Il Tribunale di sorveglianza di Verona ha respinto la richiesta di libertà condizionale presentata dai legali di Chico Forti. L’ex imprenditore e produttore televisivo trentino, 66 anni, sta scontando da oltre un anno la sua pena nel carcere di Montorio, dopo il trasferimento dagli Stati Uniti avvenuto a maggio 2024 grazie alla Convenzione di Strasburgo.
Forti era stato condannato all’ergastolo in Florida nel 2000 per l’omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike, ucciso a Miami nel 1998. Una vicenda che da più di vent’anni divide l’opinione pubblica, tra chi lo ritiene colpevole e chi, invece, sostiene la sua innocenza.
La decisione del Tribunale
La richiesta di scarcerazione condizionale era stata depositata lo scorso 17 settembre. I difensori di Forti sostenevano che il loro assistito avesse già maturato i requisiti previsti dalla legge italiana, avendo trascorso oltre 26 anni dietro le sbarre tra Stati Uniti e Italia.
“Ha scontato quasi cinque anni di carcere in più rispetto a quanto previsto nel nostro ordinamento per lo stesso reato” hanno sottolineato i legali, definendolo un “detenuto modello”.
Nonostante questo, i giudici di Verona hanno detto no. L’avvocato Carlo Dalla Vedova ha già annunciato che verrà valutato il ricorso in Cassazione.
Una vicenda che dura da 27 anni
Forti, ex velista e produttore, si era trasferito negli Stati Uniti nei primi anni ’90 dopo una carriera sportiva interrotta da un incidente. La sua vita cambiò radicalmente nel 1998, quando venne arrestato a Miami con l’accusa di aver ucciso Dale Pike, figlio dell’imprenditore Anthony Pike, proprietario del Pikes Hotel di Ibiza.
Secondo l’accusa, l’omicidio sarebbe stato commesso per motivi economici legati a una presunta truffa. Forti si è sempre dichiarato innocente.

Dopo un lungo pressing diplomatico, nel 2024 l’Italia ottenne il trasferimento del detenuto: il rientro avvenne il 18 maggio, accolto all’aeroporto di Pratica di Mare dalla premier Giorgia Meloni.
In attesa della Cassazione
“In tutto questo tempo la condotta di Chico è stata irreprensibile – ha dichiarato lo zio Gianni Forti – per cui dovrebbe aver diritto alla scarcerazione come previsto dal nostro ordinamento. Bisogna ora attendere il giudizio della Cassazione: ci vorrà ancora molto tempo“.
Oggi Forti continua a scontare la pena a Verona. Nel frattempo ha potuto usufruire di alcuni permessi speciali per far visita alla madre 97enne a Trento. Con la decisione del Tribunale di sorveglianza di Verona, il futuro di Chico Forti passa ora appunto nelle mani della Cassazione, che dovrà valutare se confermare il rigetto della libertà condizionale o riaprire la strada alla scarcerazione.