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I big nelle Marche a dieci giorni dal voto sulle Regionali. Meloni: “Io vittima d’odio”. Schlein: “Solo promesse, ma non siete al Governo?”

Per il centrodestra la ricandidatura di Francesco Acquaroli, per il centrosinistra corre l'ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci

I big nelle Marche a dieci giorni dal voto sulle Regionali. Meloni: “Io vittima d’odio”. Schlein: “Solo promesse, ma non siete al Governo?”

La campagna elettorale per le regionali nelle Marche entra nel vivo. A pochi giorni dal voto del 28 e 29 settembre 2025, Giorgia Meloni e Elly Schlein si sono ritrovate ieri quasi in contemporanea a guidare i rispettivi schieramenti, separate soltanto da 81 chilometri e poco più di un’ora di strada.

La premier era ad Ancona, sul palco insieme agli alleati di governo e al governatore uscente Francesco Acquaroli, mentre la segretaria del Partito Democratico si trovava a Pesaro per sostenere il suo candidato, Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro, affiancata dal presidente del partito Stefano Bonaccini.

Il centrodestra compatto attorno ad Acquaroli

Il centrodestra si è presentato unito ad Ancona per rilanciare la corsa di Francesco Acquaroli, che punta a un secondo mandato. A sostenerlo, accanto alla premier Meloni, c’erano il leader della Lega Matteo Salvini e il segretario di Forza Italia Antonio Tajani. L’appuntamento, carico di significato politico, è stato anche il primo banco di prova per la coalizione di governo in vista della tornata autunnale che coinvolgerà sette regioni.

La premier ha scelto di concentrarsi soprattutto sul tema dell’odio politico, che considera un marchio della sua esperienza personale:

“Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola”. Rivolgendosi direttamente alla leader del Pd, ha aggiunto: “Guarda Elly, se vuoi che te li faccio (gli esempi degli attacchi subiti dal centrodestra) ci mettiamo mezza giornata”.

Antonio Tajani ha rilanciato sul terreno economico, ribadendo che la difesa del ceto medio resta la priorità di Forza Italia e della coalizione. Salvini, invece, ha scelto di spostare l’attenzione su temi internazionali e sociali, ricordando l’uccisione dell’influencer conservatore Charlie Kirk negli Stati Uniti e chiedendo al pubblico un minuto di silenzio. Ha poi concluso con un appello:

“Voglio chiudere con un applauso per tutte le vittime del sangue, della rabbia, dell’odio e della cattiveria nel mondo”.

Meloni è tornata a denunciare episodi di violenza politica, citando un consigliere comunale di Genova che avrebbe rivolto una minaccia alla capogruppo di Fratelli d’Italia:

“Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta”. Da qui l’appello a riportare il confronto “dove deve stare, con calma e rispetto”.

Schlein rilancia da Pesaro: salario minimo e “campo largo”

Nelle stesse ore, a Pesaro, Elly Schlein guidava il fronte progressista a sostegno di Matteo Ricci, candidato del “campo largo” che riunisce per la prima volta Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e altre forze di centro.

“Abbiamo l’opportunità di cambiare pagina dopo questi cinque anni – ha detto Schlein – per mettere al primo posto la sanità pubblica, il lavoro e il sostegno alle buone imprese del territorio, che dovranno affrontare anche le conseguenze dei dazi di Trump su cui questo governo non ha fatto nulla”.

Il tema centrale del suo intervento è stato il salario minimo, cavallo di battaglia della sinistra.

“Ci vuole del coraggio a non introdurlo con 4 milioni di persone in difficoltà. Meloni si vergogni. La batteremo alle prossime elezioni e la prima cosa che faremo sarà il salario minimo, perché sotto i 9 euro è sfruttamento”. Poi, rivolgendosi a Tajani che aveva definito la misura “stalinista”, ha ribattuto: “Bisogna dirgli che in Germania lo ha approvato la Merkel, che è nel suo stesso partito in Europa”.

Schlein ha quindi chiamato a raccolta i militanti, accusando il governo Meloni, nonostante si trovi al governo, di promesse vuote: 

“Scartabellate le vostre rubriche e chiamate quante più persone potete per vincere insieme e segnare il cambio di Marche con Matteo Ricci. Uniti insieme, portiamo i valori della nostra Costituzione che è antifascista. Andiamo a vincere nelle Marche, evviva l’Italia antifascista”.

Le posizioni sul Medio Oriente

Non sono mancati accenni alla politica internazionale. Meloni, parlando della crisi a Gaza, ha espresso toni più netti rispetto a quelli ascoltati nei consessi internazionali:

“La reazione di Israele è decisamente sproporzionata, un quadro che non può che peggiorare con l’occupazione di Gaza City, una scelta che l’Italia non può condividere”.

Il ministro degli Esteri Tajani ha difeso la linea del governo, respingendo le accuse di complicità con Israele.

Dal palco di Pesaro, Schlein ha replicato in maniera altrettanto dura:

“Bisogna fermare i crimini di Netanyahu. Pieno supporto al popolo palestinese”.

Una sfida simbolica

La doppia manifestazione di ieri, con centrodestra e campo largo impegnati nello stesso territorio a distanza ravvicinata, ha reso evidente la posta in gioco delle elezioni marchigiane. Per il centrodestra, la conferma di Acquaroli rappresenterebbe un segnale di continuità e solidità dopo cinque anni di governo.

Per la coalizione guidata da Schlein, invece, si tratta del primo banco di prova di un’alleanza sistemica con il Movimento 5 Stelle e gli altri partner, che potrebbe diventare il modello per le prossime sfide nazionali.