Contro ogni forma di esclusione

Meritocrazia Italia chiede una certificazione partecipata per l’accessibilità turistica

Imperativo superare la logica del mero adempimento normativo formale e abbracciare una progettazione universale che ponga al centro la persona, in tutte le sue differenze

Meritocrazia Italia chiede una certificazione partecipata per l’accessibilità turistica
Pubblicato:
Aggiornato:

Il recente decreto della Ministra Locatelli, che destina parte del Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia a progetti per la diffusione della Lingua Italiana dei Segni (LIS), rappresenta un passo importante verso una società più inclusiva.

Certificazione partecipata per l’accessibilità turistica

Un segnale positivo di attenzione istituzionale, dal forte valore simbolico e pratico. Ma è anche un’occasione preziosa per porre una domanda più ampia e urgente: a che punto siamo, davvero, con l’accessibilità nel turismo italiano?

Nonostante importanti progressi normativi, il livello di accessibilità effettiva del nostro sistema turistico resta insoddisfacente. Secondo i dati più recenti solo il 18% delle strutture ricettive è pienamente accessibile (ISTAT, 2024); meno dell’1% dei Comuni italiani ha ottenuto il riconoscimento "Bandiera Lilla"; l’80% dei musei non offre servizi integrati adeguati per persone con disabilità sensoriali (ENAT Italia, 2023).

Le criticità più evidenti includono la formazione insufficiente del personale in materia di accoglienza inclusiva, la carenza di strumenti assistivi essenziali e la mancanza di investimenti coordinati su percorsi e strutture accessibili. È imperativo superare la logica del mero adempimento normativo formale e abbracciare una progettazione universale che ponga al centro la persona, in tutte le sue differenze.

Rendere accessibile il turismo non è solo una necessità tecnica o economica, ma un atto di vera attuazione del principio di eguaglianza. L’introduzione di servizi in LIS in ambito turistico e culturale è sicuramente un passo avanti. La Lingua Italiana dei Segni è uno strumento essenziale per l'inclusione di molte persone sorde.

Ma la sordità non si esprime in un’unica lingua o identità. Oltre 650.000 persone in Italia utilizzano impianti cocleari o protesi acustiche, comunicando prevalentemente o esclusivamente in lingua parlata (ISTAT, 2023). Circa il 30% dei turisti sordi segnala gravi difficoltà di fruizione nei servizi culturali per assenza di sottotitoli o trascrizioni accessibili.

Eppure, in un numero crescente di musei, eventi e visite guidate, la presenza della LIS viene proposta come unica risposta all’inclusione. Così, centinaia di migliaia di persone sorde oraliste o ipoacusiche si ritrovano escluse. Inclusione non significa scegliere una sola voce da ascoltare. Inclusione significa costruire un ambiente che riconosca e valorizzi la pluralità.

Meritocrazia Italia chiede alla Ministra Locatelli di adottare con urgenza una strategia nazionale integrata, articolata su quattro assi principali, con una visione che tenga conto anche dell'intersezione con altre forme di disabilità:

  • 1. Tecnologie Assistive Multimodali e Intelligenti: implementare su vasta scala sottotitoli in tempo reale affidabili e di facile consultazione, trascrizioni accurate, audio guide regolabili in volume e velocità, e app inclusive che integrino diverse modalità comunicative. È cruciale sviluppare strumenti in linea con la UNI EN ISO 21902:2021 (Turismo accessibile) e la UNI/PdR 164:2023 (Comunicazione accessibile), garantendo la loro effettiva fruibilità e standardizzazione;
  • 2. Formazione Obbligatoria e Sensibilizzazione del Personale: introduzione di corsi di formazione certificata e continuativa sull'accoglienza di persone con disabilità uditiva e altre disabilità, finanziati dal Fondo Unico per l'Inclusione. Questi corsi devono fornire competenze specifiche sulle diverse modalità comunicative, sull'uso efficace degli strumenti assistivi e sulla promozione di un'autentica cultura dell'inclusione, diffondendo la conoscenza della Carta Europea della Disabilità;
  • 3. Partecipazione Attiva e Paritaria delle Rappresentanze: creare tavoli permanenti con la partecipazione di tutte le associazioni di persone sorde (segnanti, oraliste, persone con impianti cocleari), caregiver, operatori turistici esperti in accessibilità e rappresentanti di altre disabilità. È fondamentale definire criteri trasparenti per la selezione dei partecipanti, assicurando una rappresentatività reale e prevedendo meccanismi di consultazione periodica. I poteri decisionali di questi tavoli dovrebbero includere la capacità di formulare raccomandazioni vincolanti per le istituzioni.
  • 4. Monitoraggio Indipendente e Trasparente con Indicatori Misurabili: istituire un Osservatorio nazionale per la valutazione degli interventi finanziati, con una struttura operativa chiara e la partecipazione di esperti indipendenti e rappresentanti delle associazioni di persone con disabilità. È cruciale definire indicatori di valutazione misurabili, sia quantitativi (es. aumento delle strutture accessibili, crescita della partecipazione) che qualitativi (es. indagini sulla soddisfazione degli utenti), garantendo la trasparenza dei dati raccolti e delle valutazioni effettuate.

L’approccio all’accessibilità deve essere trasversale, estendendosi a tutti gli ambiti della vita quotidiana, dal turismo ai servizi, dal tempo libero al commercio. Anche nel settore retail è fondamentale promuovere non solo l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche soluzioni pratiche come corsie preferenziali e personale formato sull'assistenza inclusiva. Serve una visione unitaria che metta al centro la persona e favorisca esperienze inclusive in ogni spazio pubblico e commerciale.

Per valorizzare concretamente il patrimonio culturale e turistico italiano, Meritocrazia Italia propone la creazione di una certificazione partecipata di accessibilità turistica, basata su standard riconosciuti (UNI, ISO) e definita in collaborazione con le associazioni di persone con disabilità. Questa certificazione dovrebbe misurare l’effettiva qualità dell’esperienza vissuta da tutte le persone, premiando chi investe nell’accessibilità non solo come un dovere, ma come un’opportunità di crescita culturale ed economica. Potrebbero essere valorizzati esempi virtuosi già esistenti, fornendo modelli replicabili per altre realtà.