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Meloni incontra Costa a Roma: colloquio (molto) riservato su Ucraina, Medio Oriente e difesa comune europea

Non sono trapelati ulteriori dettagli. Una scelta comunicativa che riflette il clima di tensione internazionale e la delicatezza dei temi affrontati

Meloni incontra Costa a Roma: colloquio (molto) riservato su Ucraina, Medio Oriente e difesa comune europea

Nella giornata di ieri, 15 settembre 2025, a Palazzo Chigi, la premier Giorgia Meloni ha ricevuto il presidente del Consiglio europeo António Costa, impegnato dal 27 agosto in un tour delle principali capitali europee.

Meloni incontra Costa a Roma: colloquio riservato su Ucraina, Medio Oriente e difesa comune europea
Costa – Meloni

La visita a Roma, arrivata dopo quelle ad Atene e Nicosia, segna l’avvio della terza settimana di un’agenda fitta di appuntamenti che porterà il leader portoghese anche a Parigi, Madrid, Lussemburgo e Porto nei prossimi giorni.

Meloni incontra Costa a Roma: colloquio riservato

Secondo una breve nota ufficiale diffusa da Palazzo Chigi, il colloquio ha permesso di “fare il punto sui principali dossier dell’attualità internazionale, con particolare riferimento alla situazione in Ucraina e in Medio Oriente, e di preparare i prossimi appuntamenti europei, a partire dal Consiglio europeo informale e dal Vertice della Comunità politica europea, in programma a Copenaghen il 1° e 2 ottobre”.

Al di là di questa dichiarazione, non sono trapelati ulteriori dettagli. Una scelta comunicativa che riflette il clima di tensione internazionale e la delicatezza dei temi affrontati, soprattutto quelli legati alla guerra in Ucraina e alla sicurezza comune europea.

Ucraina e difesa comune al centro

Dopo l’incontro con Meloni, Costa ha scritto su X che “l’Italia è stata una convinta sostenitrice dell’Ucraina fin dall’inizio dell’aggressione russa. Abbiamo discusso dei nostri sforzi comuni per avviare l’Ucraina sulla strada di una pace giusta e duratura. La sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa sono interconnesse. Ecco perché dobbiamo rafforzare la nostra capacità di difesa comune, avvalendoci di strumenti comuni, come Safe”.

Il riferimento è al programma europeo “Safe”, da 150 miliardi di euro, pensato per rafforzare la difesa dell’Unione. Costa aveva già espresso, durante la tappa in Grecia, pieno accordo con il premier Kyriakos Mitsotakis sulla necessità di strumenti finanziari comuni. Lo stesso Mitsotakis aveva ribadito che “Paesi che minacciano di guerra i membri dell’Ue non possono partecipare all’architettura di difesa europea”.

Immigrazione e frontiere esterne

Non solo Ucraina e Medio Oriente. Fra i dossier trattati c’è anche la gestione dei flussi migratori. Proprio dalla Grecia era arrivato l’allarme per l’aumento degli sbarchi a Creta, con la richiesta di “una protezione più coordinata delle frontiere esterne dell’Ue per contrastare i trafficanti”.

Costa, pur ribadendo che la minaccia principale resta la Russia, ha sottolineato che “non possiamo dimenticare gli altri confini, da Cipro alla Finlandia e dal Portogallo alla Romania”, insistendo sulla necessità di una politica migratoria comune più solida.

Verso i vertici di ottobre

Il giro di consultazioni di Costa si concluderà prima dei vertici di Copenaghen, quando i capi di Stato e di governo dell’Ue discuteranno in maniera organica di difesa, Ucraina, Medio Oriente e immigrazione. L’obiettivo dichiarato del presidente del Consiglio europeo è raccogliere opinioni, discutere metodi di lavoro e delineare priorità condivise.

Fermezza sulla Russia e sanzioni

Nei giorni scorsi, dalla Finlandia, Costa aveva ribadito la necessità di estendere e rafforzare il regime sanzionatorio contro Mosca:

“Ora abbiamo tutto il necessario per essere pronti a dare le garanzie di sicurezza all’Ucraina quando ci sarà la pace. Per arrivarci dobbiamo continuare a sostenere Kiev nella guerra e aumentare la pressione sulla Russia”.

Il leader europeo ha parlato apertamente di colpire i canali di finanziamento del Cremlino:

“Non è facile. Dobbiamo combattere la flotta ombra e ridurre la capacità di Mosca di finanziare il conflitto, non solo aumentando le nostre sanzioni ma imponendo sanzioni secondarie ai Paesi che acquistano gas e petrolio da Mosca”.

Costa ha ricordato anche i rapporti rafforzati con Washington negli ultimi mesi, in particolare su difesa, commercio e Ucraina:

“Gli Stati Uniti sono determinati a sostenere le garanzie di sicurezza necessarie per arrivare a una pace duratura. Dobbiamo aumentare la pressione su Mosca e ci coordiniamo con gli Usa per allineare le nostre misure, così da far sì che Putin accetti di negoziare con Zelensky”.