Ioapro1501: il 15 gennaio riapriranno in barba al Dpcm molti ristoratori
I promotori invitano a tenere aperto a pranzo e cena il 15 gennaio, indipendentemente dalle decisioni che prenderà il Governo Conte.
Ioapro1501 ovvero il 15 gennaio 2021. Un monito, una minaccia? Più che altro un'intenzione resa manifesta e organizzata nei dettagli da un numero significativo - quantomeno sulla carta - di ristoratori italiani.
#ioapro1501
L'hasHtag #ioapro sta spopolando sui social negli ultimi giorni. Ma cosa c'è dietro a questa "disobbedienza" annunciata da una frangia nutrita di ristoratori italiani che, partendo da una pagina Facebook che conta al momento circa 11mila sostenitori, e nella quale si parla di 50mila ristoratori pronti ad aderire, annuncia di non volersi più attenere alle fasce orarie imposte loro per l'apertura al pubblico e a quanto disporrà il prossimo Dpcm atteso per il 16 gennaio.
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Lo slogan che sta accompagnando l'iniziativa è: "Io apro per non chiudere più". Chi anima la protesta definisce "illegittime" le restrizioni del Dpcm, motivo per il quale ci si sta appoggiando a dei legali di competenza che stanno seguendo questa iniziativa definita "gentile".I promotori invitano i commercianti a tenere aperto a pranzo e cena il 15 gennaio, indipendentemente dalle decisioni che prenderà il Governo guidato da Giuseppe Conte.
Disobbedienza "gentile"
Chi anima questa protesta l'ha definita di disobbedienza "gentile", a partire dal fatto che ci si dichiara disponibili ad accogliere con civiltà le forze dell'ordine che si ritroveranno - inevitabilmente - ad emettere multe a coloro che rimarrano aperti nonostante le disposizioni governative. Si punta a una partecipazione numerosa da Nord a Sud da parte degli esercenti. Il tutto è partito qualche giorno fa da un post Facebook di un ristoratore cagliaritano, Maurizio Stara, proprietario del pub Red Fox.
"Non spengo più la mia insegna, io apro. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19".
La potenza del web unita al forte senso di frustrazione dei piccoli imprenditori hanno fatto il resto. E per tutti coloro che temono di essere chiusi? E' stato diffuso un secondo video in cui viene sostenuto che la multa, in quanto illegittima (secondo il parere di chi sta organizzando la protesta, questo punto è bene sottolinearlo) non deve spaventare. Si invita inoltre a rimanere aperti, nonostante scatti per legge la chiusura obbligatoria dell'attività per 24 ore.
Yuri Naccarella, che aderisce al movimento Ioapro1501, in un video di Faq sostiene:
"Potete continuate a rimanere aperti, nonostante vi impongano dei giorni di chiusura, anzi dovete rimanere aperti, come abbiamo fatto noi, che nonostante le multe siamo rimasti aperti perché la chiusura è assolutamente illegittima".
Rischio multe per i clienti
Cosa rischiano invece i clienti? Nei video diffusi dalla pagina Facebook, Naccarella asserisce:
"State tranquillissimi, non c'è alcun Dpcm che vieta che voi possiate mangiare, fare attività fisica durante la giornata. L'unica cosa che rischiate è la multa nel caso violerete il coprifuoco delle 22, ma in quel caso potete tranquillamente girare la multa al nostro legale che vi tutelerà".
La cronaca, però, racconta tutt'altro. Ogni giorno, attraverso i nostri portali su tutto il Nord Italia, raccontiamo di moltissimi episodi di clienti che vengono multati quando trovati all'interno di esercizi commerciali che non rispettano le norme anti Covid, a prescindere dal coprifuoco. Peraltro nella zona Arancione è consentito esclusivamente l'asporto e non la permanenza nel locale per pranzo o cena. Medesimo copione per la zona Rossa, in cui regioni come la Lombardia rischiano di ripiombare a fronte di un innalzamento dei contagi.
"Non siamo negazionisti"
I disobbedienti precisano di non essere negazionisti e che rispetteranno tutte le norme Covid. Nelle intenzioni degli organizzatori, per i primi tre giorni, i clienti faranno un'offerta libera, a fronte di un regolare scontrino emesso. Una provocazione oppure si andrà fino in fondo? Il 15 gennaio avremo la risposta.
C'è chi prende le distanze
"È un’iniziativa dalla quale ci dissociamo totalmente – sottolinea il direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini - È fondamentale continuare ad avere un dialogo costruttivo, di confronto e di collaborazione con le istituzioni, soprattutto a tutela delle attività più piccole. Il rispetto della legalità è il principio cardine che guida la nostra azione".
Il direttore di Ascom Bergamo non nega comunque il clima di profonda apprensione e amarezza che serpeggia nella categoria.
daniele.pirola@netweek.it
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