RIASSETTO DEI FONDI

Pnrr, nuova revisione del governo da 14 miliardi. Foti: “Nessun taglio”

La premier ha indicato nelle imprese uno dei settori prioritari della nuova fase. Restano però aree critiche tra cui la sanità territoriale

Pnrr, nuova revisione del governo da 14 miliardi. Foti: “Nessun taglio”

Blindare il traguardo del Piano nazionale di ripresa e resilienza senza perdere un solo euro dei 194,4 miliardi assegnati all’Italia. È questo l’obiettivo della revisione del PNRR presentata a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, durante la cabina di regia con ministri, sottosegretari, enti locali e rappresentanti delle Regioni.

La revisione – pari a circa 14 miliardi di euro, ossia il 7% della dotazione complessiva – non comporta tagli, ma un riassetto dei fondi per garantire il completamento del Piano entro i tempi fissati da Bruxelles, giugno 2026. L’intervento mira a spostare le risorse dalle misure in ritardo o difficilmente attuabili, per rafforzare i progetti più efficaci e ricorrere a nuovi strumenti finanziari come InvestEU, evitando così di dover restituire risorse non spese.

Meloni: “Più efficienza e competitività”

“La revisione ci permette di superare diverse criticità e di allocare le risorse in maniera più efficiente”, ha dichiarato la premier Meloni.

“Potenziamo gli interventi che stanno producendo risultati superiori alle aspettative, con particolare attenzione alla competitività, alle infrastrutture e alla coesione sociale e territoriale”.

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Giorgia Meloni

Meloni ha rivendicato i risultati raggiunti finora: oltre 192 miliardi impegnati su 194,4, 428.939 progetti avviati, di cui il 96% conclusi o in corso, e il 100% degli obiettivi programmati centrati in tre anni. “L’Italia è oggi un punto di riferimento in Europa, come riconosciuto anche dal Fondo monetario internazionale che ha parlato di una rigorosa attuazione del Piano”.

Foti: “Eliminiamo ostacoli burocratici”

Il ministro Foti ha ribadito che la dotazione resta invariata:

“Con questa modifica puntiamo a semplificare la fase finale, eliminando ostacoli burocratici che in passato hanno rallentato l’attuazione”.

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Tommaso Foti

La revisione, prevista dall’articolo 21 del Regolamento europeo 241/2021, consente infatti di adattare il Piano al nuovo contesto geopolitico ed economico. Dopo il passaggio parlamentare, il testo sarà inviato alla Commissione europea per la verifica e l’approvazione definitiva.

Imprese e agricoltura tra le priorità

La premier ha indicato nelle imprese uno dei settori prioritari della nuova fase. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha annunciato uno stanziamento aggiuntivo di 2 miliardi per le filiere, portando a oltre 4 miliardi le risorse destinate all’agricoltura.

Soddisfazione è arrivata anche da Confedilizia e Ance, per lo strumento che consentirà di allungare i tempi di realizzazione dei 60mila alloggi universitari, superando ostacoli urbanistici e autorizzativi.

I nodi ancora aperti

Restano però aree critiche. Alcuni interventi della sanità territoriale, considerati pilastri della riforma, sono indietro: completati solo 52 ospedali di comunità su 307 e 191 case di comunità su 1.038. Possibili tagli potrebbero riguardare invece incentivi poco utilizzati per la transizione energetica o per il sostegno all’occupazione.

Sul fronte finanziario, l’Italia ha già ricevuto 140 miliardi in sette rate, ma la spesa effettiva si ferma a 86 miliardi, segno di una macchina ancora lenta nell’attuazione.

Con la revisione, il governo intende così blindare il cronoprogramma e non disperdere la fiducia fin qui conquistata a Bruxelles.

“Il nostro obiettivo – ha concluso Meloni – è mantenere il primato europeo raggiunto finora dall’Italia e completare il più grande piano di investimenti della storia repubblicana entro i tempi previsti”.