LA SVOLTA

Due milioni di israeliani in piazza contro l'occupazione di Gaza

Chiedono anche la liberazione degli ostaggi. Il Governo Netanyahu reprime le proteste e accusa di aiutare Hamas

Due milioni di israeliani in piazza contro l'occupazione di Gaza
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Israele ha vissuto nella giornata di ieri, domenica 17 agosto 2025, la più imponente ondata di proteste dall’inizio della guerra. Oltre due milioni di persone sono scese in strada in tutto il Paese per dire “no” al piano di Benjamin Netanyahu sull’occupazione di Gaza, chiedere la fine dei combattimenti e il ritorno a casa dei circa 50 ostaggi ancora nelle mani di Hamas, solo una ventina dei quali sarebbero in vita.

La mobilitazione, convocata dal Forum delle famiglie degli ostaggi, è iniziata alle prime ore del mattino con uno sciopero generale che ha bloccato autostrade, vie di accesso e interi quartieri nelle principali città. A Tel Aviv, nella “Piazza degli Ostaggi”, cuore simbolico della protesta, centinaia di migliaia di persone hanno srotolato una gigantesca bandiera israeliana con i volti dei prigionieri rapiti il 7 ottobre 2023.

Numeri record e tensione nelle piazze

Secondo gli organizzatori, le manifestazioni hanno raccolto oltre 2,5 milioni di partecipanti in tutto il Paese, con almeno 300.000 persone concentrate nella capitale economica israeliana. Il Forum delle famiglie parla invece di circa un milione di manifestanti a livello nazionale. In ogni caso, si tratta della più grande protesta dopo quella seguita all’uccisione di sei ostaggi l’anno scorso.

Lo sciopero ha paralizzato i trasporti e coinvolto aziende e società private che hanno autorizzato i dipendenti ad astenersi dal lavoro. Più di 200 pullman hanno portato i manifestanti nei punti strategici delle proteste a Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa.

La polizia ha arrestato almeno 38 persone durante la giornata, mentre non sono mancati momenti di tensione e scontri con automobilisti e forze dell’ordine.

"Riportateli indietro, fermate la guerra"

Se non li riportiamo indietro ora, li perderemo per sempre”, hanno dichiarato i familiari dei rapiti, che accusano il governo di trascinare il Paese in una guerra senza fine e di mettere a rischio la vita degli ostaggi. “Chiudete il Paese con un appello chiaro: riportare indietro i 50 ostaggi e porre fine alla guerra”, ha esortato il Forum delle famiglie.

Netanyahu, però, respinge le richieste e ribalta le accuse.

Netanyahu: "A Gaza ci sono ancora migliaia di terroristi"
Benjamin Netanyahu

“Coloro che chiedono la fine della guerra non solo stanno irrigidendo la posizione di Hamas e ritardando il rilascio dei nostri ostaggi, ma stanno anche assicurando che gli orrori del 7 ottobre si ripeteranno”, ha detto il premier, accusando i manifestanti di “aiutare Hamas”.

Sulla stessa linea il ministro delle finanze Bezalel Smotrich, leader dell’ala più oltranzista del governo, che ha definito lo sciopero “una campagna dannosa che mette in pericolo la sicurezza di Israele”.

Escalation militare a Gaza

Mentre le piazze israeliane chiedono la pace, il governo va in direzione opposta. Netanyahu ha ordinato all’esercito di prepararsi a conquistare Gaza City, dove vivono oltre un milione di palestinesi. Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha annunciato l’avvio della “nuova fase delle operazioni”, con l’allestimento di campi profughi verso Rafah e il confine con l’Egitto.

Eyal Zamir

Intanto l’aviazione israeliana continua i bombardamenti: un raid ha colpito le vicinanze dell’ospedale Al Ahli, secondo al Jazeera causando vittime civili, mentre l’Idf sostiene di aver eliminato una cellula di miliziani.

Dall’inizio del conflitto, i morti palestinesi sarebbero oltre 60.000. Ieri, dieci Paesi, tra cui l’Italia, hanno lanciato dal cielo 161 pacchi di aiuti umanitari per cercare di soccorrere la popolazione civile.