Israele, Governo nel caos. Smotrich: "Ho perso fiducia nella volontà di Netanyahu di vincere guerra"
Anche l'esercito ancora contrario: "Stanno caricando i nostri soldati d’un compito impossibile"

Mentre migliaia di persone a Tel Aviv manifestano occupando l'autostrada e dal mondo piovono critiche contro contro la decisione di occupare Gaza, il premier israeliano Benjamin Netanyahu deve fronteggiare anche questioni interne.
Il ministro delle Finanze israeliano, il politico di estrema destra Bezalel Smotrich, ha usato parole pesantissime nei confronti del capo del Governo. E anche l'esercito continua a mostrarsi contrario all'occupazione di Gaza City.
Smotrich: "Ho perso fiducia nella volontà di Netanyahu di vincere guerra"
Smotrich, non nuovo a dichiarazioni forti, ci è andato giù molto pesante:
"Ho perso fiducia nella capacità e nella volontà del primo ministro di guidare l'Idf verso una vittoria decisiva".
"Ha ceduto alla debolezza, ha lasciato che l'emozione prevalesse sulla ragione e ha deciso di ripetere lo stesso errore. I piani del primo ministro non sono finalizzati a ottenere una vittoria completa su Hamas, ma solo a costringere il gruppo palestinese a un accordo parziale sugli ostaggi, dandogli così l'opportunità di riprendersi e riarmarsi".
Ciononostante il falco di estrema destra non intende dimettersi ed è pronto a sostenere decisioni più dure.
"Ho appoggiato anche mosse che, a mio avviso, erano meno corrette e sono rimasto al governo".
"Non è troppo tardi per cambiare idea. Riconvochi il governo e annunci in modo inequivocabile che non ci saranno più soste intermedie. Che non ci saranno più accordi parziali. Che questa volta puntiamo a una vittoria chiara che porterà alla resa completa di Hamas e il ritorno di tutti gli ostaggi in un colpo solo, oppure con la sua distruzione, e all'annessione di ampie zone della Striscia di Gaza".
Idf: "Compito impossibile per inostri soldati"
Anche dall'esercito, intanto, arrivano critiche. Peter Lerner, ex portavoce dell'Idf, non ci va giù tenero:
"Stanno caricando i nostri soldati d’un compito impossibile. Li espongono a minacce quotidiane. Li mettono al centro d’una crisi umanitaria irrisolvibile. Ci siamo già passati, per queste cose. Abbiamo lasciato Gaza nel 2005 proprio perché era insostenibile. Che cos’è cambiato, adesso, per rendere praticabile un’occupazione militare del genere?".
L'operazione di controllo di Gaza, oltre che nell'immediato, avrebbe costi e necessità permanenti:
"Dal punto di vista della sicurezza, mantenere il controllo di Gaza significa sorvegliare ogni vicolo, amministrare ogni centrale elettrica, finanziare ogni scuola e ospedale. Questo richiederà decine di migliaia di soldati, in rotazione permanente. Per anni. Le vittime aumenteranno. E aumenteranno i costi finanziari, decine di miliardi di dollari l’anno. Senza contare la ricostruzione, gli aiuti o i servizi di base che Israele avrà l’obbligo di fornire. Dobbiamo sconfiggere Hamas, ma senza perdere la strada. Senza occupare Gaza a tempo indeterminato. Senza diventare il carceriere d’un altro popolo".