San Siro sta per cambiare volto: il Consiglio comunale di Milano, dopo una lunga seduta che è durata dalle 16.30 di lunedì 29 alle 3.50 del mattino di martedì 30 settembre 2025, ha approvato la delibera che predispone la vendita dell’impianto sportivo e delle aree circostanti a Milan e Inter. Il voto è stato molto combattuto: 24 voti favorevoli e 20 contrari. La compravendita non è ancora definitiva, ma i club hanno una finestra di circa 40 giorni per definire gli accordi con le banche e perfezionare il passaggio formale di proprietà.
Cosa si votava: prezzo, sconto e modalità
La delibera approvata in Giunta fissa il prezzo complessivo della cessione a 197 milioni di euro, calcolato in base alla valutazione dell’Agenzia delle Entrate.
Il Comune concederà un “contributo-sconto” pari a 22 milioni di euro (invece dei 36 ipotizzati inizialmente), con la precisazione che non parteciperà direttamente ai costi della demolizione e rifunzionalizzazione del Meazza. La quota versata al momento della firma sarà 73 milioni, mentre il resto sarà rateizzato e garantito da fideiussioni bancarie o assicurative.
Le mosse politiche decisive
La seduta è stata, come prevedibile, ricca di tensione e colpi di scena. Prima la consigliera Monica Romano (PD), inizialmente incerta, ha annunciato il suo voto favorevole, poi il capogruppo Marco Fumagalli (Lista Sala), da tempo percepito come indeciso, ha dichiarato che non avrebbe sostenuto la delibera.
Determinante, a quel punto, è stato il ruolo di Forza Italia che dopo iniziali posizioni di opposizione, ha deciso di astenersi, smarcandosi dall’atteggiamento “no” del Centrodestra. Il coordinatore regionale degli azzurri Alessandro Sorte ha così motivato la decisione del partito:
“Votare contro vorrebbe dire condannare Milano e i milanesi”.
Il cronoprogramma: cosa succederà ora
La vicenda, però, è ancora lunga. Di seguito le prossime tappe:
- La vendita ai club dovrà essere perfezionata entro il 10 novembre, data entro cui dovrà essere stipulato il rogito.
- Nei successivi 40 giorni i club saranno impegnati a ottenere l’approvazione delle banche e a definire le condizioni economiche e contrattuali del passaggio di proprietà.
- In caso di intoppi bancari o contrattuali, potrebbero emergere “clamorose sorprese” che rallenterebbero l’operazione.
Il nuovo stadio: progettazione, tempi e demolizione
I club hanno scelto due studi di architettura di rilevanza internazionale: Foster + Partners (per il Milan) e Manica (per l’Inter), incaricati del progetto del nuovo impianto.
Il nuovo stadio verrà ubicato nell’area dei parcheggi dell’attuale Meazza e sarà dotato di circa 71.500 posti, disposti su due anelli.
I lavori sono previsti per iniziare nella prima metà del 2027, con l’obiettivo di inaugurare l’impianto nel 2031. Una condizione necessaria affinché Milano possa essere tra le città italiane a ospitare le partite degli Europei 2032.
Nell’intervallo, convivrà la doppia fase: il Meazza tradizionale rimarrà operativo per eventi, concerti e manifestazioni, fino alla demolizione, prevista tra il 2031 e il 2032, con l’eccezione dell’angolo Sud-Est, una parte della tribuna arancio e della Curva Sud che verranno preservati per ragioni simboliche.
Un punto di rilievo inserito nella delibera è lo “scudo penale”, ovvero la possibilità per i club di rescindere l’accordo di vendita se fossero avviate indagini o procedimenti penali che impediscano l’avvio dei lavori nei tempi previsti o compromettano la bancabilità del progetto.
Il progetto è già atteso da una valanga di ricorsi: questioni ambientali, vincoli paesaggistici, contese sul patrimonio storico, opposizione dei comitati cittadini. Insomma, la partita è soltanto all’inizio.