Ancora un morto per botulino: una donna di 62 anni è la quarta vittima
Valeria Sollai, di 62 anni, è morta durante la notte al Policlinico di Monserrato, in provincia di Cagliari, dove era ricoverata da un paio di settimane

Seconda vittima del botulino in Sardegna, quarta in Italia. Valeria Sollai, di 62 anni, è morta durante la notte al Policlinico di Monserrato, in provincia di Cagliari. Da settimane era ricoverata in Rianimazione dopo che aveva partecipato e consumato delle pietanze a base di guacamole alla Fiesta Latina, a fine luglio a Monserrato.
Valeria Sollai, seconda vittima di botulino in Sardegna
L'8 agosto 2025 era deceduta la 36enne Roberta Pitzalis, anche lei intossicata dal batterio killer durante la stessa manifestazione.
Al Policlinico di Monserrato resta ricoverata una ragazza di 14 anni, mentre sono stati dimessi dall'ospedale Brotzu di Cagliari altri quattro pazienti, e un bambino di 11 anni è stato trasferito a suo tempo al Gemelli di Roma. Le sue condizioni sono in miglioramento, ma la ripresa sarà lunga, fanno sapere i medici della terapia intensiva pediatrica.
L'autopsia effettuata su Roberta Pitzalis ha confermato il decesso per intossicazione da botulino a cui si è aggiunta una polmonite emorragica legata all'intubazione a cui la donna è stata sottoposta durante il ricovero.
I due morti in Calabria per i friarielli
Le altre due vittime sono decedute dopo aver mangiato un panino con salsiccia e friarielli a Diamante, in provincia di Cosenza. Si tratta di Luigi di Sarno, 52enne di Cercola, nel Napoletano, e Tamara D'Acunto, di 45 anni.
Le indagini sono in corso e il procuratore Domenico Fiordalisi della Procura di Paola ha iscritto nel registro degli indagati già nove persone con le ipotesi di reato, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Tra questi ci sono sono l'ambulante, tre responsabili delle ditte produttrici del prodotto inquinato da botulino e 5 medici di due strutture sanitarie del cosentino che hanno avuto in cura di Cercola e D'Acunto prima del decesso.
I richiami
A seguito dell'accaduto l’azienda della grande distribuzione Metro Italia ha a suo tempo richiamato dal commercio, in via precauzionale, alcuni lotti di polpa di avocado, che potrebbero essere contaminati dalla tossina del botulino.
Gli esami sugli alimenti sospetti non sono ancora stati completati e di conseguenza non è stato possibile stabilire se siano effettivamente contaminati dal botulino o da altre sostanze pericolose o agenti patogeni. Metro consiglia comunque di non consumare il prodotto e di riconsegnarlo presso il punto vendita dove è stato venduto.
Il prodotto potenzialmente a rischio è la Polpa di Avocado Metro Chef, e i lotti richiamati sono i seguenti:
- LI4218;
- LI4213.
La polpa di avocado richiamata è stata prodotta dall'azienda olandese Salud Food Group Europe, che utilizza prodotti provenienti dal Perù.
Metro ha scritto in un comunicato:
"La qualità e la sicurezza dei prodotti sono, infatti, per Metro una priorità assoluta: l’azienda ha tempestivamente adottato tutte le misure necessarie per tutelare la salute dei clienti, allertandoli dell’accaduto, nel pieno rispetto della normativa vigente. Metro è in costante contatto con le autorità locali, forniremo aggiornamenti appena disponibili".
Altri tre richiami, invece, riguardano i friarielli.
L'ultimi aveva riguardato il lotto 280325 con scadenza 28 marzo 2028 di friarielli alla napoletana a marchio Terra Mia.
L’azienda produttrice - come per i precedenti richiami - è la Amura Stefano (codice di identificazione C.C.I.A.A 467438 – SA) con stabilimento a Scafati in provincia di Salerno.

Negli scorsi giorni, invece, erano stati ritirati dei friarielli alla napoletana Vittoria con i seguenti numeri di lotto:
- 290425
- 280325.
E anche dei friarielli alla napoletana Bel Sapore, prodotti sempre nel medesimo stabilimento, con i seguenti numeri di lotto:
- 280325
- 060325.
Clicca qui per leggere i richiami integrali.
Cosa è il botulino e quali sono i sintomi
Con il termine botulino ci si riferisce spesso sia a un batterio, sia alla tossina che questo patogeno secerne. Il batterio si sviluppa in alimenti non ben conservati. Solitamente ogni contaminazione viene eliminata dalla cottura, ma negli alimenti che si mangiano crudi o nelle conserve, la tossina rimane e rischia di intossicare chi li consuma.
I sintomi dell’intossicazione - che è potenzialmente letale - sono:
- Disturbi visivi: vista doppia o offuscata, caduta delle palpebre
- Difficoltà a parlare (voce fioca o alterata)
- Difficoltà a deglutire
- Debolezza muscolare progressiva
- Problemi respiratori (nei casi gravi, paralisi dei muscoli respiratori)
- In caso di botulismo alimentare: nausea, vomito, dolori addominali nelle prime ore.
Botulino, i cibi a rischio
I cibi più frequentemente associati al botulismo includono vegetali conservati in modo improprio, come peperoni, pomodori e funghi, che vengono spesso immessi in contenitori di vetro senza il corretto trattamento termico o acidificazione. Anche i prodotti conservati sott’olio, come melanzane, zucchine, aglio o erbe aromatiche, possono essere a rischio. Sono da considerare sempre potenzialmente contaminati gli alimenti sott’olio, spezie o vegetali, le verdure non acide in olio o in acqua, zuppe, minestroni non refrigerati in modo idoneo, le conserve etniche e i sotto vuoto fatti in casa. Anche la carne, in particolare quella conservata in salamoia o affumicata, può favorire la crescita del batterio, se non trattata correttamente. Gli alimenti più vulnerabili sono quelli a bassa acidità, poiché l'ambiente a pH elevato (meno acido) favorisce la proliferazione di Clostridium botulinum.
Non sono a rischio botulino, invece, gli alimenti freschi (l’insalata, ad esempio, può essere contaminata dal batterio che produce la tossina, ma quest’ultima si forma solo negli alimenti conservati), gli alimenti cucinati, gelati, surgelati, le conserve acidificate, le marmellate e le confetture, le semi-conserve marinate (il pesce, ad esempio) e i cibi in salamoia, purché preparati con una soluzione contenente almeno il 10% di sale.