Dazi, Giorgetti: "Trattative ancora in corso. Trump ha giocato bene la sua partita, l'Europa no"
Il ministro: "Gli Stati Uniti dimostrano di essere politicamente una potenza, l'Europa meno"

Mancano ancora pochi giorni all'effettiva entrata in vigore dei dazi imposti dal presidente Usa Donald Trump. La data "X" è quella del 7 agosto 2025 e c'è ancora tempo per trattare. Anzi, questo è il momento in cui chiudere la partita, ragionando settore per settore.
Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, in collegamento con la festa della Lega a Cervia.
Dazi, Giorgetti: "Trump abile giocatore di poker"
Di fatto, come si è detto già nei giorni scorsi, l'intesa sul 15% è solo un accordo di massima, un punto di partenza. Da qui poi si ragionerà caso per caso.
"Onestamente l'accordo politico è come una cornice: ogni giorno un dettaglio dell'elemento viene disvelato e al momento attuale si tratta ancora per escludere settori, situazioni e alla fine, soltanto alla fine, si potrà fare un bilancio, soprattutto tarato sulla nostra economia", ha spiegato il ministro.
"Non è banale se alcuni prodotti agricoli siano ricompresi o non siano ricompresi; non è banale come verranno trattati i prodotti farmaceutici. E ricordo che il settore della farmaceutica è il settore industriale di maggiore sviluppo in questo momento in Italia".

Giorgetti, poi, ha criticato l'azione dell'Europa nella "partita".
"Il terreno di gioco l'ha deciso Trump e lo sta decidendo lui. Oggettivamente il soggetto politico americano dimostra di essere una grande potenza, mentre il soggetto politico europeo grande potenza ancora non lo è, visto anche le differenti reazioni che si sono avute alle diverse capitali europee rispetto al preaccordo e all'accordo e al post accordo".
"Trump ha giocato la sua partita di poker da abile giocatore e quindi una cosa è sicura: ha massimizzato gli interessi degli americani, dell'economia americana. È stato eletto con lo slogan 'America First' e sta rispettando quello che è il mandato che gli elettori gli hanno dato. Ecco, la domanda è se l'Europa risponde esattamente agli interessi degli europei, dell'economia europea. L'Europa fa un po' più di fatica, questo mi sembra abbastanza evidente".
Il caso del parmigiano
Intanto, una buona notizia per l'Italia c'è. Il parmigiano reggiano beneficerà di uno "sconto" sulla tariffa, dato che negli ultimi tempi i dazi erano del 25% (portati a questo livello da aprile 2025). Si tornerà dunque indietro, scendendo di nuovo al 15%.
Una situazione che soddisfa a metà Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano:
"Pur riconoscendo che la tariffa è migliorativa ritengo che qualsiasi barriera al libero commercio rappresenti un limite ingiusto alla crescita e alla cooperazione economica".