strage continua

Gaza, almeno 48 palestinesi uccisi ieri mentre aspettavano di ricevere cibo

Hamas non riprenderà i negoziati finchè la situazione umanitaria non sarà cambiata

Gaza, almeno 48 palestinesi uccisi ieri mentre aspettavano di ricevere cibo
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Nelle ultime 48 ore la Striscia di Gaza è stata teatro di nuove tragedie umanitarie. Secondo fonti mediche locali, almeno 27 palestinesi sono stati uccisi oggi, 31 luglio, mentre si trovavano in fila per ricevere aiuti alimentari, a seguito di attacchi condotti dalle forze israeliane.

La notizia è stata riportata da Al Jazeera e conferma un drammatico trend già registrato ieri, quando altri 48 palestinesi hanno perso la vita e decine sono rimasti feriti durante un’analoga distribuzione di cibo nei pressi del valico di Zikim, uno dei principali punti di accesso agli aiuti per la parte settentrionale della Striscia.

Gaza, almeno 48 palestinesi uccisi ieri mentre aspettavano di ricevere cibo
Civili a Gaza

A fornire i dettagli della strage di ieri è stato l’ospedale Al-Shifa di Gaza City, citato dai media israeliani: le vittime erano tutte parte della folla ammassata in attesa degli aiuti umanitari. Le condizioni di vita nella Striscia, già devastate da mesi di conflitto, continuano a peggiorare rapidamente, tanto che l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) ha dichiarato che le attuali modalità di distribuzione degli aiuti sono ben lontane dal poter soddisfare i bisogni della popolazione.

Gaza, almeno 48 palestinesi uccisi ieri mentre aspettavano di ricevere cibo
Bambini affamati a Gaza

La situazione sta raggiungendo livelli di emergenza senza precedenti, mentre le speranze di un cessate il fuoco sembrano affievolirsi.

Dialoghi interrotti con Hamas

Nel pieno di questa emergenza, il quotidiano israeliano The Jerusalem Post ha riportato che Hamas ha comunicato ai mediatori internazionali l’intenzione di non riprendere i negoziati con Israele finché la situazione umanitaria non sarà migliorata. I colloqui, già bloccati da settimane, rischiano così di naufragare definitivamente, tra il crescente allarme di Qatar, Egitto e Stati Uniti — i principali attori diplomatici coinvolti — che temono un ulteriore peggioramento della crisi.

Secondo l’emittente qatariota Al Araby, Hamas ha recentemente ricevuto una nuova proposta israeliana per una tregua. Questa farebbe seguito a un'iniziativa mediata due settimane fa da Doha, accettata da Israele ma modificata da Hamas con una controproposta che includerebbe condizioni più favorevoli per l’ingresso degli aiuti umanitari, il ritiro parziale delle Forze di difesa israeliane (IDF) da alcune aree e garanzie per una cessazione permanente delle ostilità.

Il 24 luglio 2025, dopo aver analizzato il documento di Hamas, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato il rientro della propria delegazione dai colloqui in Qatar. Fonti di Al Araby affermano che la risposta israeliana contesta in particolare i punti riguardanti il ripiegamento delle truppe israeliane, mantenendo la posizione contraria a un ritiro completo dalla Striscia.

Steve Witkoff torna in Israele: “Crisi umanitaria insostenibile”

In questo contesto, è tornato oggi, 31 luglio 2025, in Israele l’inviato speciale statunitense per il Medio Oriente, Steve Witkoff, assente dal Paese da gennaio. La visita avviene in un momento di forte pressione internazionale legata alla crescente crisi umanitaria.

Secondo i media israeliani, Witkoff visiterà i centri per gli aiuti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, un’organizzazione americana sostenuta da Israele, e incontrerà i vertici israeliani, i quali stanno valutando sanzioni contro Hamas dopo l’interruzione delle trattative per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.

Gaza, almeno 48 palestinesi uccisi ieri mentre aspettavano di ricevere cibo
Steve Witkoff

Nella giornata di ieri, Witkoff ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelaty per discutere l’avanzamento delle trattative. I negoziati indiretti tenutisi la scorsa settimana a Doha sono falliti proprio il 24 luglio, giorno in cui anche la delegazione statunitense ha abbandonato i colloqui, in seguito al passo analogo compiuto da Israele. Secondo Hamas, il vero ostacolo a una tregua sarebbe proprio Netanyahu.

Intanto, il presidente Donald Trump è intervenuto pubblicamente sulla questione, affermando di ritenere possibile una tregua e riconoscendo che a Gaza è in corso una carestia, dicendo di vedere "bambini che muoiono di fame" in televisione.

Mattarella e Meloni chiedono la fine delle ostilità

Anche da Roma giungono segnali forti. Nella serata di ieri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il premier Netanyahu, durante il quale ha sottolineato “l’urgenza di mettere fine immediata alle ostilità” e ha definito la situazione insostenibile e priva di giustificazioni.

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Meloni-Netanyahu

Parole ancor più dirette sono arrivate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio al Quirinale:

“È difficile vedere un’involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere in maniera indiscriminata”, ha dichiarato il capo dello Stato, sottolineando che la situazione è “sempre più grave e intollerabile” e che è “disumano ridurre alla fame un’intera popolazione”.

Sul fronte operativo, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha reso noto che l’Italia sta accelerando l’ingresso degli aiuti nella Striscia e ha confermato il completamento di una nuova missione di evacuazione medica, che ha permesso il trasferimento di 50 persone tra bambini malati e accompagnatori.

Presiedendo una riunione alla Farnesina sul programma “Food for Gaza”, Tajani ha aggiunto che, in coordinamento con il Ministero della Difesa, si sta valutando anche l’ipotesi di lanci aerei di aiuti umanitari per raggiungere le aree più isolate e colpite dal conflitto.