Dopo il Leoncavallo

Piantedosi: "Anche Casapound sarà sgomberata"

Nelle ore precedenti più cauto il ministro della Cultura Giuli: "Se rispettano la legalità non c'è motivo"

Piantedosi: "Anche Casapound sarà sgomberata"
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Il tema degli sgomberi dei centri sociali occupati torna al centro del dibattito politico dopo l’intervento delle forze dell’ordine al Leoncavallo di Milano, avvenuto nei giorni scorsi. E in molti hanno fatto notare una situazione simile che riguarda Casapound a Roma.

A parlare è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che dal Meeting di Rimini ha chiarito la posizione del governo: anche CasaPound rientra ufficialmente nell’elenco degli immobili da liberare.

Piantedosi: “CasaPound rientra negli sgomberi, è solo questione di tempo”

“Anche CasaPound rientra negli sgomberi. Io sono stato da prefetto di Roma quello che l’ha inserita nell’elenco dei centri da liberare, prima o poi arriverà anche il suo turno”, ha dichiarato Piantedosi.

Il ministro ha ricordato che, in passato, alcuni spazi occupati sono stati “legalizzati” grazie a interventi delle amministrazioni comunali, come l’acquisto diretto degli immobili.

Lo sgombero del Leoncavallo a Milano: i chiarimenti del ministro

A proposito dello sgombero del Leoncavallo, Piantedosi ha smentito l’ipotesi di un’accelerazione:

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi

“Non è stato anticipato, anzi, siamo stati condannati per un ritardo nell’esecuzione dello sfratto. Solo per i dieci anni precedenti lo Stato ha pagato 3,3 milioni di euro di risarcimento e ogni ulteriore ritardo avrebbe comportato nuove spese. Era un’operazione inevitabile e doverosa”.

Casapound, cosa aveva detto Giuli

Il ministro Alessandro Giuli

Sul futuro di CasaPound era intervenuto anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che sempre dal Meeting di Rimini aveva espresso una posizione differente rispetto al collega del Viminale:

Se CasaPound rispetta i criteri di legalità, non c’è motivo di sgomberarla. La linea del governo è chiara: non devono esistere spazi di illegalità né incubatori di violenza. Questo principio vale per tutti”.