L’Ucraina si è svegliata sotto la più massiccia offensiva russa degli ultimi mesi: oltre quaranta missili e quasi cinquecento droni hanno colpito in dodici ore diverse città, da Kyjiv a Zaporizhzhia, fino a Khmelnytskyi e Sumy.
Continuano intanto le provocazioni di Putin, crescono gli avvistamenti di droni nei cieli europei.
Massiccio attacco di droni russi in Ucraina
Il bilancio dell’ultimo attacco in Ucraina è pesante: almeno quattro morti – tra cui una bambina di dodici anni – e decine di feriti. Solo nella regione della capitale i feriti sarebbero 28, con tre bambini coinvolti.
Secondo il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, quasi venti edifici sono stati danneggiati tra cui un palazzo di cinque piani crollato in parte. Nella capitale le esplosioni hanno incendiato interi quartieri periferici.
A Zaporizhzhia, invece, il governatore Ivan Fedorov ha parlato di 38 feriti, tra cui tre minori: due in condizioni critiche, uno per le ustioni provocate da un’esplosione e un altro per intossicazione da monossido di carbonio. Colpite anche scuole e impianti produttivi.
Nuove violazioni dei cieli danesi
Gli attacchi russi non hanno preoccupato solo la capitale. Su ordine del governo polacco, i caccia dell’aeronautica si sono alzati in volo e lo spazio aereo sopra Lublino e Rzeszów è stato chiuso per motivi di sicurezza nazionale.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha poi rivelato che 92 droni erano diretti verso la Polonia: la maggior parte è stata intercettata sopra l’Ucraina, ma 19 sono riusciti a raggiungere lo spazio aereo polacco.
E proprio mentre i cieli dell’Europa orientale venivano attraversati da velivoli sospetti, la Danimarca ha dovuto fronteggiare nuove violazioni.
Cresce la preoccupazione in Europa
Droni non identificati sono stati avvistati sopra diverse basi militari, tra cui l’aeroporto di Karup, uno dei più grandi del Paese. Episodi che hanno spinto Copenaghen a vietare per l’intera settimana i voli civili con droni, in coincidenza con il vertice Ue.
E mentre cresce la preoccupazione in tutta Europa per le continue provocazioni, Mosca ha liquidato l’allarme europeo come isteria utile solo a giustificare la spesa militare della commissione.
Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha negato ogni intenzione di colpire civili o infrastrutture europee, parlando di incidenti e accusando l’Alleanza Atlantica di voler trascinare l’opinione pubblica verso la convinzione dell’inevitabilità di una guerra.
“L’Italia potrebbe essere la prossima”
“Putin sta testando la resistenza degli europei per ridurre gli aiuti all’Ucraina in vista dell’inverno”, ha dichiarato Zelensky.
Il presidente ha ribadito che i sistemi Patriot e gli intercettori non bastano, puntando invece sulla preparazione delle squadre mobili e sull’esperienza accumulata dagli operatori di difesa aerea.
Nel Mediterraneo la tensione cresce e Zelensky ha avvertito che l’Italia potrebbe essere la prossima a dover affrontare incursioni di droni russi.
Ma il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha smorzato l’allarme: “Non crediamo che l’Italia sia un obiettivo militare. La nostra difesa aerea è pronta a neutralizzare eventuali minacce”.
La spinta europea per il muro di droni
Intanto a Bruxelles si rafforza la convinzione che la Russia stia combattendo una guerra ibrida a tutto campo.
“Dalla disinformazione al sabotaggio, fino all’uso dell’immigrazione clandestina come arma”, ha denunciato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.
Da qui la spinta europea a realizzare un muro di droni, una barriera tecnologica per prevenire future incursioni. Varsavia ha già annunciato la possibilità di abbattere qualsiasi velivolo sospetto, e secondo rivelazioni della Bild anche Berlino valuta di concedere il via libera ai propri militari.