Ben-Gvir guida una preghiera sulla Spianata delle Moschee. Anp: "Superata la linea rossa"
Il ministro della Difesa Katz: "Israele rafforzerà la presa e sovranità su Gerusalemme, sul Muro Occidentale e sul Monte del Tempio"
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Un gesto provocatorio che infiamma ancora di più le tensioni tra Israele e Palestina e la colpa è del ministro più estremista della destra di Netanyahu.
Ben-Gvir prega sulla Spianata delle Moschee
L'episodio si è verificato nel corso della giornata di domenica 3 agosto 2025. Il ministro della Sicurezza pubblica israeliano Itamar Ben-Gvir, leader del partito ultranazionalista Potere Ebraico, ha guidato una preghiera collettiva.
E fin qui nulla di illecito, il problema è che l'ha fatto sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, un luogo sacro sia per i musulmani che per gli ebrei, ma gestito dal punto di vista religioso dagli islamici. Negli anni è stato così stabilito che i fedeli dell'ebraismo potessero visitarla, ma senza tenere preghiere pubbliche.
Ben-Gvir guida la preghiera sulla Spianata:
National Security Minister Itamar Ben Gvir seen reciting a prayer, contrary to the status quo, on the Temple Mount/Al Aqsa Mosque compound. pic.twitter.com/NDpZ8DZT37
— Ariel Oseran أريئل أوسيران (@ariel_oseran) August 3, 2025
Anp: "Superata la linea rossa"
Si tratta della prima volta nella storia recente che un ministro israeliano in carica viola apertamente lo status quo, in vigore dal 1967, che consente visite agli ebrei senza pregare.
L'azione ha naturalmente suscitato un’ondata di condanne. L’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha parlato di “una palese provocazione ai sentimenti dei musulmani di tutto il mondo”, accusando Ben-Gvir di aver “superato la linea rossa”.
Violato lo status quo in vigore dal '67
Dagli ebrei è conosciuta come Monte del Tempio, mentre i musulmani parlano di Haram al-Sharif: la Spianata delle Moschee è uno dei luoghi più contesi del pianeta e rappresenta un motivo di scontro tra israeliani e palestinesi.
Ma dopo la Guerra dei Sei Giorni, quando Israele ha preso il controllo, si è deciso di procedere con una divisione. Il controllo è degli ebrei, ma non la gestione religiosa.
Ben-Gvir, accompagnato da circa 3.500 fedeli, ha calpestato in pieno questa legge e ha colto l’occasione per rilanciare dal Monte l'idea di piani di migrazione volontaria per i palestinesi della Striscia, di fatto trasferimenti forzati.
"Israele rafforzerà la presa"
Il ministro, già condannato otto volte per incitamento all’odio razziale e legami con organizzazioni estremiste, non è nuovo a iniziative provocatorie in luoghi sacri. Ma mai prima d’ora si era spinto fino a organizzare una preghiera collettiva.
Il premier Benjamin Netanyahu ha tentato di smorzare le polemiche dichiarando che la politica di Israele di mantenere lo status quo sul Monte del Tempio non è cambiata né cambierà. Ma ormai il dado è tratto e le ipocrisie del premier a poco servono.
Più sincero è stato il ministro della Difesa Katz che, in un post su X, ha rivendicato l’azione di Ben-Gvir e fatto promesse.
“Israele rafforzerà la sua presa e sovranità su Gerusalemme, sul Muro Occidentale e sul Monte del Tempio”, ha dichiarato.
Israel Katz
Come Sharon nel 2000
Nel settembre del 2000, Ariel Sharon, allora leader del partito di destra Likud e figura molto controversa in Israele, decise di compiere una visita alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme Est, un luogo di enorme valore religioso e simbolico sia per i musulmani, che lo chiamano al-Haram al-Sharif, sia per gli ebrei, che lo considerano il Monte del Tempio.
La visita, ufficialmente presentata come un atto politico per riaffermare la sovranità israeliana sul sito, fu accompagnata da un imponente dispiegamento di forze di sicurezza.
Per i palestinesi, quella passeggiata fu vissuta come una provocazione diretta e una dimostrazione di forza, soprattutto considerando il ruolo di Sharon nel passato militare israeliano e la sua reputazione come figura dura e nazionalista. Il giorno successivo alla visita scoppiarono violente proteste, che in breve tempo si trasformarono in un vero e proprio conflitto: era l’inizio della Seconda Intifada, nota anche come Intifada di al-Aqsa.
Quella fase di violenza, durata diversi anni, segnò una grave battuta d’arresto nei rapporti tra israeliani e palestinesi. I negoziati di pace, avviati negli anni ’90 con gli Accordi di Oslo, entrarono in crisi profonda, e il clima di sfiducia e rabbia reciproca crebbe in modo drammatico. La Seconda Intifada causò migliaia di vittime da entrambe le parti e lasciò cicatrici ancora visibili nel conflitto israelo-palestinese.