Ex Ilva, per Urso la pre-intesa è una svolta. Freddezza dei sindacati: “Nessuna certezza”
Al Mimit intesa tra governo, Regione e enti locali sulla decarbonizzazione dell’acciaieria di Taranto. Restano aperti tempi, investimenti e destino del polo Dri

Dopo una lunga giornata di trattative al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è arrivata la firma a una pre-intesa per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. Il documento, sottoscritto da governo, Regione Puglia ed enti locali, viene definito dal ministro Adolfo Urso come "una svolta capace di incoraggiare nuovi investitori" e da Confindustria come una decisione fondamentale "per non chiudere l’impianto". Contrarietà dei sindacati.

L’intesa non è però l’accordo di programma definitivo: restano ancora da stabilire i tempi della completa decarbonizzazione, la localizzazione del polo Dri per il preridotto e altri dettagli strategici, che verranno discussi in nuove riunioni previste da settembre.
Ex Ilva, la pre-intesa
Il documento prevede la sostituzione graduale degli altoforni con forni elettrici, secondo un calendario vincolante che sarà indicato in fase di aggiudicazione della gara per la ricerca di nuovi investitori. È inoltre stabilita la convocazione, dopo il 15 settembre, di un tavolo per decidere dove sorgerà il polo Dri.
Sono incluse misure di compensazione per il territorio: reindustrializzazione delle aree liberate, nomina di un commissario, politiche attive e passive per il lavoro per ridurre l’impatto sull’occupazione. La nuova gara conterrà novità rispetto al passato, tra cui l’obbligo di piena decarbonizzazione del sito di Taranto, la tutela occupazionale come principio inderogabile e la possibilità di presentare offerte anche per singoli rami d’azienda, ipotesi che preoccupa i sindacati per il rischio “spezzatino”.
Il governo e Confindustria: “Passo avanti storico”
Per Urso, l’accordo segna "la prima volta nella storia della vicenda, lunga oltre 15 anni, in cui tutti i soggetti istituzionali si muovono uniti". Un’opportunità, secondo il ministro, per il rilancio della siderurgia italiana attraverso una conversione green e piani industriali competitivi.
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, esprime soddisfazione per il fatto che "si sia deciso di non chiudere l’Ilva", ricordando che l’impianto è un asset strategico per il Paese. Orsini indica però alcuni punti irrinunciabili: decarbonizzazione effettiva, investitori qualificati del settore, realizzazione degli impianti Dri e tutela dell’indotto e dei livelli occupazionali.
La posizione del Comune e della Regione
Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, precisa che si tratta di "un documento, non di un accordo di programma" e sottolinea di aver ottenuto l’inserimento dell’obbligo di piena decarbonizzazione e l’esclusione dell’ipotesi di approvvigionamento tramite nave gasiera. Nel testo viene inoltre ribadita la tutela della salute, l’occupazione come principio inderogabile e il potenziamento della rete sanitaria locale.
Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, si tratta di "un giorno che resterà nella storia», in cui una delle più grandi fabbriche d’Europa «può rinascere in armonia con il diritto alla vita, alla salute, al lavoro e all’ambiente".
Sindacati: “Documento senza garanzie”
Le organizzazioni sindacali, invece, restano fredde. Rocco Palombella (Uilm) definisce la pre-intesa "priva di tutele e certezze per lavoratori e comunità". Michele De Palma (Fiom) chiede una partecipazione pubblica nell’azienda, mentre Ferdinando Uliano (Fim) ribadisce che il polo Dri deve necessariamente sorgere a Taranto.
Associazioni e opposizione: critiche e vigilanza
Le associazioni locali Peacelink e Giustizia per Taranto hanno presentato un ricorso al Tar contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa a luglio, che consente la produzione a carbone per altri 12 anni.
Il Partito Democratico di Taranto accoglie con favore la firma, ma avverte che vigilerà sull’attuazione, chiedendo la chiusura progressiva delle fonti inquinanti e il coinvolgimento della comunità nelle scelte strategiche.
Prossime tappe
Il percorso verso l’accordo di programma riprenderà a settembre, con l’obiettivo di definire tempi, modalità e investitori per un futuro dell’acciaieria che concili salute, ambiente e occupazione.
Sul tavolo restano però nodi cruciali: la collocazione del polo Dri, la reale garanzia dei livelli occupazionali e la capacità di attrarre capitali in un progetto industriale sostenibile.