UN ALTRO PASSO

Stefano Cucchi, condannati due militari per depistaggio. La sorella Ilaria: "La verità emerge"

Maurizio Bertolino, maresciallo in servizio alla stazione dei carabinieri di Tor Sapienza all’epoca dei fatti, è stato invece assolto

Stefano Cucchi, condannati due militari per depistaggio. La sorella Ilaria: "La verità emerge"
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Si chiude con due condanne e un’assoluzione un altro capitolo doloroso della lunga vicenda giudiziaria legata alla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano deceduto nel 2009 dopo un violento pestaggio subito mentre era in custodia dei carabinieri. Il tribunale monocratico di Roma ha condannato due militari dell’Arma per falso e depistaggio, reati commessi durante le indagini sul caso.

Il capitano Prospero Fortunato è stato condannato a quattro anni di reclusione, mentre il maresciallo Giuseppe Perri sconterà tre anni e sei mesi. Entrambi hanno scelto il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. Il terzo imputato, Maurizio Bertolino, maresciallo in servizio alla stazione dei carabinieri di Tor Sapienza all’epoca dei fatti, è stato assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”.

Le accuse e i fatti contestati

Le imputazioni – a seconda delle responsabilità – erano depistaggio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, connesse alla gestione delle indagini seguite alla morte di Cucchi, avvenuta il 22 ottobre 2009 all’ospedale Sandro Pertini di Roma.

Morte Stefano Cucchi: confermata la condanna definitiva per due carabinieri
Il capitano Prospero Fortunato è stato condannato a quattro anni di reclusione, mentre il maresciallo Giuseppe Perri sconterà tre anni e sei mesi

Secondo l’accusa, Fortunato falsificò un memoriale di servizio per coprire i movimenti di due sottoposti, affermando falsamente che erano impegnati in servizi esterni, mentre uno era stato sentito in questura e l’altro lo aveva accompagnato. Perri, invece, avrebbe reso dichiarazioni fuorvianti per ostacolare la verità durante i procedimenti successivi alla morte di Cucchi.

Nel caso di Bertolino, il pubblico ministero lo accusava di aver mentito sull’esistenza di un dossier sul caso custodito nella stazione di Tor Sapienza, ma secondo il giudice non vi sono prove sufficienti per sostenere l’accusa.

Il pm Musarò: "Depistaggio sui depistaggi"

Durante la requisitoria, il pubblico ministero Giovanni Musarò ha parlato apertamente di una “attività ossessiva di depistaggio” durata per anni:

"È proseguita ininterrottamente dal 2009 al 2018, e in modo inaudito fino al 2021".

Musarò ha descritto il processo come "il più brutto di tutti", perché si trattava di depistaggi sui depistaggi, mentre in aula continuavano a comparire militari pronti a mentire, anche mentre altri loro colleghi erano sotto processo per i reati commessi.

Nel 2022, la Corte di Cassazione aveva confermato la condanna a 12 anni per omicidio preterintenzionale nei confronti di due carabinieri ritenuti responsabili del pestaggio che provocò la morte di Stefano. Più di recente, nel maggio 2025, è arrivata la condanna a un anno e tre mesi per il colonnello Lorenzo Sabatino, in un altro procedimento parallelo.

La reazione di Ilaria Cucchi: "La verità viene fuori"

A margine della sentenza, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano e oggi senatrice, ha commentato con parole commosse ma ferme:

"Due processi per omicidio. Uno per depistaggi e falsi. Ma il più brutto di tutti era questo. Depistaggi sui depistaggi. Mentre venivano processati esponenti dell’Arma, altri loro colleghi venivano in aula a mentire".

 

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In un post pubblicato sui social, ha poi ringraziato il pm Musarò per la sua determinazione:

"Sono sempre le persone che fanno la differenza. Il dott. Giovanni Musarò ha ridato fiducia a me, alla mia famiglia e, ne sono sicura, a tanti cittadini che si sono sentiti soli in un’aula di tribunale. Oggi il tribunale ha parlato di nuovo, con due condanne pesantissime".