Un ventaglio di ingredienti nell’agenda politica dei prossimi mesi.
La sfida elettorale all’insegna del bipolarismo, lo spauracchio dell’astensionismo (al momento il primo vero “partito” nel nostro Paese), l’appuntamento nel breve periodo delle Regionali (con alcune Regioni decisamente strategiche) e quello un po’ più in là (salvo terremoti nel 2027) delle Politiche.
Ma soprattutto, oltre alle intenzioni, il sentimento degli italiani sulle loro paure.
Il Governo ha infatti affidato a Ipsos, l’istituto guidato da Nando Pagnoncelli (in copertina), un’indagine sulle principali preoccupazioni degli italiani.
Palazzo Chigi, sondaggi e timori degli italiani, cosa succede?
Come sta emergendo in queste ore si tratta di un appalto da circa 22mila euro che, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, servirebbe a monitorare appunto il “sentiment” dell’opinione pubblica in vista delle prossime sfide elettorali.
In particolare, in vista di quella delle Politiche del 2027.
Un’operazione che non manca di suscitare perplessità, soprattutto per i rapporti diretti tra la Presidenza del Consiglio e l’istituto demoscopico.
Sempre secondo quanto ricostruito dai giornali, l‘assegnazione dell’incarico risale alla fine di luglio, in piena estate, in genere secondo quanto commentano spesso gli osservatori del mondo politico, il periodo “migliore” per decisioni, delibere e incarichi che devono passare un po’ “sotto traccia”.
Fatto sta che dai documenti dell’incarico emerge la richiesta di analizzare gli umori del Paese: sicurezza, sanità, risparmi, caro-energia, lavoro e sostegno alle famiglie sono gli ambiti principali individuati come sensibili.

Ma c’è chi ha subito evidenziato un’altra potenziale criticità: il rischio che una ricerca commissionata direttamente da Palazzo Chigi finisca per avere un risvolto politico più che conoscitivo.
L’appuntamento elettorale delle Regionali
Ma torniamo all’appuntamento elettorale delle Regionali.
In queste settimane gli occhi sono puntati soprattutto sulle Marche, la prima delle sette chiamate al voto in autunno.
Non a caso, qualcuno, forse anche per scimmiottare un po’ i grandi sondaggi che vengono commissionati negli stati Uniti, l’ha definita “l’Ohio italiano”, ovvero una regione contendibile e potenzialmente in grado di orientare la lettura complessiva del risultato.

Qui la sfida è tra Francesco Acquaroli, governatore uscente di centrodestra, e Matteo Ricci, candidato del centrosinistra, ex sindaco di Pesaro ed eurodeputato.

Sotto la lente quest’ultimo non solo per le indagini giudiziarie che lo riguardano (ma il Pd e il Movimento 5 stelle hanno deciso di puntare comunque forte su di lui), ma anche per la “riesumazione” di alcuni suoi comizi dove aveva illustrato l’idea di “accorpare” Marche e Umbria perché “Regioni troppo piccole”.
In questo senso, guardando al sondaggio commissionato da Palazzo Chigi, le priorità dei cittadini marchigiani sembrano nette: il 64% indica la sanità come tema principale, con picchi del 74% tra gli elettori di Ricci.
Seguono lavoro e occupazione (27%) e trasporti/infrastrutture (27%).
La sanità e la percezione dell’Amministrazione
Nonostante la sanità sia percepita come il nodo centrale e delicato, l’operato della giunta Acquaroli ottiene un giudizio positivo dal 57% degli intervistati, contro un 35% critico.
Interessante notare che persino un terzo degli elettori di Ricci riconosce valutazioni favorevoli all’attuale presidente, dato che diventa rilevante soprattutto tra gli indecisi.
Affluenza e intenzioni di voto
Ma come dicevamo, complice il riscontro di questi ultimi anni nelle varie tornate elettorali (senza più distinzione come accadeva fino a qualche tempo fa), le attenzioni maggiori sono concentrate sulle previsioni riguardo la partecipazione al voto.
In questo caso, il 49% degli elettori si dichiara certo di recarsi alle urne, mentre un ulteriore 13% lo reputa probabile.
In base a queste previsioni, l’affluenza si collocherebbe attorno al 56%, ma l’esperienza insegna che clima politico, mobilitazione finale e persino il meteo potrebbero incidere.
Per quanto riguarda le intenzioni di voto, Acquaroli risulta in vantaggio con il 50,1% delle preferenze contro il 44,8% di Ricci. Gli altri candidati si spartiscono circa il 5%.
La griglia di partiti e coalizioni
Guardando invece a liste e partiti, Fratelli d’Italia conferma la propria forza, stimata intorno al 25%.
Il Partito Democratico segue al 21,6%.

Dentro la coalizione di centrodestra, Forza Italia si attesterebbe al 7,3% e la Lega al 5,9%, mentre le forze minori raggiungono complessivamente l’11,7%.
Il Centrosinistra, oltre al Pd, vede Avs al 6,9%, il Movimento 5 Stelle al 6,5% e altri partiti o liste civiche più piccoli al 10%.
Al momento, sembrerebbe dunque esserci una forbice di circa 5 punti a favore del Centrodestra.
Il 43% degli intervistati invece non si sbilancia.
Tra chi si pronuncia, il 38% prevede la riconferma di Acquaroli, mentre il 16% scommette su Ricci.
Con un dato interessante: tra gli elettori del candidato del Centrosinistra, quasi un quarto ammette di credere nella vittoria dell’avversario.