Giorgio Armani, scomparso a 91 anni, lascia un’eredità da capogiro, oltre all’incancellabile influenza creativa che lo ha reso “re”: un vero e proprio impero economico stimato tra i 9,5 e i 13 miliardi di dollari, che lo colloca al quarto posto tra gli italiani più ricchi.

Con la sua morte, il futuro della Giorgio Armani S.p.A., una delle poche maison di lusso rimaste indipendenti, diventa un tema centrale: chi guiderà l’azienda e come sarà gestito il suo patrimonio?
L’eredità aziendale
Armani deteneva il 99,9% della sua azienda, costruita e portata al successo in oltre mezzo secolo. Non avendo figli né essere sposato, lo stilista ha potuto organizzare il suo testamento senza vincoli legali per gli eredi legittimi. La pianificazione, supportata da uno statuto societario attento, mira a preservare l’indipendenza e la continuità del gruppo anche dopo la sua morte.
Gli eredi più prossimi sono i nipoti Silvana e Roberta Armani (figlie del fratello Sergio) e Andrea Camerana (figlio della sorella Rosanna). Tutti già membri del consiglio di amministrazione insieme al fedele braccio destro e compagno di vita Leo Dell’Orco, presidente dell’Olimpia Milano, e a Federico Marchetti, fondatore di Yoox.

Giorgio Armani ha redatto due testamenti segreti, datati 15 marzo e 5 aprile di quest’anno, scritti di suo pugno e messi in busta sigillata.
Contenuto del testamento
La Fondazione Armani diventa proprietaria al 100% della società. In dettaglio:
- La Fondazione possiede la totalità della Giorgio Armani S.p.A., con il 9,9% delle azioni in piena proprietà e il 90% in nuda proprietà, il cui usufrutto è assegnato a Pantaleo Dell’Orco, ai tre nipoti e alla sorella Rosanna.
- I diritti di voto sono così suddivisi: 40% a Pantaleo Dell’Orco, 30% alla Fondazione, 15% ciascuno a Silvana Armani e Andrea Camerana.
Ville e immobili
Armani ha destinato alla sorella e ai nipoti la piena proprietà (75%) della società L’Immobiliare Srl, mentre la restante quota (25%) va in nuda proprietà a loro favore, con usufrutto a Leo Dell’Orco. Gli immobili includono proprietà a Saint Tropez, Antigua, Broni e Pantelleria.
Inoltre, Dell’Orco riceverà l’usufrutto a vita del palazzo di via Borgonuovo a Milano, con il vincolo che arredi e ornamenti restino al loro posto, eccetto un quadro di Matisse e una fotografia di Rayman, finché desidererà viverci.
Cessione di quote della società
Entro 18 mesi dall’apertura della successione, la Fondazione dovrà cedere il 15% della società a uno tra LVMH, Essilor Luxottica o L’Oréal, oppure a gruppi simili con cui Armani ha partnership, previa approvazione della Fondazione e di Dell’Orco (o, in sua assenza, dei nipoti Andrea e Silvana).
Principi guida della Fondazione
Nel testamento, Armani ha indicato chiaramente i valori che dovranno guidare la gestione della società:
- Gestire le attività con integrità morale e correttezza;
- Mantenere uno stile essenziale, moderno ed elegante;
- Curare innovazione, qualità ed eccellenza dei prodotti.

Altri lasciti
Il manager Michele Morselli e sua figlia Bianca ricevono un’attenzione speciale: due tranche di BTP per un valore totale di oltre 32 milioni di euro a Morselli; una polizza il cui controvalore andrà a Bianca tra i 25 e i 30 anni.
I testamenti sono stati resi pubblici il 9 settembre 2025 dal notaio Elena Terrenghi, secondo l’archivio notarile di Milano.
Il patrimonio globale
Il cuore dell’impero Armani è la società, con un fatturato di 2,3 miliardi di euro, più di 10.000 dipendenti e oltre 2.700 boutique in 60 Paesi. Il brand spazia dall’alta moda al prêt-à-porter e sportswear, includendo linee come Giorgio Armani, Emporio Armani, EA7 e Armani Exchange, oltre a accessori, profumi, cosmetici e hotel di lusso.
Il patrimonio immobiliare comprende ville a Pantelleria, Forte dei Marmi, Milano, Oltrepò Pavese, oltre a case a Saint Moritz, Parigi e Saint Tropez, opere d’arte, la squadra di basket Olimpia Milano e il locale storico La Capannina in Versilia, acquistato pochi giorni prima della sua morte.
Preparazione del passaggio generazionale
La Fondazione Giorgio Armani, istituita nel 2016 e aggiornata nel 2023, ha il compito di garantire la stabilità del gruppo e la continuità del marchio. Lo statuto prevede sei categorie di azioni con pari diritti economici ma voti differenziati, concentrando il potere decisionale in mani forti. Alla Fondazione siedono figure chiave come Leo Dell’Orco, Luca Camerana e Irving Bellotti.
L’obiettivo è chiaro: preservare l’indipendenza della maison, evitare che venga venduta o spezzettata e garantire la crescita globale del marchio secondo i valori di essenzialità ed eleganza. Solo dopo cinque anni sarà possibile valutare un eventuale ingresso in Borsa, e modifiche a statuto, fusioni o scissioni richiederanno il 75% dei voti in assemblea.