LE PREVISIONI

Dazi, gli Usa guadagneranno 360 miliardi all'anno

Trump: "Possibile dividendo per i meno abbienti". Ma i prezzi sono destinati a salire

Dazi, gli Usa guadagneranno 360 miliardi all'anno
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A pochi giorni da giovedì 7 agosto 2025, data di entrata in vigore dei nuovi dazi annunciati da Donald Trump, arrivano già dati significativi sugli effetti delle tariffe introdotte lo scorso aprile. Secondo il New York Times, la Casa Bianca ha incassato finora 152 miliardi di dollari, circa il doppio rispetto ai 78 miliardi raccolti nello stesso periodo dell’anno fiscale precedente. Solo nel mese di luglio le tariffe hanno fruttato quasi 30 miliardi di dollari.

Con l’aumento previsto dal 7 agosto, le aliquote raggiungeranno i livelli più alti degli ultimi cento anni. Le proiezioni parlano di entrate annuali pari a circa 360 miliardi di dollari, che potrebbero generare oltre 2.000 miliardi nel prossimo decennio.

Chi pagherà il conto

Il nodo resta chi sosterrà il costo reale di questa politica. Secondo il Budget Lab di Yale, gli americani vedranno un’imposta media del 18,3% sui prodotti importati, la più alta dal 1934. I prezzi sono destinati a salire dell’1,8% nel breve termine, con una perdita stimata di reddito pari a 2.400 dollari a famiglia.

I settori più colpiti saranno agroalimentare (vino, caffè), arredamento, giocattoli, elettrodomestici, computer, auto, scarpe e abbigliamento (quest’ultimo importato per il 95%). Finora l’impatto è stato attenuato da scorte accumulate, ordini anticipati e dall’assorbimento dei costi da parte delle aziende. Ma questa tregua è in fase di esaurimento: nei listini autunnali si vedranno gli aumenti.

Molti colossi industriali hanno già annunciato rincari o piani per applicarli: da Adidas a Procter & Gamble, da Stanley Black & Decker a EssilorLuxottica (produttrice dei Ray-Ban), fino a Walmart e ai giganti dei giocattoli Hasbro e Mattel.

Effetto economia

La Federal Reserve, guidata da Jerome Powell, ha lasciato invariati i tassi per incertezza sul quadro economico. Gli effetti sui prezzi di alcuni beni si stanno già vedendo, ma l’impatto complessivo su inflazione e crescita resta incerto. Secondo il Wall Street Journal, “l’aumento dei dazi alle attuali aliquote di Trump si avvicinerà a uno dei più consistenti aumenti fiscali della storia recente”.

Il quotidiano evidenzia anche i rischi sull’occupazione e sul settore manifatturiero, già in rallentamento, e l’effetto disincentivante sugli investimenti delle imprese: “Come si può assumere o investire se non si sa quale sarà il costo dei beni o da quale fornitore si potrà acquistare a un prezzo competitivo?”. la domanda posta dal giornale.

Il “dividendo” di Trump

Trump ha dichiarato che le “centinaia di miliardi” generati dalle tariffe saranno destinate a ridurre il debito pubblico, ipotizzando anche una “distribuzione o un dividendoper i cittadini a reddito medio e basso.

“Avremmo dovuto farlo molti anni fa. Io ci sono riuscito con la Cina durante il mio primo mandato, ma il Covid ha interrotto il processo. Biden ha rovinato tutto”, ha affermato il presidente degli Usa.

Se l’obiettivo dichiarato è rafforzare le casse federali, la sfida sarà reggere l’impatto di un possibile boomerang: prezzi in aumento, crescita rallentata e consumatori chiamati a pagare il conto di una delle politiche commerciali più aggressive degli ultimi decenni.