Mentre in Australia – dove l’inverno è in pieno corso – l’influenza stagionale sta colpendo con una forza senza precedenti, anche l’Italia si prepara a vivere mesi non facili. I dati provenienti dall’emisfero australe parlano chiaro: le infezioni sono aumentate del 70% rispetto al 2024, con oltre 18.000 segnalazioni entro luglio e un’impennata delle ospedalizzazioni del 50% in appena due settimane. Gli ospedali faticano a garantire posti letto e il sistema sanitario è messo a dura prova.

Un andamento che, avvertono gli infettivologi, rischia di replicarsi anche da noi. A preoccupare è soprattutto la circolazione combinata di diversi virus respiratori, con particolare attenzione al ceppo B, meno coperto dalle immunizzazioni degli ultimi anni. Per questo gli esperti ribadiscono l’importanza della vaccinazione, soprattutto per i soggetti fragili, in vista di una stagione che si annuncia “pesante”.
Pregliasco: “Ci sarà co-circolazione di influenza, Covid e virus respiratorio sinciziale”
A lanciare l’allarme è Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università di Milano:
“Anche in Italia si prevede una prossima stagione influenzale molto intensa, con la co-circolazione di vari virus influenzali insieme anche al virus respiratorio sinciziale ed al virus SarsCoV2 del Covid. Sarà in circolazione, oltre al ceppo A H1N1, anche il ceppo influenzale B Victoria, come sta avvenendo in Australia, e dal momento che quest’ultimo è poco circolato negli anni scorsi, una gran parte di persone potrà essere suscettibile all’infezione proprio come accaduto nell’emisfero australe. Per questo, soprattutto per i soggetti fragili, è importante l’immunizzazione”.
Il virologo sottolinea inoltre che i due ceppi dominanti sono già previsti nella formulazione del vaccino antinfluenzale che, secondo le indicazioni del Ministero della Salute, sarà disponibile a partire da ottobre.
“Primi casi attesi già a ottobre”
Sul calendario della prossima ondata, Pregliasco aggiunge:
“È ancora presto per delle previsioni accurate e molto dipenderà dall’andamento meteorologico. Ad ogni modo ci aspettiamo i primi casi in ottobre e prevediamo una stagione abbastanza intensa. Complessivamente, si stima verrà colpito dal 15 al 25% della popolazione rispetto al 22-23% dello scorso anno quando venne registrato il record di 15 milioni di casi totali”.
Il messaggio è chiaro: il vaccino resta l’arma più efficace, non tanto per bloccare la diffusione del virus quanto per ridurne le complicazioni. Eppure, ricorda Pregliasco, nella scorsa stagione “solo poco più del 50% degli over-65 si è vaccinato, un numero troppo ridotto per avere un effetto preventivo ampio”.
Il consiglio è quindi duplice: proteggersi con il vaccino antinfluenzale e cogliere l’occasione per aggiornare la copertura contro il Covid-19, vista la ripresa dei contagi.
Bassetti: “Senza vaccini rischiamo 15-20 milioni di contagi”
A condividere la preoccupazione è Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova:
“Senza vaccini, la prossima stagione influenzale in Italia, visti i record registrati al momento in Australia, potrebbe essere più severa di quella appena trascorsa. Ma la copertura vaccinale resta ancora bassa e solo un italiano su 4 si vaccina. Di conseguenza, se un’epidemia simile a quella del 2024 si ripresentasse nel 2025, 15-20 milioni di italiani potrebbero essere contagiati, con un impatto significativo sul sistema sanitario”.
I dati pubblicati dal ministero della Salute sulla copertura vaccinale antinfluenzale per la stagione 2024/ 2025 sono imbarazzanti per un paese evoluto dal punto di vista sanitario e confermano una tendenza ormai preoccupante. Tra gli over 65 sono un italiano su 2 si vaccina, ben… pic.twitter.com/XwLYDYH73q
— Matteo Bassetti (@ProfMBassetti) September 9, 2025
Garattini: “Probabile una stagione severa anche da noi”
Alle stesse conclusioni giunge Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto Mario Negri:
“È probabile che anche da noi quest’anno l’influenza sia severa. Sarà fondamentale cercare di evitare di esporsi al contagio e, quando sarà possibile, vaccinarsi”.
Vaccini sicuri: il parere degli esperti
Sulla sicurezza delle vaccinazioni interviene Giovanni Leoni, vicepresidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici:
“È stato pubblicato il report 2022 per 19 milioni di vaccinazioni extra Covid, quindi influenza, rosolia, varicella, morbillo ecc. Gli eventi avversi sono stati lo 0,048%”.
Un dato che conferma l’affidabilità dello strumento vaccinale e il suo ruolo fondamentale soprattutto per proteggere le categorie più esposte.
La campagna vaccinale 2025
Il Ministero della Salute ha già tracciato la rotta per la campagna vaccinale che partirà a inizio ottobre. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere almeno il 75% della popolazione a rischio, con un target ideale del 95% tra gli anziani, come stabilito dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025.
Il vaccino sarà gratuito per over 60, bambini, cronici, donne in gravidanza e operatori sanitari. Una volta garantita la copertura alle categorie prioritarie, potrà essere richiesto anche dal resto della popolazione.
I numeri della scorsa stagione
Nella stagione 2023-2024 la copertura è stata del 53,3% tra gli over-65 e appena del 18,9% nella popolazione generale. Lo scorso inverno i contagi hanno raggiunto quota 16 milioni, confermando che si è trattato di una delle stagioni influenzali più intense di sempre.

Nell’ultima campagna vaccinale, relativa al 2024/2025, la copertura è salita al 19,6% della popolazione, in leggero aumento rispetto all’anno precedente, ma ancora molto lontano dagli obiettivi fissati dal Ministero. Inoltre, i dati mostrano forti disparità regionali: Toscana e Umbria si collocano in testa con il 22,6% di copertura, mentre Calabria (13,7%) e la Provincia autonoma di Bolzano (11,1%) registrano i tassi più bassi.
Un quadro che, alla luce di quanto sta accadendo in Australia, solleva più di una preoccupazione: senza un deciso aumento delle vaccinazioni, il rischio è di trovarsi a gestire una stagione “tosta” non solo per i pazienti ma per l’intero sistema sanitario.