Quasi alla meta

Flotilla: Crosetto rievoca il precedente del 2010 (che nessuno ricorda) in cui furono uccisi 10 attivisti

Intanto la spedizione internazionale va avanti. l deputato del Pd Arturo Scotto: "All'alt di Israele ci fermeremo"

Flotilla: Crosetto rievoca il precedente del 2010 (che nessuno ricorda) in cui furono uccisi 10 attivisti

La Global Sumud Flotilla si avvicina alle acque considerate a rischio. Oggi, mercoledì 30 settembre 2025, le 46 imbarcazioni della missione internazionale potrebbero entrare nella cosiddetta zona di intercettazione.

Flotilla sempre più vicina a Gaza

Gli attivisti dovrebbero arrivare in giornata a circa cento miglia nautiche da Gaza, ancora in acque internazionali, ma già oltre la soglia informale e incerta stabilita illegalmente da Israele.

A bordo della Flotilla si trovano circa 530 persone provenienti da 44 Paesi, tra cui una quarantina di italiani e quattro parlamentari. L’obiettivo dichiarato dagli organizzatori lo conosciamo tutti, è quello di consegnare aiuti umanitari a Gaza e rompere l’assedio imposto da Tel Aviv.

Ma tra gli italiani presenti su alcune delle navi, non tutti condividono gli stessi obiettivi.

Pd: “All’alt di Israele ci fermeremo”

Il deputato del Pd Arturo Scotto ha infatti chiarito la natura della missione.

“Non vogliamo forzare blocchi, ma portare aiuti. Chi è nell’illegalità è Israele, ma all’alt di Israele ci fermeremo. Nessuna delle imbarcazioni vuole forzare il blocco, si tratta di una missione pacifica e non violenta”.

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Arturo Scotto

Anche la fregata italiana Alpino, che segue a distanza la Flotilla per prestare soccorso in caso di necessità, si fermerà alla soglia delle 120 miglia nautiche, senza oltrepassare quella che viene considerata zona di guerra.

Oltre quel punto, gli attivisti resteranno senza protezione.

Le preoccupazioni del Governo

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito le preoccupazioni del governo.

Siamo preoccupati visto anche l’incidente avvenuto anni fa in quella zona in cui sono morti dieci turchi. I rischi sono elevatissimi. Spero che al massimo ci siano solo arresti, senza conseguenze gravi, ma il numero di imbarcazioni aumenta la possibilità di incidenti”.

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Guido Crosetto

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito di aver chiesto all’omologo israeliano garanzie sulla sicurezza dei cittadini italiani, sollecitando che non ci siano azioni violente in caso di intercettazione.

Il precedente, dieci morti sulla Mavi Marmara

Crosetto teme uno scenario simile a quello del 31 maggio 2010. Allora, un convoglio internazionale diretto a Gaza – la Freedom Flotilla – fu intercettato in acque internazionali dalla marina israeliana.

La nave più grande, la turca Mavi Marmara, trasportava oltre 500 attivisti. Israele ordinò di deviare verso il porto di Ashdod, ma gli organizzatori rifiutarono, sostenendo che l’obiettivo fosse contestare il blocco navale.

Così le forze speciali israeliane salirono a bordo calandosi da elicotteri e utilizzando motoscafi, ne seguirono scontri violenti. Alcuni attivisti reagirono con bastoni e fionde, mentre i soldati impiegarono armi da fuoco. L’assalto provocò la morte di nove attivisti sul colpo e di un decimo in seguito alle ferite, oltre a decine di feriti.

L’episodio generò una crisi diplomatica tra Turchia e Israele e un’ondata di condanne internazionali.

“Vogliamo arrivare noi a Gaza”

Il caso Marmara rimane un precedente che pesa ancora oggi sulle missioni navali dirette a Gaza e alimenta le paure di un nuovo incidente, ma i portavoce della missione non vogliono consegnare gli aiuti tramite altre vie.

Negli ultimi mesi, infatti, gli aiuti sono stati consegnati in altri modi, ma è chiaro – alla luce della carestia dilagante e dei bambini morti di fame – che non sta funzionando.

“Vogliamo arrivare noi a Gaza”, spiegano dalla Flotilla, annunciando che ci arriveranno giovedì.