ANARCHIA

Nepal nel caos: dimissioni del premier, giovani manifestanti incendiano il parlamento

Decine di migliaia di giovani hanno sfidato il coprifuoco, assaltando i palazzi del governo e le abitazioni di vari leader

Nepal nel caos: dimissioni del premier, giovani manifestanti incendiano il parlamento

Il Nepal è precipitato in una delle crisi politiche e sociali più gravi della sua storia recente. Dopo due giorni di violenti disordini, con oltre venti morti e centinaia di feriti, il primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli ha rassegnato le dimissioni, ma le proteste non si sono fermate.

Migliaia di giovani della cosiddetta Generazione Z, scesi in piazza inizialmente contro il blocco dei social network, hanno dato vita a una rivolta che ha travolto le istituzioni, trasformandosi in un grido contro la corruzione e il nepotismo della classe politica.

L’origine delle proteste: il blocco dei social

Le manifestazioni sono esplose lunedì 8 settembre 2025 dopo la decisione del governo di oscurare Facebook, X e YouTube, accusando le piattaforme di non essersi registrate e di non rispettare la supervisione statale. Una legge in discussione avrebbe imposto uffici di collegamento nel Paese e forti limitazioni ai contenuti, misura che gruppi per i diritti umani hanno bollato come censura.

Nonostante il ripristino delle piattaforme e le dimissioni di Oli e del ministro dell’Interno, la rabbia non si è placata. Dietro la protesta c’è un malcontento più ampio: disoccupazione giovanile al 20%, oltre 2.000 giovani che ogni giorno emigrano per lavoro e il privilegio dei cosiddetti “Nepo Kids”, figli dei leader che ostentano ricchezza e privilegi.

Il movimento che guida le proteste è apartitico e privo di leader riconosciuti. Composto da studenti e giovani sotto i 30 anni, chiede maggiore libertà di espressione, fine della corruzione e rinnovamento di una classe dirigente con età media superiore ai 70 anni.

Un nome emerge però come possibile figura di riferimento: Balendra Shah, detto Balen, sindaco indipendente di Kathmandu, rapper e ingegnere civile, eletto nel 2022 con una campagna centrata sulla lotta alla corruzione. Per molti, potrebbe diventare la voce della Generazione Z e guidare il Paese verso una nuova era.

La rivolta nelle strade

Martedì 9 settembre Kathmandu è precipitata nell’anarchia. Decine di migliaia di giovani hanno sfidato il coprifuoco, assaltando e incendiando il Parlamento, la Corte Suprema, il palazzo presidenziale, le sedi di ministeri e tribunali, nonché gli uffici della Kantipur Publications, la principale casa editrice del Paese.

Sono stati colpiti anche i simboli del potere privato: le abitazioni di vari leader, tra cui quelle degli ex primi ministri Pushpa Kamal Dahal, Sher Bahadur Deuba, Jhala Nath Khanal e dello stesso Oli. In alcuni casi i politici sono stati tratti in salvo in elicottero dall’esercito.

La violenza ha avuto anche conseguenze tragiche: Rajyalaxmi Chitrakar, moglie dell’ex premier Khanal, è morta per le ustioni riportate nell’assalto alla loro abitazione. Sulla sorte di Arzu Rana Deuba, ministra degli Esteri e moglie dell’ex premier Sher Bahadur Deuba, ci sono notizie contrastanti: alcuni media indiani hanno riferito della sua morte, ma la notizia non è stata confermata.

La risposta dell’esercito

Di fronte al collasso dell’ordine pubblico, l’esercito ha imposto un coprifuoco nazionale, pattugliando le città con carri armati e veicoli blindati. Solo i mezzi di emergenza possono circolare. Le autorità hanno dichiarato che qualsiasi manifestazione, vandalismo o assalto sarà considerato attività criminale, avvertendo anche del rischio di violenze e stupri.

Siamo impegnati a proteggere la sovranità nazionale, l’integrità territoriale e l’unità del Paese“, ha affermato lo Stato Maggiore, ribadendo la volontà di reprimere i disordini, ma anche di favorire il dialogo politico.

Un Paese senza governo

Con le dimissioni di Oli e il Parlamento devastato dalle fiamme, il Nepal si ritrova senza governo e isolato: l’aeroporto internazionale di Kathmandu è stato chiuso e riaprirà solo in via temporanea per alcuni voli di emergenza.

Khadga Prasad Sharma Oli

Il presidente Ram Chandra Poudel, capo di Stato con funzioni cerimoniali, ha rivolto un appello al dialogo nazionale, invitando i partiti politici e i giovani manifestanti a un confronto per fermare l’escalation. Ma il futuro resta incerto.