Dopo che droni russi hanno sorvolato i cieli polacchi ed estoni, alcuni droni non identificati hanno minato lo spazio aereo di Danimarca e Norvegia nella giornata di ieri.
Le autorità danesi parlano di un operatore esperto intenzionato a dimostrare capacità tecniche e forza dirompente. Saranno stati ancora i russi?
La Polizia danese: “Qualcuno vuole mettersi in mostra”
Lunedì sera, 22 settembre 2025, l’aeroporto della capitale danese Copenaghen è rimasto chiuso per oltre quattro ore a causa della presenza di due o tre droni di grandi dimensioni nei pressi delle piste.
Gli apparecchi, riferiscono le autorità, arrivavano da direzioni diverse, alternando luci accese e spente, per poi scomparire dopo alcune ore.
A causa della chiusura, 31 voli sono stati dirottati e circa 100 collegamenti hanno subito ritardi o cancellazioni, coinvolgendo circa 20mila passeggeri.
I timori dopo le violazioni russe
“C’è qualcuno che ha le competenze, la volontà e gli strumenti per mettersi in mostra in questo modo”, ha dichiarato Jens Jespersen, Sovrintendente capo della polizia danese, sottolineando che è ancora troppo presto per stabilire un legame tra gli episodi avvenuti in Danimarca e Norvegia.
Proprio a Oslo, infatti, l’aeroporto principale ha sospeso le operazioni per tre ore dopo l’avvistamento di due droni.
Le incursioni con droni alimentano chiaramente il timore di un coinvolgimento russo dopo le violazioni dello spazio aereo in Polonia ed Estonia nelle scorse settimane ad opera proprio di Mosca (che nega).

Tusk dalla Polonia: “Pronti a reagire”
Da Varsavia, il premier Donald Tusk ha lanciato un nuovo messaggio di fermezza e intransigenza davanti alla minaccia.
“Siamo pronti a qualsiasi decisione volta ad abbattere oggetti volanti quando violano il nostro territorio e sorvolano la Polonia”, ha dichiarato.
Allo stesso tempo, ha ammonito contro il rischio di un’escalation incontrollata.
“In situazioni non del tutto chiare bisogna pensarci due volte prima di azioni che potrebbero innescare una fase molto acuta del conflitto”.
Tusk ha poi chiarito che ogni decisione verrà coordinata con gli alleati europei e della NATO. Il suo scopo è quello di ottenere la certezza che non verrà lasciato da solo.

La riunione con il commissario europeo
La questione della sicurezza dei cieli e dei confini orientali sarà al centro della riunione convocata per venerdì 26 settembre dal commissario europeo Kubilius.
All’incontro online parteciperanno sette Paesi in prima linea insieme all’Ucraina e si tratta di Estonia, Lettonia, Finlandia, Lituania, Polonia, Romania e Bulgaria.
L’obiettivo è valutare interessi e capacità dei vari Stati per definire i prossimi passi verso la realizzazione di un muro di droni a difesa dell’Unione.
Il cyberattacco di venerdì scorso
L’iniziativa si inserisce nel solco tracciato da Ursula von der Leyen che nel recente discorso sullo Stato dell’Unione aveva invocato una risposta comune europea contro le incursioni, sia fisiche sia digitali.
Oltre ai droni, la scorsa settimana anche un cyberattacco ha messo in ginocchio diversi scali europei. Venerdì 19 settembre, infatti, un attacco informatico ha colpito Collins Aerospace, fornitore di sistemi di check-in e imbarco, causando disagi negli aeroporti di Bruxelles, Berlino e Londra-Heathrow.
A Bruxelles i sistemi automatizzati sono stati resi inutilizzabili, costringendo il personale a ricorrere alle procedure manuali. In Italia l’impatto è stato limitato, ma in altri Paesi si sono registrati ritardi e cancellazioni. Non si sa se anche in questo caso ci sia lo zampino di Putin.