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Meloni parla di Gaza con Trump che oggi incontra Netanyahu: “Opportunità senza precedenti”

Secondo il presidente Usa, l'annuncio della fine della guerra a Gaza potrebbe arrivare oggi stesso: "Bibi vuole la pace"

Meloni parla di Gaza con Trump che oggi incontra Netanyahu: “Opportunità senza precedenti”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto nella serata di domenica 28 settembre 2025 un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

In giornata, è tutto pronto per un vertice che – secondo le rosee aspettative del tycoon – potrebbe rivelarsi decisivo per il futuro della Striscia di Gaza e dell’intero Medio Oriente.

Meloni sente Trump su Gaza

Fonti di Palazzo Chigi riferiscono che la conversazione tra Meloni e il presidente si è concentrata sugli sviluppi della crisi in corso e sulle mediazioni internazionali con particolare attenzione al ruolo di Egitto e Qatar.

Il Governo ritiene che questa telefonata ribadisca il ruolo centrale dell’Italia, è però anche vero che dall’incontro non sono emerse nuove iniziative diplomatiche concrete. L’impressione è che la politica estera del governo resti fortemente allineata alle posizioni della Casa Bianca.

Incontro Meloni-Trump: le luce e le ombre
Meloni e Trump durante la visita della premier in primavera

Il contatto tra i due leader si colloca in una fase di massima tensione. Sul terreno i raid israeliani continuano a colpire la Striscia, con un bilancio sempre più drammatico per la martoriata popolazione palestinese: almeno quaranta morti civili soltanto nelle ultime ventiquattr’ore.

Trump incontra oggi Netanyahu

La pressione internazionale per un cessate il fuoco e per l’apertura di corridoi umanitari cresce di giorno in giorno, ma finora non si è tradotta in risultati concreti.

È in questo scenario che oggi, lunedì 29 settembre, Donald Trump incontrerà alla Casa Bianca il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Al centro del vertice c’è il cosiddetto “Piano in 21 punti” elaborato dalla presidenza americana che – nelle intenzioni di Washington – dovrebbe aprire la strada alla fine del conflitto e a un assetto duraturo per Gaza.

“Sarà un grande giorno”

“I negoziati sul piano sono alla fase finale. Potrà arrivare un annuncio nei prossimi giorni o persino già oggi. Il mondo arabo vuole la pace, Israele vuole la pace e Bibi vuole la pace”, ha dichiarato Trump intervistato dal sito Axios.

Con messaggi pubblicati anche sul suo social Truth, il presidente ha parlato di un’opportunità senza precedenti per una pace duratura in Medio Oriente.

“Se facciamo questa cosa, sarà un grande giorno per Israele e per il Medio Oriente”.

Trump con Netanyahu

Il ruolo del Qatar

Uno dei punti più delicati riguarda il ruolo del Qatar. Doha si candida a diventare attore dominante nella gestione della Striscia nel giorno dopo la guerra, finanziando ricostruzione e infrastrutture.

Ma Israele, dopo il deterioramento dei rapporti con l’emirato, punta a limitarne l’influenza. Nelle ultime ore, fonti israeliane hanno rivelato che un compromesso sarebbe stato raggiunto, anche se non sono chiari i dettagli dell’intesa.

Resta in ogni caso il timore di Tel Aviv che Hamas possa beneficiare indirettamente del supporto qatariota.

Le richieste di Israele e Paesi arabi

Altro capitolo spinoso è quello della sicurezza. Israele chiede che sia sancito nel piano americano il diritto dell’Idf a intervenire militarmente qualora Hamas tentasse di riorganizzarsi, accumulare armi o rafforzare le proprie strutture.

Nel frattempo, diversi Paesi arabi avrebbero già suggerito modifiche sostanziali alla proposta americana. Tra queste quella di affidare fin da subito all’Autorità nazionale palestinese (Anp) un ruolo di governo a Gaza, invece di rimandarne il coinvolgimento a un futuro percorso di riforme, come previsto dal piano Trump.

Inoltre, viene chiesto un calendario preciso per il ritiro israeliano dalla Striscia, al posto del generico graduale finora indicato. Entrambi richieste che cozzano con quanto preteso da Netanyahu.

La posizione di Netanyahu

Il premier israeliano arriva al vertice in una posizione complessa. Da un lato, la possibilità di appoggiare un piano americano che gli consentirebbe di ripulirsi un minimo l’immagine dopo il massacro messo in atto nella Striscia.

Dall’altro, le pressioni dei suoi ministri più estremisti che puntano all’annessione di Gaza e di parti della Cisgiordania, rifiutando qualsiasi prospettiva di Stato palestinese.

“Stiamo lavorando sul piano ma non è ancora pronto”, aveva dichiarato Netanyahu in un’intervista a Fox News, cercando di guadagnare tempo prima del faccia a faccia con Trump.

Conferenza congiunta alle 19

Nel frattempo, ha incontrato l’inviato speciale americano Steve Witkoff, segnale che le trattative restano aperte fino all’ultimo minuto.

Dal canto suo, Hamas ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna nuova proposta dai mediatori, pur dichiarandosi disponibile a studiare ogni progetto con un atteggiamento positivo e responsabile.

Una formula che sembra voler tenere aperte tutte le opzioni, senza concedere troppo spazio alla narrazione americana. Comunque vada, la giornata si concluderà con una conferenza stampa congiunta Trump-Netanyahu prevista per le 13 ora locale (le 19 in Italia).