Faida tra clan camorristici: il video della bomba carta fatta esplodere in pizzeria
Stamattina, tra Firenze, Salerno, Prato, Latina, Verona e Potenza eseguiti tredici provvedimenti.
Sette persone in carcere, tre ai domiciliari. Oltre a due provvedimenti di interdizione dall’esercizio di attività professionali e al collocamento in comunità nei confronti di un minore. Sono accusati di aver agevolato un clan camorristico operante nella provincia di Salerno i tredici indagati per i quali sono scattati questa mattina, venerdì 10 settembre 2021, i provvedimenti eseguiti dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Firenze. L’attività ha riguardato anche le province di Salerno, Prato, Latina, Verona e Potenza. Per gli indagati è stato disposto anche il sequestro preventivo di conti correnti e somme di denaro.
Finanziamenti Covid e Camorra, 13 persone indagate
I reati contestati agli indagati sono quelli di associazione per delinquere con l’aggravante mafiosa, ricettazione, furto, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco ed esplosivi, violazione della normativa in materia di immigrazione, indebita percezione di erogazioni pubbliche, nonché riciclaggio e reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
La pizzeria
Le indagini, avviate nel luglio 2020, hanno permesso di accertare la presenza a Firenze di un’associazione criminale avviata da due fratelli che si riuniva all’interno di una pizzeria dove si tenevano incontri per organizzare l’attività illegale e dove i membri del gruppo si recavano per stoccare e ricettare il provento degli illeciti.
La pizzeria era stata acquisita nei giorni segnati dall’inizio della pandemia da Covid19. Gli investigatori hanno accertato che la licenza commerciale del pubblico esercizio era stata ottenuta attraverso la presentazione di una falsa dichiarazione dei requisiti di onorabilità del richiedente, non posseduti da quest’ultimo in quanto già destinatario di una misura di prevenzione personale a suo tempo adottata dal tribunale di Salerno.
La stessa attestazione falsa era stata utilizzata affinché la società di gestione della pizzeria riuscisse a ottenere indebitamente contributi a fondo perduto e finanziamenti con garanzia statale per 32mila euro, sfruttando le previsioni normative previste dall’emergenza per Covid 2020 in tema di misure a sostegno delle imprese in difficoltà. L’attività investigativa ha impedito che l’organizzazione potesse ottenere ulteriori erogazioni garantite per circa 90mila euro già richiesti a due distinti Istituti di credito.
La faida tra clan
I proventi delle attività illecite erano reinvestiti, sia a Firenze che a Nocera Inferiore, Salerno, e autofinanziavano il nuovo clan camorristico locale impegnato in una faida con un clan rivale, la cui violenta escalation era stata accertata nel corso delle indagini e aveva preso avvio all’atto dell’uscita dal carcere del capo clan, fratello del gestore della pizzeria fiorentina, avvenuta nel dicembre 2020.
La bomba carta
Le numerose ritorsioni tra i clan hanno interessato anche l’area fiorentina. I componenti del gruppo avverso, infatti, inviarono a Firenze alcuni associati che piazzarono una bomba carta nei pressi della pizzeria. L’episodio risale alla notte del 23 febbraio 2021.
Gli altri reati
Tra i reati contestati al gestore della pizzeria e ad altri indagati anche quello di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
In particolare, hanno tentato di far entrare illegalmente sul territorio nazionale almeno 15 cittadini stranieri, prevalentemente provenienti dal Bangladesh, ai quali hanno chiesto 1500 euro per ogni pratica di assunzione.
In pratica, il gruppo criminale aveva la disponibilità di oltre un centinaio di copie di documenti di identità di cittadini stranieri, falsi contratti di assunzione che indicavano luoghi di svolgimento dell’attività lavorativa, sia nella pizzeria, che in altri esercizi commerciali fiorentini; questi strumenti avevano la finalità di consentire la presentazione delle domande di assunzione da parte di imprenditori compiacenti di volta in volta reperiti.