L'OPERAZIONE

Israele avanti verso la presa di Gaza City: approvato il richiamo di 60mila riservisti

Intanto è polemica fra Netanyahu e Macron che vuol riconoscere la Palestina entro settembre: accuse di fomentare l'antisemitismo da Tel Aviv, Parigi risponde "Non prendiamo lezioni"

Israele avanti verso la presa di Gaza City: approvato il richiamo di 60mila riservisti
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Ora che Hamas è pronta a una tregua incondizionata, Israele alza la posta e punta al rilascio di tutti gli ostaggi. Una mossa strategica che sembra orientata a non fermare l'avanzata di terra nella Striscia, ormai inarrestabile, come conferma il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, che ha approvato il richiamo di circa 60.000 riservisti e il piano per una nuova offensiva militare dell’Idf su Gaza City.

Lo ha reso noto il ministero della Difesa attraverso l’agenzia di stampa Afp, confermando indiscrezioni circolate ieri sul Times of Israel. Secondo fonti della sicurezza, i riservisti riceveranno gli ordini di chiamata a partire da domani, con almeno due settimane di preavviso prima della presentazione in servizio. Non tutti saranno impiegati direttamente nell’operazione su Gaza City: parte delle unità richiamate andrà infatti a sostituire truppe permanenti dislocate su altri fronti, mentre altre forze prenderanno parte all’offensiva.

L’operazione “Carri di Gideon B”

Il piano militare, elaborato dal capo di Stato Maggiore Eyal Zamir e dal comando dell’Idf, è stato approvato da Katz e prevede una vasta operazione denominata "Carri di Gideon B", prosecuzione di una precedente campagna con lo stesso nome. L’obiettivo dichiarato è la conquista di Gaza City, considerata la principale roccaforte di Hamas nella Striscia.

Eyal Zamir

Secondo i media israeliani, il piano include anche misure per l’evacuazione dei civili verso sud, così da isolare i combattenti di Hamas in città e facilitare le operazioni di eliminazione.

Vittime a Gaza e incertezza sul cessate il fuoco

Mentre Israele accelera i preparativi per l’offensiva, il governo di Gaza controllato da Hamas denuncia un bilancio drammatico: oltre 62.000 palestinesi uccisi dal 7 ottobre 2023, tra cui “almeno 18.885 bambini”, secondo dati diffusi da Al Jazeera e attribuiti alle autorità locali. Numeri che non trovano conferma indipendente e che Israele ritiene parte della propaganda di Hamas.

La prospettiva di un nuovo attacco rischia inoltre di compromettere gli sforzi diplomatici per una tregua. Entro venerdì, Israele dovrebbe fornire una risposta ai mediatori internazionali sull’ultima proposta di cessate il fuoco, già accettata da Hamas. Ma fonti politiche e militari di Tel Aviv lasciano intendere che i negoziati siano in bilico.

Intanto il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi israeliani ha chiesto un incontro urgente con Katz e Zamir, temendo che l’operazione “Carri di Gideon B” metta a rischio la vita degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas nella Striscia.

“Approvare i piani per l’occupazione di Gaza, mentre c’è un accordo sul tavolo in attesa di Netanyahu, è una pugnalata al cuore per le famiglie”, si legge in una nota diffusa a Haaretz.

Scontro diplomatico con la Francia

Sul fronte internazionale, intanto, si apre un nuovo fronte di tensione. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha scritto al presidente francese Emmanuel Macron criticando duramente la decisione di Parigi di riconoscere uno Stato palestinese:

Netanyahu: "A Gaza ci sono ancora migliaia di terroristi"
Benjamin Netanyahu

Il vostro appello getta benzina sul fuoco antisemita. Non è diplomazia, è appeasement. Premia il terrore di Hamas”, ha accusato il premier.

La replica è arrivata dal ministro francese per gli Affari europei, Benjamin Haddad:

La Francia non ha lezioni da imparare nella lotta contro l’antisemitismo”.