(Quasi) tutti assieme (quasi) appassionatamente.
Dopo aver incassato il 70% di plausi di manager e imprenditori intervenuti al Forum di Cernobbio verso l’operato del Governo Meloni, Elly Schlein (tra l’altro accolta con freddezza come l’ex premier Giuseppe Conte proprio al meeting nella prestigiosa cornice sul lago di Como) ora prova a reagire e fa la voce grossa in vista delle Regionali, mandando un messaggio di avvertimento a Giorgia Meloni.
Lo ha fatto dopo aver tirato un grosso sospiro di sollievo per la fumata bianca arrivata in Puglia con il tormentato “sì” dell’ex sindaco di Bari (ora europarlamentare) Antonio Decaro.

La fumata bianca in Puglia, Elly rialza la cresta
Dopo l’accordo raggiunto sulle Regionali in Puglia, Elly Schlein ha rivendicato con forza la compattezza del Centrosinistra, convinta che la coalizione larga potrà imporsi in ogni appuntamento elettorale in cui si presenterà unita:
“Siamo riusciti a mettere in campo una coalizione progressista unita e compatta che è la stessa in tutte le Regioni che vanno al voto. Non so da quanto tempo il Centrosinistra non si presentava con la stessa coalizione in tutte le Regioni, credo almeno 20 anni”.
L’appuntamento elettorale delle Regionali vedrà al voto Valle d’Aosta, Veneto, Marche, Puglia, Campania, Calabria.
Ma non solo. La segretaria del Pd ha anche dichiarato :
“Il fronte progressista è finalmente schierato, coeso in tutte le regioni chiamate al voto e che la destra dovrà abituarsi a confrontarsi con una coalizione che non ripeterà più gli errori di divisione del passato”.
Uniti sì, ma che scintille con i nodi Emiliano e Vendola
Soddisfazione e proclami legittimi, specie ormai a ridosso delle campagne elettorali, ma fino a poche ore prima, la situazione pugliese era rimasta però in bilico: Antonio Decaro esitava (non voleva i due ex governatori Emiliano e Vendola in Consiglio regionale o peggio ancora in Giunta), mentre i rapporti tesi tra Pd, 5 Stelle e Avs complicavano la partita.
Dopo il passo indietro di Emiliano, soprattutto la candidatura di Nichi Vendola ha tenuto banco con la tensione che si tagliava a fettine. Anche perché con Vendola in corsa anche Emiliano avrebbe voluto ancora “dire la sua” in campagna elettorale e non lo certo nascosto:
“Perché lui sì e io no?”
La soluzione sarà il tipico compromesso politico all’italiana dove spesso Destra o Sinistra non fanno e non hanno differenza.
Emiliano sarà immediatamente indennizzato con un posto in un seggio blindato alle Politiche 2027, mentre Vendola dovrebbe avere un “passaggio lampo” in Consiglio regionale per poi essere candidato anche lui in un posto “sicuro” per il Parlamento a Roma.

Il braccio di ferro con Avs e la soluzione all’italiana…
Alla fine, con Decaro ufficialmente alla guida della coalizione, lo stallo è stato superato e Schlein ha potuto lanciarsi nella campagna elettorale con lo sguardo già rivolto alle politiche.
La segretaria dem ha ribadito la linea della unità ostinata, sottolineando che i progressisti non hanno avuto contrasti sui candidati, al contrario della maggioranza di governo che discute ancora sulle scelte in Veneto, Campania e Puglia.
Anche Nicola Fratoianni si è detto soddisfatto dell’intesa:

“Decaro presidente e Vendola candidato con Avs sono la soluzione migliore”.
Le tensioni però non sono del tutte sopite. Se Decaro temeva Emiliano e Vendola c’è chi ha già avvertito Schlein di guardarsi proprio dall’ex sindaco di Bari.
Secondo Radio Tam Tam Decaro sarebbe intenzionato a lanciare la sfida per la leadership del Pd e addirittura ad avere ambizioni come candidato premier per il Centrosinistra.
Pd e Campo largo alla prova del “6”: sfida lanciata al Governo
Fatto sta che l’accordo pugliese (una sorta di “patto delle orecchiette” per parafrasare i grandi accordi politici che hanno come protagoniste anche specialità gastronomiche) ha dato slancio anche agli annunci ufficiali del Pd.
Sui social sono stati infatti presentati i candidati delle sei regioni al voto, da Matteo Ricci nelle Marche a Pasquale Tridico in Calabria, da Giovanni Manildo in Veneto a Eugenio Giani in Toscana, fino a Roberto Fico in Campania, sostenuto pubblicamente anche da Giuseppe Conte.

Del resto, la Campania è stata, insieme alla Puglia, una delle partite più complesse.
In questo caso, però, Schlein ha dovuto cedere alle condizioni di Vincenzo De Luca per arrivare alla candidatura di Fico, accettando anche la presenza del figlio Piero nel congresso regionale.

La corsa delle Regionali, cosa dicono i sondaggi (anche a livello nazionale)
Ad ogni modo, il primo vero test per il “campo largo” sarà nelle Marche, dove il 28 e 29 settembre si voterà in una sfida molto aperta e il conto alla rovescia per l’appuntamento alle urne sta iniziando a farsi più frenetico.

Secondo un sondaggio Bidimedia, il candidato dem Matteo Ricci (ex sindaco di Pesaro, ora europarlamentare a Bruxelles e Strasburgo) sarebbe a due punti dal presidente uscente Francesco Acquaroli, in vantaggio ma non in modo netto.

Una regione contendibile, che potrebbe diventare il barometro per le successive tornate elettorali, dove il Centrosinistra appare in netto vantaggio in Puglia e tutto sommato anche in Campania (anche se il peso politico e l’appeal sul territorio del governatore uscente Vincenzo De Luca è di certo differente da quello del candidato Roberto Fico), mentre in Calabria Pasquale Tridico (ex presidente Inps e oggi anche lui europarlamentare), complice l’inserimento nel programma elettorale del reddito di cittadinanza, punti a una rimonta nonostante alcuni sondaggi attestino il Centrodestra addirittura al 70%.
E sempre in tema di sondaggi, notizie un po’ in chiaroscuro, un po’ per tutti.
Rispetto a poco più di un mese fa calano soprattutto il PD (21,1%, -1) e Forza Italia (8,0%, -0,4), mentre risultano in crescita AVS (7,5%, +0,6) e Azione (4,8%, +0,7).
Stabili FdI (28,5%), M5S (13,5%) e Lega (8.3%).
Il 62% degli italiani esprime inoltre un giudizio negativo sul Governo Meloni, contro un 34% di giudizi positivi.