Trump realizza che le condizioni di Putin rendono impossibile il summit trilaterale (e si dà due settimane)
Ampia la distanza tra Kiev e Mosca, il presidente degli USA prova a prendere tempo per capire se esiste uno spiraglio negoziale

Marcia indietro dopo i fasti dell'Alaska. Per ora l’attesissimo incontro fra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin resta soltanto un’ipotesi. Entrambi i leader hanno piantato i loro paletti, e al momento la distanza tra Kiev e Mosca appare persino più ampia di quanto immaginato da Donald Trump, che aveva inizialmente scommesso su una svolta rapida.
Zelensky chiede garanzie di sicurezza, Mosca dice no a truppe Nato
Il presidente ucraino si dice disposto a un faccia a faccia con l’omologo russo solo dopo che i suoi alleati avranno concordato garanzie di sicurezza capaci di dissuadere Mosca da nuovi attacchi. Un’architettura che Zelensky vuole chiarita “entro 7-10 giorni”, con il sostegno di una coalizione guidata da Londra e Parigi. L’incontro, ha precisato, dovrebbe svolgersi in un Paese europeo “neutrale” – come Svizzera, Austria o Turchia – e senza il coinvolgimento della Cina, accusata di sostenere militarmente la Russia.

Dal Cremlino, però, la risposta è stata un netto rifiuto. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha ribadito che la Russia non accetterà mai truppe Nato o europee come peacekeeper in Ucraina, definendo “assolutamente inaccettabili” i piani ventilati da Emmanuel Macron e da altri governi. Mosca insiste sulle garanzie discusse nei negoziati di Istanbul del 2022, che prevedevano un ruolo dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu – inclusi Russia e Cina – ipotesi già bocciata da Kiev. Lavrov ha inoltre sollevato il tema della “legittimità” di Zelensky, il cui mandato è formalmente scaduto a maggio 2024, mettendo in dubbio il valore di un’eventuale sua firma su un accordo di pace.
Il passo indietro di Trump
In questo clima, le parole di Trump segnano un passo indietro. Se fino a pochi giorni fa parlava di un summit bilaterale o trilaterale imminente, ora il presidente americano ammette che serviranno ancora almeno due settimane per capire se esiste uno spiraglio negoziale.
“Vi farò sapere tra circa due settimane – ha detto in un’intervista radiofonica – sapremo in un modo o nell’altro. Dopodiché forse dovremo adottare una strategia diversa”.
Trump non ha rinunciato a scaricare le responsabilità su Joe Biden e su Kiev, accusando il predecessore di aver impedito all’Ucraina di passare all’attacco contro la Russia:
“È molto difficile, se non impossibile, vincere una guerra senza attaccare il Paese invasore”, ha scritto su Truth Social, paragonando la situazione a una squadra che gioca solo in difesa.
Ma il muro contro muro tra le condizioni poste da Zelensky e le pretese di Putin rende al momento impraticabile un vertice diretto. Al contrario, Mosca avanza rivendicazioni territoriali ancora più estese – secondo indiscrezioni, non solo nelle quattro regioni parzialmente occupate e nella Crimea, ma anche in nuove aree del Donbass. Per ora, la finestra di due settimane annunciata da Trump sembra più un modo per prendere tempo che un calendario realistico verso la pace.