Spiagge vuote e ombrelloni chiusi, si accende la polemica. Santanchè: "Solo allarmismo, il turismo sta cambiando"
Il nodo dei prezzi continua a dividere operatori e consumatori. La categoria chiede al governo di “difendere il settore”

Spiagge affollate soltanto la domenica, ombrelloni chiusi nel resto della settimana e consumi ridotti nei bar e ristoranti sul litorale. È la fotografia, poco rassicurante, che arriva da molte località balneari italiane, con un calo stimato tra il 20 e il 30% delle presenze rispetto agli anni scorsi.
Un fenomeno che, secondo Assobalneari Italia - Federturismo Confindustria, è figlio del caro vita e della crisi economica che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie, costringendole a tagliare le spese per vacanze e svago.
Assobalneari: "Segno pesante sui bilanci"
“Questa stagione rischia di lasciare un segno pesante non solo sui bilanci degli stabilimenti, ma su tutto il tessuto economico delle località costiere", avverte il presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari.
La categoria chiede al governo di “difendere il settore” dagli obblighi europei di messa a gara delle concessioni e invita i gestori a contenere gli aumenti per venire incontro alle difficoltà dei clienti.

Ma sullo sfondo della crisi si accende anche la polemica sui prezzi. Il Codacons parla di “lacrime di coccodrillo” e accusa:
“Dal 2019 le tariffe di lidi e piscine sono salite del 32,7%, rendendo il mare un lusso per pochi”.
E cita esempi eclatanti: 1.500 euro al giorno per la “tenda imperiale” al Twiga in Versilia, 940 euro per l’area exclusive del Cinque Vele in Salento, 560 euro per una postazione al Forte dei Marmi, 515 euro per una capanna in prima fila al Lido di Venezia.
Magi attacca, Santanché respinge
Critiche anche dal fronte politico. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, attacca:
“I balneari hanno tenuto in ostaggio le spiagge, aumentando i prezzi a dismisura. Il governo è complice di un modello al capolinea”.

Dal canto suo, la ministra del Turismo Daniela Santanchè respinge l’allarmismo:
“I primi due mesi estivi hanno visto l’Italia al top del mercato mediterraneo, con tariffe più competitive rispetto a Grecia e Spagna. Il turismo sta cambiando e sempre più viaggiatori scelgono i mesi di spalla. L’estate non è solo mare”.
Flessione confermata anche a Ferragosto
Secondo i dati di Assoturismo Confesercenti, per il ponte di Ferragosto sono attese 12,4 milioni di presenze, circa 2,5 milioni in meno rispetto allo scorso anno, con una flessione che colpisce soprattutto i turisti italiani.
E mentre alcune regioni registrano cali fino al 30%, altre — come Sardegna e Puglia — restano in controtendenza. Alcune località, come Caorle, provano a reagire con sconti fino al 30% per chi prenota anche giorni infrasettimanali. Sempre in Veneto, a pochi chilometri, c'è invece il caso Bibione, completamente soldout.
Resta però la sensazione di una stagione estiva “al ribasso” per buona parte delle coste italiane, con il nodo dei prezzi che continua a dividere operatori e consumatori.