OPINIONI CONTRASTANTI

Israele, l'esercito: "Non esiste risposta umanitaria per un milione di sfollati"

Il capo di stato maggiore Eyal Zamir propone di eliminare il ritorno degli ostaggi dagli obiettivi

Israele, l'esercito: "Non esiste risposta umanitaria per un milione di sfollati"
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È arrivata l'ufficialità, Israele occuperà Gaza. Ha vinto la linea, spietatamente dura e allergica ai compromessi, del presidente Benjamin Netanyahu. Ma l'infuocato scontro politico con l'esercito non si è comunque spento del tutto.

Zamir contro l'occupazione di Gaza

L'operazione si farà, l'esercito ubbidirà, lo aveva detto il premier e così è stato. A nulla è servita la contrarietà del capo di stato maggiore Eyal Zamir durante la riunione decisiva di giovedì 7 agosto 2025.

Per lui, questo piano non funzionerà. Ritiene infatti che l'operazione non sia sostenibile dal punto di vista umanitario e soprattutto per quanto riguarda il ritorno degli ostaggi, tra i cinque obiettivi di Bibi, ha espresso forti dubbi.

"Non esiste una risposta umanitaria per il milione di persone che sposteremo a Gaza. Sarà tutto estremamente complesso. Propongo di rimuovere l'obiettivo del ritorno degli ostaggi tra gli obiettivi della guerra", ha dichiarato.

Eyal Zamir

"Impossibile evacuare tutti"

Tel Aviv ha infatti assicurato che garantirà assistenza umanitaria ai civili evacuati, ma per Zamir questo non è fisicamente possibile. Evacuare un milione di persone da Gaza City avrà effetti devastanti.

Ma anche se le liti con il presidente sono ormai all'ordine del giorno - ci si è aggiunto pure il figlio Yair con le teorie complottiste che vedono il generale intenzionato a mettere in atto un colpo di stato - non potrà fermarlo. Netanyahu lo caccerà se non è d'accordo.

L'esercito teme il rischio Vietnam

Netanyahu aveva scelto Eyal Zamir pochi mesi fa per la sua linea drastica, è lui il principale artefice del piano di invasione della Striscia. Ma se si parla di occupare Gaza City, le sue idee sono ben diverse.

L’obiettivo dell'intervento è separare Hamas dalla popolazione, come gli americani tentarono con i Viet Cong in Vietnam, e sappiamo tutti come è andata. Zamir avrebbe parlato del rischio Vietnam anche con il presidente.

Ciò che teme è il crollo della tenuta militare: per invadere Gaza servono 40-60mila uomini e verranno coinvolti anche dei riservisti.

Cresce il dissenso

Intanto, cresce il fronte degli ex militari e agenti che si oppongono all’invasione totale, suggerendo piuttosto il negoziato per salvare gli ostaggi.

I circoli strategici israeliani hanno anche un'altra paura. Anche decapitata, Hamas potrebbe sopravvivere. E se dovesse resistere nonostante tutto, acquisterebbe ancora più forza.