fedelissimo di Putin

Disgelo Bielorussia Usa, il putiniano Lukashenko su Trump: “Dobbiamo aiutarlo nella sua missione di pace”

Minsk rilascia 52 prigionieri su richiesta del tycoon e lo loda: "Nessuno ha fatto quanto lui per risolvere i conflitti"

Disgelo Bielorussia Usa, il putiniano Lukashenko su Trump: “Dobbiamo aiutarlo nella sua missione di pace”

Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia da oltre trent’anni e tradizionalmente legato a doppio filo al Cremlino, sembra ora guardare con interesse a un riavvicinamento con Washington.

Pur rimanendo un alleato chiave di Vladimir Putin – il cui esercito ha usato il territorio bielorusso come base per l’invasione dell’Ucraina nel 2022 – il leader di Minsk ha accolto a braccia aperte un emissario di Donald Trump, aprendo uno spiraglio di dialogo dopo anni di isolamento e sanzioni.

L’incontro con l’inviato di Trump

Giovedì 11 settembre 2025 Lukashenko ha ricevuto a Minsk l’avvocato John Coale, inviato personale di Trump per l’Ucraina. L’incontro, durato circa cinque ore, si è concluso con un gesto simbolico: la consegna di una lettera firmata semplicemente “Donald”.

Lukashenko tende la mano a Trump: disgelo tra Bielorussia e Usa
Coale-Lukashenko

Durante i colloqui, il leader bielorusso ha ringraziato Trump per il suo impegno nel promuovere la pace nella regione, arrivando a dire che nessun altro presidente americano aveva fatto tanto quanto lui in questa direzione.

Coale, da parte sua, ha dichiarato che gli Stati Uniti intendono normalizzare le relazioni con Minsk. Tra le misure annunciate: la rimozione delle sanzioni contro la compagnia aerea di bandiera Belavia e la volontà di riaprire l’ambasciata USA a Minsk, chiusa da anni.

“Le relazioni sono buone, ma non eccellenti”, ha spiegato Coale, lasciando intendere che esistono ampi margini per rafforzare cooperazione economica, commerciale e diplomatica.

Il rilascio di 52 prigionieri

La visita ha prodotto subito un risultato concreto. Proprio l’11 settembre, un portavoce dell’ambasciata americana a Vilnius (Lituania) ha annunciato che la Bielorussia ha rilasciato 52 prigionieri di varie nazionalità, ora in viaggio verso la Lituania accompagnati da una delegazione statunitense.

“Se Donald insiste nel dire che è pronto ad accogliere tutti questi prigionieri rilasciati, Dio lo benedica, cerchiamo di elaborare un accordo globale, come piace dire al signor Trump, un grande accordo”, ha chiarito Lukashenko.

Fra i liberati figurano 14 cittadini di Paesi UE, tra cui Lituania, Lettonia, Polonia, Francia, Gran Bretagna e Germania. È il gruppo più numeroso di prigionieri rilasciati finora da Lukashenko.

Trump, che aveva chiesto il rilascio di circa 1.400 detenuti da lui definiti “ostaggi”, ha salutato l’iniziativa come un passo importante, anche se il numero effettivo resta molto inferiore alle sue aspettative.

Gli Stati Uniti stanno valutando un significativo passo diplomatico verso la Bielorussia, con l’annuncio che l’amministrazione guidata da Donald Trump, rieletto presidente nel 2025, intende riaprire l’ambasciata americana a Minsk. A riportare la notizia è stata l’agenzia Reuters.

Le polemiche sulle dichiarazioni di Trump

Il riavvicinamento tra Lukashenko e Trump non è privo di contraddizioni. Proprio ieri, lasciando la Casa Bianca per New York, l’ex presidente USA ha dichiarato ai giornalisti:

“Potrebbe essere stato un errore. Potrebbe essere stato un errore. Non sono contento di nulla che abbia a che fare con quella situazione, ma spero che finisca”, in riferimento ai droni russi nello spazio aereo polacco.

Parole accolte con scetticismo in Europa. Il premier polacco Donald Tusk, rispondendo su X, ha commentato:

“Anche noi avremmo voluto che l’attacco dei droni alla Polonia fosse stato un errore. Ma non lo è stato. E lo sappiamo”.

Le esercitazioni militari congiunte con la Russia

Intanto, sul versante militare, i legami tra Minsk e Mosca restano solidi. Nella stessa giornata è stato annunciato l’avvio delle esercitazioni congiunte Zapad 2025 tra esercito russo e bielorusso, che dureranno fino a martedì.

Il ministero della Difesa russo ha definito le manovre “strategiche”, spiegando che si svolgono proprio in Bielorussia. L’iniziativa desta forti preoccupazioni nei Paesi NATO, soprattutto alla luce delle recenti violazioni dello spazio aereo polacco da parte di droni e missili provenienti dal conflitto ucraino.

E’ evidente che, nonostante le aperture, Lukashenko resta politicamente e militarmente vincolato a Mosca, mentre le esercitazioni Zapad 2025 ricordano all’Occidente quanto sia stretto il legame con il Cremlino.

Per ora, il leader bielorusso sembra voler giocare su due tavoli: da un lato, mantenere la fedeltà a Putin; dall’altro, aprire uno spiraglio verso Trump per alleviare isolamento e sanzioni.