amianto, mercurio, piombo

Le vittime dell’11 settembre non sono morte tutte quel giorno. Migliaia di decessi per le polveri tossiche respirate

Oltre ai 2.977 morti immediati, soccorritori, volontari e sopravvissuti continuano a pagare un prezzo altissimo sviluppando gravi patologie

Le vittime dell’11 settembre non sono morte tutte quel giorno. Migliaia di decessi per le polveri tossiche respirate

Conteggiare le vittime dell’11 settembre 2001, come accade per altre grandi tragedie storiche, è un’impresa complessa e in continua evoluzione. Ufficialmente, i morti “immediati” si attestano 2.977, a cui si aggiungono 24 persone ancora considerate disperse. Ma queste cifre non raccontano l’intera tragedia: circa 293 persone morirono a causa dei detriti delle Torri Gemelle o dei disperati che si lanciarono nel vuoto, e migliaia di altre vite sono state segnate a lungo termine dalle conseguenze dell’inferno vissuto quel giorno.

Le vittime dell'11 settembre non so morte tutte quel giorno. Oltre 6mila decessi per le polveri tossiche respirate
11 settembre 2001

Gran parte di queste conseguenze riguarda la salute: la polvere prodotta dal crollo delle torri conteneva centinaia di composti tossici, tra cui amianto, mercurio, piombo e benzene. Questa nube letale si diffuse sulla punta sud di Manhattan e solo dopo circa quattro anni il grande pubblico fu pienamente informato dei rischi ambientali.

L’impatto sulle persone e sui soccorritori

Negli ultimi 24 anni, 127.567 persone hanno denunciato problemi di salute legati all’esposizione alle sostanze tossiche del World Trade Center, con circa 6.781 decessi correlati. Fra le vittime più colpite ci sono i soccorritori, vigili del fuoco, forze dell’ordine, medici e paramedici, ma anche volontari e operatori incaricati della pulizia e del ripristino dell’area di Ground Zero.

Le vittime dell'11 settembre non sono morte tutte quel giorno. Migliaia di decessi per le polveri tossiche respirate
Soccorritori 11 settembre

Questi uomini e donne, giovani e meno giovani, entrarono in quell’inferno con l’impegno totale del loro mestiere, spesso senza protezioni adeguate. Alcuni usarono mascherine antipolvere o N95 inadeguate, e molti contrassero malattie respiratorie e tumori legati all’esposizione a fibre e polveri.

Nel 2023, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco di New York (FDNY) ha aggiunto 43 nomi di pompieri morti per malattie legate agli attacchi all’11 settembre al muro commemorativo del World Trade Center, inaugurato nel 2011. La commissaria Laura Kavanagh ha ricordato: “Ogni anno, questo muro cresce mentre onoriamo coloro che hanno dato la vita al servizio degli altri. Non li dimenticheremo mai”.

Le sostanze tossiche e le conseguenze sanitarie

Secondo l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, il crollo delle Twin Towers provocò la dispersione di circa 400 tonnellate di amianto polverizzato, insieme a piombo, mercurio, benzene, diossine e altri materiali da costruzione pericolosi come vetro e cellulosa. Fra le 410.000 e le 525.000 persone che respirarono queste fibre c’erano più di 90.000 lavoratori coinvolti nelle operazioni di soccorso e rimozione dei detriti.

Le conseguenze furono tragiche: il paramedico Deborah Reeve morì nel 2006 di mesotelioma dopo tre anni di lotta, mentre il vigile del fuoco Nick Ursta, uno dei primi soccorritori, perse la vita nel 2020 a causa della stessa malattia.

Anche il professor Morando Soffritti, presidente onorario dell’Istituto Ramazzini, ha sottolineato come la contaminazione abbia trasformato il problema dell’amianto e delle sostanze chimiche in un’emergenza collettiva, non più limitata a chi le produce o le consuma.

Monitoraggio e studi a lungo termine

Da tempo, il World Trade Center Health Program monitora le patologie correlate agli attacchi. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), tra 400.000 e 500.000 persone furono esposte alle sostanze tossiche dopo gli attentati. I disturbi più frequenti includono malattie respiratorie come asma e rinosinusite cronica, disturbi gastrointestinali come reflusso gastroesofageo, tumori e problemi psicologici, dal disturbo da stress post-traumatico a ansia e depressione.

Le vittime dell'11 settembre non sono morte tutte quel giorno. Migliaia di decessi per le polveri tossiche respirate

Il programma ha arruolato oltre 110.000 persone, di cui 80.000 soccorritori e più di 30.000 sopravvissuti, per monitorare e certificare i danni e garantire rimborsi per cure mediche ed eventuali danni morali. La maggior parte dei partecipanti è di sesso maschile (79%) e la fascia d’età più rappresentata va dai 55 ai 64 anni.

I tumori legati al Ground Zero

Quasi 15.000 persone tra soccorritori e sopravvissuti hanno sviluppato un tumore attribuibile all’esposizione alle polveri di Ground Zero. Studi scientifici hanno evidenziato incrementi significativi:

  • Uno studio del 2011 su Lancet, coordinato dallo pneumologo Prezant, indicava un aumento del rischio di tumore modesto.

  • Nel 2013, un’analisi mostrava una crescita del 15% di tutti i tipi di tumore tra i soccorritori tra il 2001 e il 2008, con maggiore frequenza tra chi era stato più esposto.

  • Nel 2016, un’altra ricerca indicava un aumento dell’11% tra i soccorritori e dell’8% tra i sopravvissuti.

Vittime silenziose

Oltre alla devastazione immediata dell’11 settembre, le conseguenze sanitarie hanno continuato a mietere vittime per oltre due decenni. Soccorritori, volontari e sopravvissuti hanno subito danni irreversibili alla salute, trasformando una tragedia già drammatica in una crisi sanitaria di lungo periodo.

Le cifre ufficiali raccontano solo una parte della storia: i morti e i malati legati alle polveri tossiche sono molte di più, e il ricordo di quei giorni continua a incidere sulla vita di migliaia di persone.