GIUSTIZIA

Grazia storica di Mattarella per Gabriele Finotello. E il caso di Alex Cotoia resta aperto: anche per lui ipotesi clemenza?

Se la Cassazione dovesse ribaltare l'assoluzione, non è escluso che anche per lui possa aprirsi la strada della grazia

Grazia storica di Mattarella per Gabriele Finotello. E il caso di Alex Cotoia resta aperto: anche per lui ipotesi clemenza?

La firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella su quattro decreti di grazia, tra cui quello per il 34enne veneto Gabriele Finotello, apre un nuovo capitolo nel dibattito sulla giustizia e sulla violenza domestica in Italia.

Una decisione che ha valore storico e che inevitabilmente richiama alla memoria un’altra vicenda giudiziaria: quella di Alex Cotoia, il giovane di Collegno che uccise a coltellate il padre nel 2020 e che, dopo l’assoluzione in Appello, si trova nuovamente sotto i riflettori a causa del ricorso presentato dalla Procura Generale.

Il caso Finotello

Gabriele Finotello aveva 29 anni quando, nel febbraio 2021, uccise il padre Giovanni a martellate nella loro abitazione di Porto Viro. Una tragedia esplosa al culmine di anni di violenze familiari legate all’alcolismo del genitore. Subito dopo l’aggressione, il giovane non tentò la fuga: fu lui stesso a chiamare i soccorsi e a collaborare con le forze dell’ordine.

Gabriele Finotello, nel febbraio 2021, uccise il padre Giovanni

Condannato inizialmente a 14 anni, con la riduzione in appello la pena era scesa a 9 anni e 4 mesi. Mercoledì 24 settembre 2025, come riportato da Prima Rovigo, il Presidente Mattarella ha firmato la grazia che estingue la pena residua. Nel decreto si legge che il Capo dello Stato ha tenuto conto “delle condizioni di salute del condannato” e del contesto di “ripetuti atti di violenza e minaccia da parte della vittima nei confronti dei familiari”.

Il parallelo con Alex Cotoia

La grazia a Finotello riporta inevitabilmente alla mente il caso di Alex Cotoia (all’epoca ancora Pompa), che il 30 aprile 2020 a Collegno uccise con 34 coltellate il padre Giuseppe, noto per comportamenti violenti e ossessivi verso la moglie e i figli.

Alex insieme all’avvocato Strata ascoltano la requisitoria

Alex aveva 18 anni e, secondo la sua versione, agì per difendere la madre da un’aggressione imminente. Dopo una condanna, il giovane fu assolto nel processo d’appello bis a gennaio 2025: i giudici hanno accolto la tesi della legittima difesa. Ma la Procura Generale ha impugnato la sentenza in Cassazione, sostenendo che le condizioni della scena del crimine non proverebbero la colluttazione e che l’omicidio potrebbe essere stato un atto premeditato.

Oggi Alex, che nel frattempo ha cambiato cognome, cerca di ricostruirsi una vita: ha concluso gli studi, lavora come portiere di notte e si prende cura della madre e del fratello. L’assoluzione gli aveva dato speranza, ma il ricorso tiene ancora sospeso il suo futuro.

Un segnale dal Quirinale

Il provvedimento di grazia per Gabriele Finotello non chiude solo una vicenda giudiziaria, ma offre anche una chiave di lettura: lo Stato riconosce che ci sono delitti nati dentro dinamiche familiari segnate da abusi e violenze, e che la rigidità della pena non sempre può restituire giustizia.

Ed è qui che la storia di Alex Cotoia si ricollega. Se la Cassazione dovesse ribaltare la sua assoluzione, non è escluso che, come accaduto per Finotello, anche per lui possa aprirsi la strada della clemenza presidenziale. Non per assolvere, ma per riconoscere la complessità di una vita vissuta nell’ombra di un padre violento.