La ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone ha ribadito con decisione la sua contrarietà all’introduzione di un salario minimo legale fissato a 9 euro l’ora, una proposta rilanciata dall’opposizione e sostenuta in particolare dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.
Dal palco del Festival di Open a Parma, la titolare del Lavoro ha definito la misura “assolutamente inadeguata come risposta“, avvertendo che fissare per legge una soglia minima avrebbe l’effetto di “ingessare la dinamica salariale” e di ridurre il ruolo della contrattazione collettiva.
Calderone: “Il rischio è un effetto opposto”
Secondo Calderone, stabilire per legge i 9 euro rischierebbe di produrre un effetto paradossale:
“Il pericolo è che vengano disdettati i contratti e che i datori di lavoro, sapendo che quella è la norma, si limitino ad applicare i nove euro“, ha dichiarato la ministra.
Per Calderone, il valore del contratto collettivo non si riduce alla sola retribuzione oraria, ma comprende istituti aggiuntivi, garanzie, fondi integrativi e previdenza complementare.

Puntare soltanto sul salario minimo, ha aggiunto, significherebbe “eliminare il valore della contrattazione collettiva“, un sistema che in Italia è “articolato e sofisticato” e che consente di gestire in modo equilibrato le relazioni industriali.
La ministra ha quindi ribadito che l’alternativa non è un salario minimo stabilito per legge, ma un investimento serio nei rinnovi contrattuali, soprattutto quelli bloccati da anni:
“Meglio puntare sul rafforzamento della contrattazione che introdurre una soglia rigida che avrebbe un effetto depressivo”.
Gli altri temi toccati da Calderone
Oltre al tema dei salari, Calderone ha toccato anche altri dossier centrali della prossima Legge di Bilancio 2026. Tra le ipotesi allo studio figura la possibilità di un anticipo pensionistico a 64 anni per chi svolge lavori usuranti, con un potenziamento della previdenza complementare, soprattutto per i più giovani.
La ministra ha però invitato alla prudenza:
“La vita si allunga, e quindi le persone possono restare attive per un periodo più prolungato. Si potranno fare delle cose, ma bisogna capire quali sono le priorità”.
Sul fronte dell’occupazione, Calderone ha riconosciuto la necessità di interventi mirati per i giovani, pur sottolineando i dati positivi relativi agli over 50. Si è detta soddisfatta della crescita dei contratti di prossimità, che nel primo semestre hanno raggiunto quota 150mila, coinvolgendo circa 5 milioni di lavoratori:

“Questo significa salario integrativo e miglioramento delle condizioni contrattuali“.
Un passaggio è stato dedicato anche al Reddito di cittadinanza, sostituito dal Governo Meloni con l’Assegno di inclusione, rivolto solo alle famiglie con minori, disabili o over 65. Calderone ha definito l’eliminazione del sussidio “una scelta coraggiosa” e ha ribadito che l’assistenza “non deve mai essere fine a sé stessa“, ma un percorso di accompagnamento verso il lavoro.
A tal proposito ha anticipato che, nei prossimi mesi, “serviranno 1,5 milioni di persone al lavoro”.
Infine, Calderone ha posto l’accento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, tema ancora drammaticamente attuale in Italia. Ha ricordato che il suo ministero ha rafforzato l’organico dell’Ispettorato del Lavoro, con il numero più alto di assunzioni dal 2015:
“Ogni giorno mi chiedo cosa posso fare di più, ma so anche cosa abbiamo fatto. Questo è un impegno costante e prioritario“.