Il 23 settembre 2025 si è aperta a Milano l’udienza predibattimentale del processo che vede Chiara Ferragni imputata, insieme al suo ex braccio destro Fabio Maria Damato e a Francesco Cannillo, presidente del Cda di Cerealitalia (gruppo Dolci Preziosi).

L’accusa è di truffa aggravata in relazione alle campagne commerciali legate al Pandoro Balocco Pink Christmas e alle uova di Pasqua Dolci Preziosi.
Ferragni, al via il processo per il caso pandoro
Fra le parti civili ammesse figura una donna di 76 anni, consumatrice e fervente cattolica, che ha acquistato dieci pandori convinta di contribuire a una causa benefica. La signora, residente in provincia di Avellino, ha chiesto un risarcimento di circa 500 euro.
“Voleva fare beneficenza, ci teneva molto”, ha spiegato il suo avvocato, Mario Di Salvia. “Solo lo scorso aprile si è resa conto che la sua beneficenza non era andata a buon fine”.
Durante l’udienza, prevista nei casi di citazione diretta, sono state avanzate tre domande di costituzione come parte civile: due da parte di associazioni – Casa del consumatore e Adicu – e una dalla stessa consumatrice campana. Il Codacons, che inizialmente si era mosso contro Ferragni, ha invece ritirato la propria denuncia dopo un accordo extragiudiziale con l’influencer.
Il giudice della terza sezione penale, Ilio Mannucci Pacini, deciderà il 4 novembre se accogliere o meno le richieste delle due associazioni. Nella stessa udienza, le difese presenteranno le loro argomentazioni.
Possibile accordo con una consumatrice 76enne
Quanto alla consumatrice, unica acquirente diretta ad aver scelto di costituirsi, il suo legale ha lasciato intendere che potrebbe non proseguire come parte civile nel processo, poiché è in corso un tentativo di conciliazione con gli avvocati della Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, che stanno valutando un risarcimento stragiudiziale.
L’imputazione
Secondo la Procura di Milano, Chiara Ferragni avrebbe tratto un ingiusto profitto dalle due operazioni di marketing benefico: circa 2,2 milioni di euro, oltre a vantaggi difficilmente quantificabili in termini di “ritorno di immagine”.

Nella campagna natalizia del 2022, quella del Pandoro Balocco Pink Christmas, i consumatori sarebbero stati indotti “in errore” ritenendo che parte del prezzo maggiorato (9,37 euro rispetto ai 3,68 del pandoro tradizionale) fosse destinato all’ospedale Regina Margherita di Torino.
In realtà, l’accordo tra le parti prevedeva che Balocco devolvesse 50mila euro all’ospedale, a prescindere dal numero di pandori venduti. Le società riconducibili a Ferragni avrebbero invece incassato oltre un milione di euro per l’attività promozionale sui social.
Un meccanismo simile, sostiene l’accusa, si sarebbe verificato anche con le uova di Pasqua Dolci Preziosi del 2021 e 2022, collegate al progetto “Sosteniamo i Bambini delle Fate”.
Assenza di Ferragni
Ferragni non si è presentata all’udienza del 23 settembre, ma ha fatto sapere di voler presenziare alle prossime sessioni per “rispettare la giustizia” e ribadire la propria innocenza.
Intanto, il procedimento prosegue senza Alessandra Balocco, per la quale il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere a seguito della sua recente scomparsa.
Il 4 novembre sarà il prossimo passaggio in aula: lì si deciderà se ammettere le associazioni come parti civili e si discuteranno le istanze delle difese, mentre per la signora di Avellino resta aperta la strada di un accordo conciliativo.