ANNIVERSARIO

L'8 agosto 1956 la strage di Marcinelle: morirono 262 minatori, di cui 136 italiani

In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco

L'8 agosto 1956 la strage di Marcinelle: morirono 262 minatori, di cui 136 italiani
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Oggi, venerdì 8 agosto 2025, sono passati 69 anni da una delle più grandi tragedie sul lavoro del secolo scorso in Europa: la strage di Marcinelle.

L'8 agosto 1956 la strage di Marcinelle

Era il 1956 quando, nella miniera di carbone del Bois du Cazier, vicino alla cittadina belga, un incendio scoppiato a oltre mille metri di profondità tolse la vita a 262 minatori. Tra di loro, 136 erano italiani, partiti da qui per lavorare negli anni di ricostruzione del dopoguerra.

Il dramma successe alle 8.10 del mattino. Si trattò di un malinteso tra i manovratori in superficie e i minatori che portò all’avvio prematuro del montacarichi che si scontrò con una trave d’acciaio e tranciò un cavo dell’alta tensione, una conduttura d’olio e un tubo dell’aria compressa.

Le scintille causate dal corto circuito incendiarono 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo. Il fuoco si propagò rapidamente, diffondendo il fumo e i minatori, bloccati a 1.035 metri sottoterra, morirono soffocati. Solo 12 uomini riuscirono a salvarsi.

L'8 agosto 1956 la strage di Marcinelle: morirono 262 minatori, di cui 136 italiani
Un'immagine del rogo

Morirono 262 minatori, 136 italiani

La strage di Marcinelle poteva essere la storia di tutti gli italiani, immigrati per cercare fortuna. In particolare, tra il 1946 e il 1956, oltre 140mila italiani partirono verso le miniere del Belgio, attratti da un accordo siglato tra Roma e Bruxelles.

Per ogni minatore inviato, l’Italia avrebbe ricevuto 200 chilogrammi di carbone al giorno. Offrivamo braccia in cambio di energia per il Belgio carente di manodopera, in questo caso anche vite.

Una ferita ancora aperta

In Italia si affiggevano manifesti con promesse allettanti: stipendi generosi, viaggi gratuiti, ferie pagate, pensionamento anticipato. Ma la realtà era ben diversa. Le condizioni di vita e di lavoro nelle miniere erano durissime, spesso disumane.

Oggi, il sito del Bois du Cazier è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Non solo un luogo di memoria, ma un simbolo della lotta per la dignità dei lavoratori. A distanza di quasi sette decenni, la ferita resta aperta.