Zaia: "Una lista con il mio nome porta voti, e Meloni lo sa..."
Il governatore insiste sull'autonomia regionale: "Non è merce di scambio ma una scelta di modernità"

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, non potrà ricandidarsi alle prossime elezioni regionali di novembre 2025 a causa del limite dei mandati. Tuttavia, l’ipotesi di una Lista Zaia continua a far discutere nel centrodestra. A riaccendere il dibattito è stato Matteo Salvini, che ha proposto agli alleati la creazione di una lista civica a sostegno della coalizione, anche senza la candidatura diretta dell’attuale presidente.
Zaia si propone per una lista alle Regionali in Veneto
In un'intervista al Corriere, Zaia chiarisce che l’idea non nasce da ambizioni personali:
"Non vorrei che qualcuno vedesse la lista come un atto di narcisismo. Ho sempre avuto una lista civica, ma mai trasformata in partito e mai candidata in altre elezioni".
Secondo il governatore, la lista potrebbe attrarre elettori indecisi o non tradizionalmente vicini al centrodestra, specialmente in una tornata elettorale “irrituale”, senza altre consultazioni amministrative nella stessa data.
"Nel 2020 il centrosinistra dimezzò i voti anche grazie alla mia lista", ricorda Zaia.
Il peso della legge elettorale veneta
Il governatore sottolinea un aspetto tecnico, ma decisivo, legato alla legge elettorale veneta:
- Sotto il 40% dei consensi, la maggioranza avrebbe meno di 30 consiglieri su 50.
- Tra il 40% e il 60% si mantengono 30 seggi.
- Oltre il 60%, scatta il proporzionale, aumentando la rappresentanza (Zaia oggi governa con 43 consiglieri su 50 grazie al 78% ottenuto nel 2020).
Per Zaia, un alto consenso garantirebbe dunque stabilità e legittimazione popolare, elementi fondamentali per affrontare le sfide future del Veneto.
"Il Veneto ha di fronte sfide importanti, un mandato corale lo metterebbe in condizione di vincerle. Del resto, il presidente Meloni lo sa".
Rapporti con gli alleati e scenari di corsa solitaria
All'interno del Centrodestra, però, alcuni temono che una Lista Zaia possa ridurre la visibilità dei partiti alleati, ma il governatore ribadisce che l’obiettivo è rafforzare la coalizione.
Sulla possibilità di una corsa solitaria della Lega, avverte:
"Sarebbe il segnale di un progetto politico che non c’è più. I cittadini vogliono stabilità e coesione, non scontri interni".
Il futuro di Zaia dopo la Regione
Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le ipotesi sul futuro del governatore: sindaco di Venezia, presidente dell’Eni, ministro o deputato. Zaia, però, mantiene il riserbo:
"Sono concentrato sul mio mandato e sul lasciare un Veneto efficiente e senza problemi per il mio successore. Le voci le leggo sui giornali, ma non c’è nulla di concreto".
Il presidente conclude ribadendo il suo impegno per l’autonomia regionale, che considera una riforma strategica per il futuro del Paese:
"Non è merce di scambio ma una scelta di modernità".