Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inaugurato una nuova sezione all’interno della Casa Bianca, la “Presidential Walk of Fame”, una galleria che raccoglie i ritratti dei presidenti che lo hanno preceduto.
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— The White House (@WhiteHouse) September 24, 2025
Ma l’esposizione si è trasformata subito in un caso politico. Al posto del ritratto ufficiale di Joe Biden, democratico e suo predecessore, è comparsa provocatoriamente una fotografia che raffigura un Autopen, il dispositivo meccanico utilizzato per replicare la firma autografa, mentre scrive il nome dell’ex presidente.
Trump ha colto l’occasione per rilanciare uno dei suoi cavalli di battaglia: le accuse a Biden di essersi servito eccessivamente dell’Autopen durante la sua presidenza.
“Biden non sapeva quali documenti stesse firmando“, ha attaccato il leader repubblicano, sostenendo che l’ex presidente non fosse realmente in grado di prendere decisioni autonome. Dichiarazioni che si inseriscono nella più ampia campagna di delegittimazione, in cui Trump e altri repubblicani hanno ripetutamente messo in dubbio l’acutezza mentale di Biden.
Trump fa rimuovere il ritratto di Biden dalla Casa Bianca
La provocazione della “Walk of Fame” segue una serie di uscite pubbliche in cui Trump ha insistito sul presunto declino cognitivo del suo predecessore. Alla recente Assemblea generale delle Nazioni Unite, ad esempio, ha accusato Biden di essere responsabile di “una serie di disastri” durante il suo mandato.
Il tycoon non ha mai riconosciuto la vittoria democratica alle elezioni del 2020, che ha continuato a definire frutto di frodi elettorali mai provate. Nel solco di questa narrativa, ha firmato un memorandum che ordina un’indagine sul ricorso all’Autopen da parte di Biden. Nel testo si ipotizza che “alcuni individui abbiano cospirato per ingannare il pubblico sullo stato mentale di Biden ed esercitare in modo incostituzionale i poteri e le responsabilità del Presidente”.
Il documento invita a verificare “qualsiasi attività, coordinata o meno, volta a proteggere intenzionalmente il pubblico da informazioni riguardanti la salute mentale e fisica di Biden” e “qualsiasi accordo tra i collaboratori di Biden per considerare falsi, in modo cooperativo e ingannevole, i video registrati sull’incapacità cognitiva del Presidente”.
L’inchiesta dovrebbe quindi passare in rassegna tutti i documenti politici firmati tramite Autopen: condoni di clemenza, ordini esecutivi, memorandum presidenziali e decisioni di rilievo.
La replica di Biden: “Accuse ridicole”
L’ex presidente ha respinto immediatamente le accuse.
“Voglio essere chiaro: ho preso delle decisioni durante la mia presidenza. Ho preso delle decisioni su condoni, decreti esecutivi, le leggi e proclami. Qualsiasi affermazione contraria è ridicola e falsa“, ha dichiarato Biden.
Le parole del democratico si inseriscono in un contesto politico in cui la legittimità della sua leadership viene continuamente messa in discussione dall’attuale presidente.
Cos’è l’Autopen e il nodo legale
L’Autopen è un dispositivo robotico dotato di un braccio meccanico in grado di riprodurre automaticamente la firma di una persona. Viene utilizzato per velocizzare la sottoscrizione di documenti ufficiali, anche in assenza fisica del titolare della firma.
Il ricorso a questo strumento da parte dei presidenti non è nuovo né illegale. Già nel 2005 l’amministrazione di George W. Bush aveva ricevuto un parere legale che ne autorizzava l’uso per atti presidenziali. La legittimità è stata confermata anche nel 2024 da un tribunale federale, che ha ribadito come l’Autopen possa sostituire la firma manuale del presidente.
L’indagine voluta da Trump non intende dunque mettere in discussione la legalità dello strumento, ma verificare se durante la presidenza Biden sia stato impiegato in modo sistematico per esercitare poteri senza una reale supervisione diretta.
Una galleria presidenziale a geometria variabile
Presentando l’iniziativa della Walk of Fame, collocata vicino allo Studio Ovale, Trump aveva già anticipato al Daily Caller che non tutti i presidenti sarebbero stati trattati allo stesso modo. La scelta di sostituire Biden con la foto dell’Autopen conferma la volontà del repubblicano di usare la nuova galleria come arma politica, trasformandola in un palcoscenico simbolico per continuare la battaglia contro il suo predecessore.