorativi adeguati

Tumori e lavoro: controlli negati e tutele fittizie. Meritocrazia Italia: “La salute non sia un lusso per pochi”

Da Brescia giunge la notizia di una lavoratrice guarita da un tumore ma costretta a rinunciare ai controlli post-operatori per mancanza di permessi lavorativi adeguati.

Non è un caso isolato, è solo la punta di un iceberg ben più grande. Ogni giorno, in Italia, migliaia di persone si trovano nella stessa condizione, costrette a scegliere tra la salute e il lavoro. Una scelta che non dovrebbe esistere e che lo Stato, purtroppo, continua a rendere inevitabile per indifferenza e noncuranza.

Tumori e lavoro: un sistema con criticità strutturali

Meritocrazia Italia si è già espressa, negli scorsi mesi, sul tenore della l. n. 106/2025, che ha introdotto alcune misure per i lavoratori affetti da gravi patologie, ma che non risolve le criticità strutturali del sistema, limitandosi a un approccio parziale e spesso solo formale. È prevista la possibilità di usufruire di un congedo fino a 24 mesi destinato ai lavoratori con invalidità superiore  74%, 10 ore annue aggiuntive di permessi per visite mediche, e priorità nell’accesso al part-time terapeutico e al lavoro agile.

“Bene, se non fosse che il congedo non è retribuito, e non è neppure riconosciuto ai fini contributivi. Le ore aggiuntive di permesso sono largamente insufficienti rispetto alle esigenze reali.

In sostanza, chi si cura non lavora, e se non lavora non guadagna. Per di più, quei mesi non vengono valorizzati ai fini contributivi e pensionistici. È un paradosso crudele. Un abbandono mascherato da tutela”.

Le malattie oncologiche sono molto diverse tra loro, e il percorso post-terapia lo è altrettanto.

Molte richiedono follow-up oncologici periodici e necessitano di controlli frequenti, visite specialistiche, terapie integrative sia per proseguire le cure sia più semplicemente al fine di prevenire eventuali recidive.

“Non è giusto, per un Paese civile, che i pazienti lavoratori debbano affrontare tutto questo a proprie spese e spesso in contrasto con i ritmi lavorativi, senza strumenti adeguati a conciliare cura e vita professionale. Una nuova forma di discriminazione sociale”.

Le proposte

Meritocrazia Italia chiede nuovi interventi a favore di chi soffre o ha sofferto di malattie oncologiche, croniche e invalidanti, con

  • permessi retribuiti autonomi, di almeno cinque giorni al mese, per terapie e controlli;
  • congedo fino a 24 mesi retribuito e coperto a fini previdenziali, con indennità a carico dello Stato;
  • accesso automatico a smart working e part-time terapeutico, salvo comprovata incompatibilità;
  • inammissibilità del licenziamento per ragioni di malattia grave, con poteri ispettivi rafforzati;
  • creazione di un Fondo nazionale di sostegno per i lavoratori fragili, co-finanziato da aziende e Stato;
  • sportelli di assistenza medico-legale e psicologica nei luoghi di lavoro;
  • oblio oncologico per i lavoratori che, avendo ormai superato la malattia ed essendo ormai in remissione da diversi anni, non devono essere costretti a dichiarare il trascorso legato alla malattia né deve rimanervi traccia nella documentazione professionale (curriculum aziendale, file delle assicurazioni, comunicazioni).

“Non è più tollerabile che la tutela della salute costituisca un privilegio per pochi e non un diritto di tutti. Non si può parlare di equità, inclusione, dignità del lavoro, se si permette che la malattia diventi una colpa e che la guarigione si trasformi in condanna economica. Chi ha sconfitto un tumore merita protezione, non abbandono. Merita futuro, non paura”.