La decisione di ABC di sospendere a tempo indeterminato Jimmy Kimmel Live! dopo i commenti del conduttore sull’omicidio del commentatore conservatore Charlie Kirk ha scatenato una tempesta politica e mediatica senza precedenti. Il caso è rapidamente diventato un terreno di scontro sulla libertà di parola, sul ruolo delle grandi corporation e sull’influenza diretta dell’amministrazione Trump sui media.
Le parole “incriminate” di Kimmel
La controversia è nata dal monologo di apertura dello show andato in onda lunedì 15 settembre, in cui Jimmy Kimmel – peraltro possessore anche della cittadinanza italiana per le origini della madre – ha commentato l’omicidio di Charlie Kirk, figura di spicco della destra americana. Il conduttore ha accusato la “gang di Maga” di voler “caratterizzare disperatamente questo ragazzo che ha ucciso Kirk come qualcosa di diverso da uno di loro” e di sfruttare la tragedia “per segnare punti politici”.
Not a big fan of Jimmy Kimmel, but if you think his show should be canceled for this, you’re a hack and a total fraud who should never pretend to care about free speech pic.twitter.com/FSiktbva6y
— Republicans against Trump (@RpsAgainstTrump) September 17, 2025
Poche ore dopo, Brendan Carr, presidente della Federal Communications Commission nominato da Trump, ha definito le parole del comico “la condotta più malata possibile” e “un tentativo deliberato di fuorviare il pubblico americano”, chiedendo pubblicamente delle scuse.
Le sue dichiarazioni hanno innescato pressioni dirette su ABC e sulla società madre Disney, portando la rete a sospendere a tempo indeterminato Jimmy Kimmel Live! nonostante il conduttore, il giorno stesso dell’attacco, avesse espresso sui social cordoglio e solidarietà alla famiglia di Kirk.
L’attacco diretto di Trump a Kimmel
Il presidente Donald Trump ha rivendicato pubblicamente la sospensione, definendo Kimmel “senza talento” e con “ascolti pessimi” in un pesante attacco diretto su Truth.
“Grandi notizie per l’America: Jimmy Kimmel Show è ANNULLATO. Congratulazioni ad ABC per aver finalmente avuto il coraggio di fare ciò che doveva essere fatto. Kimmel ha ZERO talento e ascolti peggiori anche di Colbert, se è possibile. Questo lascia Jimmy e Seth, due perdenti totali, su Fake News NBC. Anche le loro valutazioni sono orribili. Fallo NBC!!! Presidente DJT”.
Parlando con i giornalisti, ha insistito che lo show avrebbe dovuto essere cancellato “da molto tempo” e ha collegato la decisione alle presunte scarse performance di audience. Trump ha anche minacciato di riesaminare le licenze delle reti televisive che, a suo dire, “lo coprono negativamente per il 97% del tempo”.
Le reazioni del mondo dello spettacolo
La decisione della ABC, di proprietà di Disney, ha suscitato una valanga di reazioni. Gli altri conduttori Stephen Colbert, Seth Meyers, Jimmy Fallon e Jon Stewart hanno espresso solidarietà a Kimmel, accusando la rete di piegarsi alle pressioni politiche. Colbert ha attaccato frontalmente la FCC e i dirigenti Disney, ironizzando:
“La mia comunità ha un valore fondamentale: la libertà di parola”.
Jimmy Fallon reacts to ABC suspending Jimmy Kimmel’s show:
“A lot of people are worried that we won’t keep saying what we want to say, or that we’ll be censored, but I’m going to cover the President’s trip to the UK, just like I normally would” pic.twitter.com/FTQa1L3iA5
— DiscussingFilm (@DiscussingFilm) September 19, 2025
Jon Stewart ha trasformato il suo Daily Show in una satira diretta contro la “commedia approvata dal governo”, mentre Fallon e Meyers hanno usato i propri monologhi per solidarizzare con il collega e prendere in giro la situazione. Anche David Letterman, veterano dei late show, ha bollato la decisione come “ridicola” e un segnale di “media gestiti”.
Fuori dai Walt Disney Studios di Los Angeles circa 200 manifestanti, tra cui membri della Writers Guild of America e altri sindacati di Hollywood, hanno protestato contro la sospensione.
Here’s the scene at the Jimmy Kimmel protest at ABC/Disney today. pic.twitter.com/yMrE26TkdZ
— Katie Kilkenny (@katiekilkenny7) September 18, 2025
“Il diritto di disturbare e criticare il potere è al centro di ciò che significa essere liberi”, ha dichiarato il sindacato degli sceneggiatori.
Lo showrunner Damon Lindelof (Lost) ha promesso di non collaborare più con Disney finché Kimmel non sarà reintegrato.
Scontro politico
Anche il fronte politico si è mobilitato. Barack Obama ha definito la sospensione un’escalation “pericolosa” della cultura della cancellazione portata avanti dall’amministrazione Trump. In Congresso, diversi leader democratici hanno accusato il presidente della FCC Brendan Carr di abuso di potere e chiesto le suedimissioni. Il deputato Ro Khanna ha parlato del “più grande assalto al Primo Emendamento nella storia moderna”.
This commentary offers a clear, powerful statement of why freedom of speech is at the heart of democracy and must be defended, whether the speaker is Charlie Kirk or Jimmy Kimmel, MAGA supporters or MAGA opponents.
— Barack Obama (@BarackObama) September 19, 2025
I democratici stanno preparando una proposta di legge per rafforzare la protezione del discorso antigovernativo, mentre il senatore Chris Murphy ha annunciato una misura ad hoc per impedire che pressioni politiche portino alla chiusura di programmi sgraditi alla Casa Bianca.
Incognite sul futuro dello show
ABC e Disney, secondo quanto riportato da Reuters, sarebbero alla ricerca di una soluzione per riportare Kimmel in onda, ma la tensione rimane altissima. I dati Nielsen mostrano che Jimmy Kimmel Live! è secondo in termini di spettatori totali dietro Colbert, ma primo nella fascia demografica 18-49, quella più ambita dagli inserzionisti.
Con l’eco delle proteste che cresce e la comunità creativa compatta a difesa del conduttore, la sospensione di Kimmel rischia di diventare non solo un caso mediatico, ma un punto di svolta nel rapporto tra potere politico, media e libertà di espressione negli Stati Uniti.