Prosegue senza sosta l’avanzata dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, dove il bilancio delle vittime cresce di ora in ora. Secondo fonti locali, almeno 400.000 palestinesi hanno abbandonato le loro case a Gaza City, fuggendo verso sud lungo le arterie principali, Salah al-Din Street e la via costiera, utilizzando ogni mezzo disponibile: veicoli, carretti trainati da animali o semplicemente a piedi.
Nelle ultime ore Israele ha annunciato l’apertura di una seconda via di fuga dalla città, mentre le forze di terra hanno dichiarato di avere già il controllo del 40% dell’area urbana. “Avanziamo verso il centro”, ha confermato un portavoce delle Forze di Difesa israeliane (Idf). I bombardamenti non si sono fermati: oltre 150 obiettivi sarebbero stati colpiti dall’aviazione e dall’artiglieria.
Bombardamenti vicino agli ospedali
Gli attacchi hanno colpito anche aree adiacenti ad alcuni degli ultimi ospedali funzionanti. Missili israeliani sono caduti nei pressi di al-Shifa e al-Ahli, causando la morte di almeno 19 civili, tra cui 15 persone proprio davanti all’ospedale al-Shifa. Al-Jazeera parla di almeno 83 palestinesi uccisi nelle ultime ore.
Già in precedenza, secondo fonti mediche locali, gli attacchi israeliani avevano fatto almeno 99 vittime, 77 delle quali nel nord della Striscia. Il bilancio complessivo, dal 7 ottobre 2023, è drammatico: almeno 65.062 morti e 165.697 feriti.

L’Onu denuncia che tra le infrastrutture colpite figurano anche ospedali e cliniche, in una strategia definita dagli esperti indipendenti come “medicidio”: l’eliminazione sistematica del sistema sanitario.
L’inchiesta delle Nazioni Unite parla esplicitamente di genocidio, citando anche la distruzione del centro di fecondazione assistita di Al Basma, dove sono andati persi 4.000 embrioni e 1.000 campioni di ovuli e sperma.
Medici Senza Frontiere: tredicesimo operatore ucciso
Tra le vittime delle ultime ore figura anche

, infermiere di Medici Senza Frontiere. Colpito da un attacco aereo vicino alla sua tenda a Deir al-Balah cinque giorni fa, è morto il 16 settembre per le ferite riportate. Nello stesso raid erano rimasti feriti anche la cognata e il nipote.
MSF ha ricordato Hussein come un padre di tre figli, impegnato a sostenere i fratelli e a garantire gli studi universitari a uno di loro.
“È il tredicesimo collega ucciso dall’inizio della guerra. Gaza dimostra che non esiste alcun luogo sicuro”, denuncia l’organizzazione.
La frase shock di Smotrich: “Gaza è una miniera d’oro immobiliare”
Mentre sul campo si contano le vittime e le famiglie fuggono in massa, le dichiarazioni del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich suscitano indignazione internazionale. Intervenendo a una conferenza immobiliare a Tel Aviv, Smotrich ha parlato della Striscia di Gaza come di un “Eldorado immobiliare”:
“La demolizione, la prima fase del rinnovamento della città, l’abbiamo già fatta. Ora dobbiamo solo costruire. Abbiamo investito molti soldi in questa guerra. Dobbiamo vedere come distribuiremo il terreno in percentuale”.
בניגוד מוחלט למנבאי השחורות – כלכלת ישראל חזקה ועוצמתית.
בכנס של החשב הכללי הצגתי את נתוני האמת וביצועיה של הכלכלה.
חוזקתה של הכלכלה וכוחות החיים הבריאים של העם שלנו הם היוזמה, החדשנות, המעוף, והיצירתיות, המוח היהודי והעבודה הקשה. כל אלו הם מנועי הצמיחה האמיתיים של הכלכלה… pic.twitter.com/ilXnsvKxwZ
— בצלאל סמוטריץ’ (@bezalelsm) September 16, 2025
Il ministro di estrema destra ha aggiunto di avere già avviato “negoziati con gli americani” su come spartire l’enclave palestinese, affermando che il “business plan” è sul tavolo del presidente Donald Trump. “La ricostruzione si ripagherà da sola”, ha insistito.
Dichiarazioni definite “ciniche e disumane” da più parti, che giungono mentre l’Unione Europea valuta nuove sanzioni contro Israele e la Commissione indipendente delle Nazioni Unite ribadisce le accuse di genocidio.
Diplomazia in stallo
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sarà ricevuto lunedì prossimo alla Casa Bianca da Donald Trump. L’incontro, previsto alle 17 ora italiana, avviene nel pieno delle tensioni internazionali.

Oggi, intanto, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu voterà una risoluzione per un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari. Nonostante il sostegno della maggioranza dei membri, l’iniziativa rischia di arenarsi ancora una volta a causa del veto statunitense.