Nuova pronuncia

Sì agli accordi prematrimoniali: il plauso di Meritocrazia Italia per il nuovo orientamento della Cassazione

Rappresenta un cambiamento culturale e giuridico senza precedenti

Sì agli accordi prematrimoniali: il plauso di Meritocrazia Italia per il nuovo orientamento della Cassazione
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La Suprema corte di Cassazione sancisce la legittimità degli accordi che di fatto servono a disciplinare in via preventiva e prevalentemente i rapporti patrimoniali tra i coniugi in vista della separazione o del divorzio. Si ammette anche l’accordo su alcuni aspetti personali, quelli su collocamento della prole e mantenimento.

Si supera un’impostazione considerata granitica, che considerava vietati tali patti, nulli per illiceità della causa in quanto contrari ai doveri coniugali e idonei a “incentivare” la rottura del vincolo coniugale.

Sì agli accordi prematrimoniali, plauso di Meritocrazia Italia

Nella nuova pronuncia, tali accordi sono definiti “atipici” e caratterizzati da una condizione sospensiva lecita, a tutti gli effetti espressione dell’autonomia negoziale dei coniugi diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela, ai sensi del secondo comma dell'art. 1322 c.c. Secondo la Cassazione, la crisi coniugale non è causa genetica dell’accordo, ma evento condizionale (che non è detto si verifichi).

In ogni caso, l’ammissibilità della contrattazione preventiva alla frattura coniugale può avvenire ad alcune condizioni. Gli accordi devono essere leciti e conformi alle norme sul matrimonio, non possono avere carattere sanzionatorio, imporre penali o condizioni che inficiano la libertà dei contraenti.

Al giudice resta, come ovvio, il potere di verificare la rispondenza degli accordi al caso specifico, nonché di intervenire modificando il contenuto delle pattuizioni se lesive dei diritti delle parti coinvolte (ammontare del mantenimento, esercizio del diritto di visita ecc.). In generale, l’accordo conserva validità soltanto se si presenta equilibrato e motivato.

Meritocrazia Italia mostra apprezzamento per questo orientamento, che rappresenta un cambiamento culturale e giuridico senza precedenti, perché sensibilizza l’autodeterminazione dei coniugi, ora legittimati a regolamentare da subito gli assetti di un’eventuale crisi coniugale. L’idea è che, così facendo, si possa limitare l’intervento del giudice ed evitare di inasprire i rapporti tra le parti coinvolte, eliminando le lungaggini processuali e compiendo un importante passo avanti verso un diritto di famiglia più moderno, realistico e orientato all’equità sostanziale. Sarà compito della giustizia evitare che l’autonomia privata si faccia strumento di prevaricazione e approfittamento con disuguaglianze economiche, pressioni psicologiche o lesione delle vulnerabilità.