LUTTO NELLO SPETTACOLO

Addio al leggendario conduttore Pippo Baudo. Mattarella: "Protagonista e innovatore della tv italiana"

Il conduttore aveva 89 anni: con 60 anni di carriera ha fatto la storia del piccolo schermo, da Sanremo a Domenica In

Addio al leggendario conduttore Pippo Baudo. Mattarella: "Protagonista e innovatore della tv italiana"
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L’Italia piange uno dei suoi volti più amati: Pippo Baudo è morto ieri sera, sabato 16 agosto, all’età di 89 anni. Il popolare conduttore televisivo e radiofonico si è spento serenamente al Campus Bio-Medico di Roma, “circondato dagli affetti delle persone più care e con il conforto dei sacramenti”, come confermato dal suo storico legale e amico fraterno Giorgio Assumma all'ANSA.

Un monumento della tv italiana, Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo – questo il suo nome all’anagrafe – era nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936. Laureato in giurisprudenza, fin da ragazzo aveva coltivato la passione per la musica e lo spettacolo, debuttando come pianista e presentatore in Sicilia prima di approdare a Roma. La sua carriera decollò quasi per caso nel 1966, con il successo clamoroso di Settevoci, che inaugurò un percorso destinato a trasformarlo nel conduttore per eccellenza.

Una carriera leggendaria

Sessant’anni di televisione, oltre 150 programmi, tredici Festival di Sanremo – di cui cinque consecutivi negli anni Novanta – e la capacità di scoprire e lanciare talenti che avrebbero fatto la storia della musica e dello spettacolo: da Laura Pausini a Lorella Cuccarini, da Giorgia ad Andrea Bocelli, da Al Bano a Gigi D’Alessio. Non mancarono i rimpianti, come l’aver rifiutato un giovane Fiorello a un provino, decisione che lui stesso ricordava sempre con un sorriso amaro.

Pippo Baudo

Baudo è stato il volto simbolo di programmi storici come Canzonissima, Fantastico, Domenica In, Novecento e Serata d’Onore. Non solo intrattenimento: nei suoi show trovavano spazio anche la cultura, la letteratura, il teatro e persino temi sociali e politici, affrontati con garbo e intelligenza.

Il suo stile elegante, colto ma popolare, gli valse critiche e applausi. Come quando, durante Fantastico 7 (1986), uno sketch provocò tensioni diplomatiche con l’Iran, o quando difese la libertà di satira di Beppe Grillo, pagando con l’allontanamento del comico dalla Rai. Nel 1991 subì persino un attentato alla sua casa di Santa Tecla, dopo essersi schierato contro la mafia: fortunatamente la villa era vuota.

Il dolore del Paese

La notizia della sua morte ha suscitato commozione unanime.

"Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, addolorato dalla morte di Pippo Baudo, protagonista e innovatore della televisione, ne ricorda, in una dichiarazione, la professionalità, la cultura, il garbo e la straordinaria capacità di interpretare i gusti e le aspettative dei telespettatori italiani", recita una nota del Quirinale.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha ricordato come “uno dei più grandi protagonisti della storia della televisione italiana” capace di regalare “momenti indimenticabili a intere generazioni”.

“Il suo volto e la sua voce hanno accompagnato intere generazioni”, ha ricordato Giorgia Meloni.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha parlato di “un pezzo fondamentale dell’autobiografia artistica del Paese”.

Il mondo dello spettacolo si stringe intorno alla sua memoria: Laura Pausini, Al Bano, Mara Venier e decine di artisti da lui scoperti e sostenuti hanno espresso cordoglio. L’ex moglie Katia Ricciarelli, con cui Baudo condivise 18 anni di vita, si è detta “profondamente provata”.

Pippo Baudo

Con la sua voce, il suo sorriso e la sua capacità di raccontare l’Italia attraverso la televisione, Pippo Baudo lascia un vuoto che difficilmente potrà essere colmato. Ha saputo unire generazioni davanti allo schermo, trasformandosi in un simbolo popolare e culturale allo stesso tempo. Un sentimento che oggi unisce milioni di italiani: l’addio a Pippo è l’addio a una parte della storia collettiva del nostro Paese.