CHIESTO IL PROCESSO

"Almasri scarcerato per evitare ritorsioni"

Per i giudici, Nordio e Piantedosi "hanno scientemente e volontariamente aiutato il predetto a sottrarsi alle ricerche e alle investigazioni della Cpi"

"Almasri scarcerato per evitare ritorsioni"
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Il Tribunale dei ministri ha inviato alla Camera la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del ministro della Giustizia Carlo Nordio.

L’accusa è pesante: i tre, agendo in maniera coordinata, avrebbero contribuito a sottrarre il generale libico Osama Najeem Almasri – ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi) per crimini di guerra e contro l’umanità – all’arresto e alle indagini dell’Aia.

Secondo i giudici, l’effettiva motivazione delle loro condotte non sarebbe quella ufficialmente illustrata in Parlamento a febbraio, ma piuttosto il timore di possibili ritorsioni da parte di Tripoli, paventato già il 19 gennaio in un vertice urgente a Palazzo Chigi. In quell’occasione, il direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli, segnalò il “concreto rischiodi ripercussioni contro cittadini e interessi italiani in Libia in caso di mantenimento in custodia di Almasri.

Nordio e la mancata cooperazione con la Cpi

Il Guardasigilli Carlo Nordio, secondo l’accusa, avrebbe violato lo Statuto di Roma che regola i rapporti tra Italia e Cpi, rifiutando consapevolmente di dare seguito alla richiesta di cooperazione dell’Aia, sia per l’arresto che per il sequestro del generale.

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Carlo Nordio

Pur essendo responsabile in via esclusiva dei rapporti con la Corte penale internazionale, Nordio – sottolineano i giudici – non disponeva di alcun potere discrezionale nel caso specifico, ma aveva il dovere di garantire il buon esito della procedura.

Al contrario, avrebbe bloccato le comunicazioni con la Cpi e concordato con i vertici istituzionali l’espulsione di Almasri in caso di scarcerazione. Una mossa che i magistrati definiscono “consapevole rifiuto di compiere atti dovuti”.

Piantedosi e l’espulsione "viziata da palese irrazionalità"

Dopo la scarcerazione disposta dalla Corte d’appello di Roma, Piantedosi firmò un decreto di espulsione d’urgenza, motivato dalla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Tuttavia, i giudici rilevano che in Italia ed Europa Almasri non risultava responsabile di reati o minacce all’ordine pubblico.

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi

La misura, sostengono, ha avuto l’effetto paradossale di restituire libertà al generale proprio in Libia, dove avrebbe potuto proseguire le stesse condotte criminose per cui era accusato.

Mantovano e il volo dei Servizi segreti

Il rimpatrio avvenne a bordo di un Falcon 900 della Cai – la compagnia dei servizi segreti – su disposizione di Mantovano già il 20 gennaio, prima che Nordio e la Corte d’appello decidessero definitivamente sul caso.

Il sottosegretario Alfredo Mantovano

Storicamente, tali voli erano utilizzati per riportare in Italia persone in pericolo all’estero o latitanti, non per sottrarre ricercati alla giustizia internazionale.

L’argomento della “necessità di atterraggio sicuro a Tripoli” è giudicato fuorviante: i voli commerciali operavano regolarmente e Almasri, capo della Rada Force che controlla l’aeroporto di Mitiga, secondo i giudici avrebbe avuto un ingresso sicuro anche con un aereo di linea.

Le accuse formali

Per tutte e tre le cariche si ipotizza il favoreggiamento per la mancata consegna alla Cpi; per Piantedosi e Mantovano anche il peculato, relativo all’uso del Falcon 900; per Nordio l’omissione di atti d’ufficio per non aver chiesto tempestivamente la custodia cautelare.

I tre erano, secondo i magistrati, “perfettamente consapevoli” del mandato di arresto internazionale e avrebbero “scientemente e volontariamente” agito per aiutare il ricercato a sottrarsi alle indagini.

Responsabilità e testimonianze interne

Nel corso dell’inchiesta, sono emersi riferimenti al ruolo della capo di gabinetto di via Arenula, Giusi Bartolozzi, nello scambio di comunicazioni sulla gestione del caso.

L’ex capo del Dipartimento per gli Affari di Giustizia, Giovanni Birritteri, ha dichiarato di essersi distanziato dalla vicenda, sostenendo che i tecnici del ministero avessero predisposto una bozza per un nuovo mandato di cattura utile alla consegna di Almasri alla Cpi.

Bartolozzi, dal canto suo, ha riferito che al momento della sua informazione non era ancora arrivato il mandato della Cpi, negando qualsiasi intento dilatorio.

Il prossimo passo

La Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha circa un mese per esaminare gli atti e inviarli all’Aula, che voterà entro i successivi trenta giorni.

Nonostante molti diano per probabile un “no” all’autorizzazione a procedere, la vicenda potrebbe non chiudersi qui: la Procura di Roma potrebbe aprire indagini parallele sul ruolo di altri soggetti coinvolti, seguendo il percorso della giustizia ordinaria.