Meritocrazia Italia: "Con l'AI non si perda di vista la dimensione etica dell'educazione"
"L’intelligenza artificiale può essere strumento di emancipazione e progresso sociale, ma solo se guidata da una visione etica e umana dell’educazione"

L’intelligenza artificiale ha compiuto passi da gigante affermandosi come risorsa strategica in numerosi settori. E quello dell’educazione non fa eccezione.
Dai tutor virtuali personalizzati alla valutazione automatizzata degli studenti, l’IA promette di rendere l’apprendimento più accessibile, dinamico e inclusivo. Tuttavia, dietro a questa apparente democratizzazione del sapere, si nascondono rischi sistemici che non si possono ignorare.
"È altresì fondamentale promuovere una cultura della formazione continua, affinché educatori e studenti comprendano non solo il funzionamento degli strumenti di IA, ma anche i loro limiti e potenziali effetti sul processo educativo".
Meritocrazia Italia: "Con l'AI non si perda di vista la dimensione etica dell'educazione"
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei processi di apprendimento e insegnamento apre scenari inediti: personalizzazione dei percorsi formativi, supporto didattico su misura, accessibilità a contenuti innovativi e possibilità di monitorare in tempo reale i progressi degli studenti. L’IA, se ben integrata, può contribuire a ridurre le disuguaglianze, offrendo strumenti avanzati anche a chi, per ragioni geografiche o sociali, ha minori opportunità di accesso a una formazione di qualità.
"Non si possono ignorare, però, le criticità che accompagnano questa rivoluzione. La delega di funzioni fondamentali dell’insegnamento a sistemi automatizzati rischia di impoverire il rapporto umano tra docente e discente, riducendo l’educazione a mero processo di trasmissione di informazioni. Questo rischio potrebbe tradursi in una perdita di senso critico, di confronto diretto e di costruzione condivisa del sapere, elementi essenziali per lo sviluppo del pensiero autonomo. L’intuizione, l’empatia e la capacità di adattamento che caratterizzano la figura dell’insegnante non sono replicabili da alcun algoritmo".
Inoltre, la gestione dei dati personali degli studenti e la trasparenza degli algoritmi rappresentano questioni centrali.
"È necessario assicurare che gli algoritmi non riproducano o amplifichino bias culturali o sociali, rischiando di compromettere l’equità del percorso educativo. È necessario garantire che ogni soluzione sia rispettosa della privacy, conforme alle normative europee e ispirata ai principi di equità, trasparenza e responsabilità. L’adozione di strumenti tecnologici così sofisticati nei contesti educativi non può prescindere da un attento monitoraggio e da un costante aggiornamento delle competenze digitali di docenti e studenti".
Le proposte di MI
Meritocrazia Italia ritiene fondamentale che:
- ogni strumento di IA impiegato nell’ambito scolastico e universitario sia sottoposto a rigorosi controlli di qualità e sicurezza, con particolare attenzione ai sistemi ad alto impatto sui processi decisionali degli studenti;
- vengano definiti codici di condotta condivisi, ispirati a trasparenza e responsabilità, per l’utilizzo di dati e algoritmi nei percorsi formativi;
- si investa nella formazione digitale di docenti e studenti, affinché la tecnologia sia realmente al servizio della crescita personale e collettiva e non un fine a sé stante;
- si promuova un confronto costante tra istituzioni, comunità scientifica e società civile per aggiornare le normative e prevenire ogni forma di discriminazione algoritmica;
- venga favorita la ricerca indipendente sull’impatto dell’IA in ambito educativo, incentivando studi multidisciplinari che coinvolgano pedagogia, informatica, etica e sociologia.
L’intelligenza artificiale può essere strumento di emancipazione e progresso sociale, ma solo se guidata da una visione etica e umana dell’educazione. Solo attraverso un approccio che valorizzi la centralità della persona e che riconosca l’unicità del processo educativo sarà possibile integrare l’intelligenza artificiale in modo davvero sostenibile e rispettoso dei diritti di ciascuno.
Il futuro della scuola e dell’Università deve restare saldamente ancorato ai valori della relazione, della curiosità e della crescita critica.