Tajani rilancia sullo ius scholare: "Meglio dare la cittadinanza a chi ha studiato che ai maranza"
Il leader di Forza Italia ha parlato di un partito in cui i vertici siano scelti alla base e rilanciato l'obiettivo 20%

Una vera "democrazia interna" con protagonisti gli iscritti.
Forza Italia riparte da questi due dogmi. Parole e musica del segretario nazionale (oltre che vicepremier e Ministro degli Esteri) Antonio Tajani.
Nel corso del Consiglio nazionale di Forza Italia, che si è svolto ieri a Roma, Tajani ha infatti ribadito la sua visione di un partito profondamente democratico, in cui siano gli iscritti a scegliere la classe dirigente, e non vertici imposti dall'alto.
La classe dirigente scelta dalla "base"
Una posizione maturata anche alla luce della sua personale esperienza politica, interamente vissuta all’interno di sistemi elettorali proporzionali, in cui il rapporto diretto con gli elettori è fondamentale, tanto che Tajani ha osservato:
"Forse perché io sono sempre stato eletto con le preferenze e il sistema proporzionale, sono assolutamente convinto che la classe dirigente di un partito debba essere scelta dalla base, dagli iscritti, e non imposta da un segretario o dai vicesegretari che sono eletti dal Congresso".
Una premessa importante per illustrare poi i programmi del partito, anche alla luce (a dire il vero non senza polemiche) delle sollecitazioni arrivate nelle scorse settimane dal numero uno di Mediaset Piersilvio Berlusconi che senza troppi giri di parole aveva chiesto programmi più concreti e volti nuovi per il partito.
Il tormentone dello ius scholae e i "maranza"
Tra l'altro, oggetto del dibattere con il figlio dell'ex premier e fondatore del partito Silvio Berlusconi era stato lo ius scholae (riguardo al quale Piersilvio Berlusconi aveva invitato appunto a soprassedere).
Un tormentone che ieri è tornato a far parlare durante l'intervento del segretario:
"Preferite i maranza, o chi va a scuola per 10 anni e poi diventa cittadino italiano? La nostra non è una proposta lassista, è invece più severa sulla cittadinanza italiana. I maranza a scuola non ci vanno e poi vanno a delinquere e diventano cittadini italiani".
E ancora:
"Io i maranza non li voglio, voglio invece ragazzi per bene, anche se sono figli di genitori non italiani, possono essere ucraini, possono essere sudamericani, possono essere di qualsiasi paese del mondo, che studiano e si formano, che sanno la lingua italiana, che conoscono la storia, la geografia, la nostra Costituzione, altro che norma lassista per incrementare l'immigrazione, è una norma più severa di quella che c'è in vigore oggi".
Nel documento politico approvato dal consiglio riguardo la cittadinanza italiana si legge:
"In Forza Italia non siamo lassisti, anzi siamo molto rigorosi anche sul tema della cittadinanza. La proposta dello Ius Italiae non significa un’attenuazione, ma al contrario un rafforzamento delle norme attuali, perché prevede l’obbligo di un ciclo scolastico decennale, nel quale apprendere meglio la lingua, comprendere la cultura, assimilare i nostri valori e il nostro stile di vita".
Il rinnovamento del partito e la svolta dei congressi regionali
Ecco perché proprio il rinnovamento del partito è stato un tema importante su cui Tajani ha dedicato un passaggio cruciale del suo intervento:
"Abbiamo già avviato un processo di rinnovamento importante con la celebrazione di oltre mille congressi provinciali e comunali in tutta Italia".
Ora, secondo il leader azzurro, è tempo di completare il percorso dando agli iscritti anche la possibilità di eleggere i segretari regionali.
Una novità non di poco conto. Una scelta che però, ha tenuto a precisare Tajani, non andrà ad intaccare l'autorevolezza della leadership nazionale:
"Chi aspira a guidare un partito deve essere in grado di gestire un’organizzazione pienamente democratica".
I "signori delle tessere" e la stoccata agli altri partiti
Il segretario ha poi sottolineato come Forza Italia, rispetto ad altri partiti, "possa contare su una base solida di iscritti reali", e non magari gonfiata da pratiche discutibili.
Tra l'altro, in quest’ottica, tra le modifiche statutarie in discussione c’è l’introduzione dell’obbligo di almeno due anni di iscrizione per poter partecipare ai congressi, una misura pensata per contrastare il fenomeno delle cosiddette "tessere dell’ultimo minuto" e l'operato dei "signori delle tessere".
E non è mancato anche un accenno proprio alle sollecitazioni di Piersilvio Berlusconi, ma anche di qualche corrente interna (qualcuno la definisce addirittura una fronda) che chiede un cambio di passo, azioni diverse in settori strategici per il rilancio non solo del partito, ma dell'intero Paese:
"Le polemiche ci saranno sempre, ma sono il segno di un partito vivo, che discute e si confronta, non un organismo chiuso o autoreferenziale. Stiamo costruendo una forza politica moderna, inclusiva e radicata".
Obiettivo 20%, cosa dice il documento del Consiglio nazionale
Ma non solo. Il documento politico approvato ieri nella Capitale indica anche gli obiettivi in termini di consenso.
Ed ecco allora tornare in auge la soglia del 20% che più volte nei mesi scorsi è stata indicata in vista delle Politiche del 2027.
Nel documento si legge:
"Sotto la guida di Antonio Tajani, che è stato eletto Segretario Nazionale di Forza Italia in un momento molto triste e molto difficile, il nostro Movimento ha saputo resistere, consolidarsi, riprendere a crescere fino a raggiungere il 10% alle europee. Non ci basta, l'Italia che vogliamo rappresentare è molto più grande. L'obbiettivo indicato dal nostro Segretario nazionale, il 20% alle politiche, è nelle nostre possibilità".