Dazi, l'Europa sospende per sei mesi le contromisure contro gli Usa
Proseguono intanto le trattative per arrivare a un accordo scritto entro il 7 agosto

A partire da oggi, 5 agosto 2025, l'Unione Europea bloccherà per un periodo di sei mesi l’adozione delle contromisure previste in risposta ai dazi imposti dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump.
L’annuncio è arrivato attraverso una nota ufficiale del portavoce per il commercio della Commissione Europea, Olof Gill, che ha confermato la decisione dell’esecutivo comunitario di sospendere le misure ritorsive che sarebbero dovute entrare in vigore il 7 agosto 2025.
Dazi, l'Ue sospende per sei mesi le contromisure contro gli Usa
La sospensione rientra in un quadro più ampio di negoziazione tra le due sponde dell’Atlantico. Secondo quanto dichiarato da Gill, l’obiettivo è “finalizzare una dichiarazione congiunta”, così come concordato il 27 luglio tra la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente statunitense Donald J. Trump. In tale data, i due leader avevano raggiunto un'intesa politica sui dazi e sul commercio bilaterale.
Un'intesa politica per stabilità e cooperazione
Secondo Bruxelles, l’accordo del 27 luglio rappresenta un importante passo avanti verso la stabilizzazione dei rapporti economici e commerciali tra UE e Stati Uniti. La Commissione ha sottolineato che l’intesa garantirà alle imprese europee un accesso stabile e continuativo al mercato americano, proteggendo catene del valore fortemente integrate e salvaguardando milioni di posti di lavoro da entrambe le parti dell’Atlantico.
Oltre a ciò, l'accordo è visto come una base per avviare una nuova fase di cooperazione strategica in ambito commerciale e industriale, in un contesto internazionale ancora segnato da tensioni protezionistiche e incertezze normative.
Dazi al 15%: il primo passo di Washington
Il primo segnale concreto dell’attuazione dell’accordo è arrivato dagli Stati Uniti il 31 luglio, con un Ordine Esecutivo firmato da Trump. Tale provvedimento prevede, a partire dall’8 agosto, l’introduzione di un dazio unico e generalizzato del 15% su tutte le merci importate dall’Unione Europea.
Una clausola fondamentale distingue questa misura da quelle applicate ad altri partner commerciali: il dazio del 15% include già le aliquote previste dallo status di "nazione più favorita" (Npf), escludendo dunque ulteriori sovrapposizioni tariffarie. Per Bruxelles, si tratta di un primo risultato positivo: rispetto alle tariffe precedentemente annunciate da Washington lo scorso 2 aprile, questa mossa comporta una riduzione immediata dei dazi a carico delle imprese europee.
Tuttavia, restano ancora diverse incognite sull’attuazione dell'accordo. Gli Stati Uniti, infatti, non hanno ancora dato seguito ad alcuni impegni chiave presi il 27 luglio. Fra questi la riduzione dei dazi della Sezione 232 applicati alle automobili e ai componenti auto europei, che secondo l'intesa dovrebbero scendere fino a un’aliquota massima del 15% (attualmente, per le auto, l’aliquota è ferma al 27,5%) e la definizione del trattamento agevolato per alcuni “prodotti strategici”, tra cui aeromobili e relativi componenti, farmaci e vino europeo.
Su questi fronti, la Commissione Europea segnala che i progressi sono ancora insufficienti, e che molte promesse restano sulla carta.
Le imprese europee chiedono chiarezza
L’attesa per l’attuazione completa dell’accordo comincia a farsi sentire tra i principali attori industriali europei. Il CEO di Mercedes-Benz, Ola Källenius, ha dichiarato durante una recente call con gli investitori che al momento l’intesa appare ancora troppo vaga:
“A tutti gli effetti, questo è l’accordo globale, ma resta grande incertezza sulla possibilità che vengano inseriti emendamenti specifici per singoli settori o aziende”.
L’Europa cerca soluzioni bilaterali
Di fronte a queste incertezze, alcuni Stati membri stanno cercando di negoziare direttamente con Washington. Il ministro delle Finanze tedesco, Lars Klingbeil, si è recentemente recato negli Stati Uniti per incontrare il Segretario al Tesoro Scott Bessent, con l’obiettivo di ottenere chiarimenti e avanzare richieste specifiche di esenzione tariffaria per i settori strategici della manifattura tedesca ed europea.
Anche altre capitali europee si stanno muovendo nella stessa direzione, nel tentativo di tutelare le proprie industrie nazionali e ottenere trattamenti di favore simili a quelli già concessi ad altri partner commerciali.