Diventa un caso la revoca dei medici No Vax consulenti del Ministero della salute da parte di Schillaci
Il ministro azzera la commissione per le vaccinazioni travolta dalle polemiche, ma da Palazzo Chigi trapela forte disappunto

Da Palazzo Chigi filtra forte il disappunto della premier Giorgia Meloni. Al mattino, infatti, la vicenda del NITAG – l’organismo tecnico di consulenza sulle vaccinazioni – sembrava chiusa con la revoca dell’intera commissione, da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci.
Ma la scelta del titolare della Salute secondo i rumors di Palazzo non è piaciuta alla presidente del Consiglio, che si sarebbe sfogata così:
“Non era concordato. Da sempre nel governo noi crediamo nel pluralismo e nel confronto delle opinioni”.
La linea della premier
Il decreto ministeriale, firmato a ridosso di Ferragosto, ha azzerato un organismo istituito appena dieci giorni prima, travolto dalle polemiche per la presenza al suo interno di due figure controverse: Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, medici che in passato avevano espresso posizioni critiche verso i vaccini e sostenuto l’approccio omeopatico.
Una scelta che aveva scatenato proteste nella comunità scientifica, la rinuncia di Francesca Russo – dirigente veneta della sanità pubblica – e una petizione firmata dal Nobel Giorgio Parisi.

Palazzo Chigi e Fratelli d’Italia sottolineano che il NITAG è un organo solo consultivo, privo di poteri decisionali. Per questo, spiegano fonti di partito, non sarebbe stato un problema accogliere anche voci critiche, purché con titoli accademici. Il ragionamento attribuito a Meloni è che non sia considerato un "disvalore" se in un organismo tecnico siedono professionalità con sensibilità differenti, soprattutto se chiamato a fornire orientamenti e non decisioni vincolanti.
La revoca firmata da Schillaci è stata dunque percepita come un passo affrettato, dettato più dal clamore mediatico che da una reale necessità tecnica. Nel partito della premier c’è chi accusa il ministro di essere caduto “in una trappola mediatica” che ha trasformato un caso marginale in una delle vicende politiche dell’estate.
Le reazioni politiche e scientifiche
La comunità scientifica aveva reagito con durezza alle due nomine contestate. Il Patto Trasversale per la Scienza ha parlato di “grave segnale di legittimazione di teorie antiscientifiche”, mentre la Federazione degli Ordini dei Medici ha chiesto di rivedere la composizione. Ancora più dura la posizione dell’Ordine dei Medici di Milano, che ha definito “offensiva” la presenza di figure considerate no vax, paragonandola a “nominare un terrapiattista all’Istituto Geografico Nazionale”.
Sul fronte politico, la Lega ha criticato la revoca parlando di “errore”, mentre Forza Italia ha applaudito la scelta di Schillaci come “responsabile e coerente con l’evidenza scientifica”. Le opposizioni, dal Pd al Movimento 5 Stelle, hanno salutato il decreto come un passo necessario.
Il futuro del NITAG
Resta ora incerta la sorte della commissione. Nella nota ministeriale si legge che “si ritiene necessario avviare un nuovo procedimento di nomina dei componenti del NITAG per coinvolgere tutte le categorie e gli stakeholder interessati”. Ma non ci sono date, né una tempistica definita. Intanto, la revoca ha aperto una frattura tra la premier e il suo ministro tecnico.