URBANISTICA

Milano-gate, il Centrodestra chiede la testa di Sala: "Dimissioni". Ma anche il M5S: "Tolga il disturbo"

Calenda controcorrente: "Il sindaco rimanga al suo posto". Il silenzio Pd e in molti che tifavano per Sala come leader nazionale post Schlein

Milano-gate, il Centrodestra chiede la testa di Sala: "Dimissioni". Ma anche il M5S: "Tolga il disturbo"
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Urbanistica a Milano, che terremoto.

Elezioni subito (o meglio a ottobre). Un commissario fino all'insediamento di una nuova Amministrazione comunale.

Un atteggiamento garantista con il monito però che "Milano deve cambiare".

E ancora fiducia in Sala e nella sua Giunta con la convinzione che tutto verrà chiarito e si ridimensionerà.

Fiducia e garantismo per il sindaco e l'Esecutivo, ma con la preoccupazione (per molti un vero e proprio spauracchio) che l'inchiesta possa invece allargarsi e portare a un clamoroso e dirompente effetto domino.

Sull'inchiesta dell'Urbanistica nel capoluogo lombardo come prevedibile si sta sollevando un polverone di polemiche con le reazioni evidentemente diverse delle parti politiche.

Il pressing di Fratelli d'Italia: "Dimissioni di Sala" (e voto a ottobre?)

Il pressing più incisivo subito dopo l'esplosione del caso è arrivato già in queste ore da Fratelli d'Italia che senza troppi giri di parole ha chiesto le dimissioni di Sala e vorrebbe andare al voto a ottobre (lanciando probabilmente la candidatura di Maurizio Lupi).

Per il partito di Giorgia Meloni ad analizzare il "Caso Milano" sono stati il parlamentare Sandro Sisler e Riccardo Truppo capogruppo di FdI in Consiglio comunale a Milano:

"Alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari, che vedono per la prima volta un assessore in carica della giunta Sala tra i destinatari di richieste di arresto per gravi accuse come corruzione e falso, Fratelli d'Italia rinnova la richiesta di un cambio radicale alla guida della città. Milano merita trasparenza, legalità e un'amministrazione che non fugga dalle proprie responsabilità".

E ancora:

"Nonostante alcuni tendano a nascondere e minimizzare, è evidente che siamo di fronte a un sistema compromesso. Abbiamo fatto bene a far emergere le contraddizioni della sinistra sul 'Salva Milano', una legge che, come ha detto il presidente del Senato rischiava di diventare un 'Salva Sala'. Rispettiamo il lavoro degli inquirenti e, ovviamente, tutti sono innocenti fino a una sentenza di condanna definitiva, ma non possiamo non tenere in considerazione il dato politico che impone un atto di responsabilità: il sindaco Sala deve rassegnare le dimissioni".

Anche dalla Lega fiato sul collo sul sindaco: "Deve un po' di spiegazioni".

Anche dalla Lega fin dal primissimo pomeriggio è iniziato a farsi sentire il fiato sul collo al primo cittadino.

In una nota il partito ha espresso tutte le perplessità sulla vicenda e sulla gestione Sala della quotidianità amministrativa e in particolare dell'Urbanistica:

"Come sempre siamo garantisti fino a sentenza e auspichiamo che tutto possa risolversi per il bene della città, ma la richiesta di arresto per un assessore del Comune di Milano mette in serio pericolo l'immagine del Comune e rischia di affossare una volta per tutte lo sviluppo urbanistico e l'economia della città".

E ancora:

"Milano non può sopportare un nuovo scandalo urbanistico che coinvolge un membro della Giunta e uno degli operatori più in vista in città proprio per i rapporti con l'amministrazione comunale. Chiediamo al sindaco Sala di fare scelte celeri per far ripartire l'economia e lo sviluppo della città, ormai ferma da due anni a causa dell'incompetenza di una Giunta a guida sinistra che ha sbagliato ogni passo".

Fino alla stoccata finale, durissima, del comunicato:

"Ormai scoppia un caso al mese, il sindaco non può più far finta di nulla come se non sapesse cosa sta succedendo. Milano è in una situazione preoccupante. Sala va in ufficio a fare il sindaco amministrando la città o passa le giornate solo sui social? Per una volta la sinistra pensi al bene dei milanesi".

Anche Silvia Sardone, vicesegretaria del partito di Salvini e consigliere comunale a Milano (oltre che europarlamentare) chiede conto a Sala del suo operato:

"Le notizie sull'allargamento dell'inchiesta sull'urbanistica a Milano, che ora coinvolge pienamente la giunta Sala, sono preoccupanti. Siamo garantisti, ci auguriamo che tutto venga chiarito e non intendiamo alimentare processi mediatici. Resta però un fatto politico: il sindaco Sala deve spiegare cosa accadeva in Comune".

Silvia Sardone, vicesegretaria della Lega

E con tono incalzante:

"Sala negli uffici va ogni tanto? Vede che succede? O fa il sindaco solo sui social? È evidente da anni che il settore urbanistico è paralizzato, l'immobilismo della giunta è disarmante, e i progetti di sviluppo a Milano sono ormai svaniti. Non sono solo le inchieste a limitare il futuro della città, ma l'incapacità sempre più evidente di questa amministrazione: basti guardare il caos sullo stadio di San Siro, con anni persi e una gestione indecente, o la riqualificazione di Piazzale Loreto, bloccata all'improvviso. La sensazione è che questa giunta sia arrivata al capolinea, che la sinistra non abbia una visione di rilancio e che Milano meriti finalmente una svolta".

Forza Italia sulla linea del garantismo

Più attendista proprio sulla linea del garantismo Forza Italia attraverso le parole del vicepremier e segretario nazionale Antonio Tajani:

Antonio Tajani segretario nazionale di Forza Italia, vicepremier e Ministro degli Esteri
Antonio Tajani, vicepremier, Ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia

"Io sono dell'idea che bisogna essere garantisti, non si può esserlo solo quando le cose riguardano casa tua, ma sempre. La riforma della giustizia la stiamo facendo proprio per questo. Certo, poi le valutazioni politiche sono un'altra cosa e allora è chiaro anche per noi che a Milano bisogna cambiare''.

Sulla stessa lunghezza d'onda il parlamentare e coordinatore regionale azzurro Alessandro Sorte:

Alessandro Sorte, coordinatore di FI in Lombardia

"Forza Italia non userà mai le inchieste giudiziarie come clava contro gli avversari politici. Siamo una forza garantista e per noi il garantismo è un valore reale. Siamo ben consapevoli che, a parti inverse, gli esponenti del campo largo sarebbero già scesi già in piazza con le forche per chiedere le dimissioni dell'esponente di centrodestra di turno: noi siamo fatti in un altro modo, siamo orgogliosamente diversi da loro. Esprimiamo, tuttavia, fortissima preoccupazione per la paralisi urbanistica che da mesi colpisce il comune di Milano, una città allo sbando con cantieri bloccati, investitori che scappano, posti di lavoro che si perdono. Serve una svolta, l'appello è a tutti i partiti del centrodestra per trovare velocemente un candidato sindaco che porti la città fuori da questo declino".

Durissimo il M5S: Sala tolga il disturbo

Durissima anche la reazione del Movimento 5 Stelle che ha chiesto esplicitamente a Sala di "togliere il disturbo" allineandosi di fatto alla posizione di FdI e Lega.

Senza troppi giri di parole le riflessioni di Agostino Santillo, deputato del Movimento 5 Stelle, Vice Presidente della Commissione Ambiente:

"E' l'ennesimo tassello di un quadro che diventa sempre più chiaro. E a cui noi del Movimento 5 Stelle abbiamo avuto il coraggio di opporci sin dall'inizio, dicendo no al decreto Salva Milano alla Camera, da soli contro tutti, e fortunatamente ora fermo nelle sabbie mobili al Senato ma che va definitivamente ritirato".

E ancora:

"Sala si assuma le proprie responsabilità e tolga il disturbo: il danno di questa gestione empia delle pratiche urbanistiche è troppo grande per poter pensare di andare avanti come nulla fosse. Il Movimento 5 Stelle non si fermerà finché non verrà definitivamente cestinata la porcata pensata per salvare affaristi e speculatori del cemento, e continueremo a batterci per la verità. Pretendiamo che la maggioranza che sostiene Meloni ritiri immediatamente e definitivamente il decreto Salva Milano, e che si avvii un'inchiesta parlamentare per fare luce su tutti i rapporti tra politica, amministrazione e grandi gruppi immobiliari".

Gli altri, anche i Verdi contro Sala

"Sala riferisca in Aula, la politica non scappi più. Ora la risposta della giunta deve essere trasparenza e legalità".

Lo ha spiegato in una nota il rappresentante dei Verdi Carlo Monguzzi, veterano del Consiglio comunale di Milano.

Carlo Monguzzi di Europa Verde
Carlo Monguzzi dei Verdi

Una richiesta abbastanza pressante dal momento che giovedì è in programma una sedute d'Assise a Palazzo Marino.

Nel frattempo, Monguzzi ha aggiunto:

"Ora il dramma è iniziato, la magistratura farà il suo lavoro e io sono garantista. Ma la politica non può più scappare venga il sindaco in aula e ci spieghi come funziona l'urbanistica a Milano".

I sospetti di Calenda e la sua posizione controcorrente: Sala rimanga al suo posto

Controcorrente e con un'analisi singolare la posizione del leader di Azione Carlo Calenda che accende i riflettori sull'inchiesta a pochi giorni di decisioni strategiche riguardo l'annosa vicenda dello stadio di San Siro:

Il leader di Azione Carlo Calenda

Il silenzio del Pd e dei molti che tifavano per Sala come federatore e governatore

Eccezion fatta per le dichiarazioni del sindaco ("Non ci rivediamo nelle ricostruzioni della Procura"), c'è da registrare poi il silenzio assordante del Partito democratico (non una dichiarazione una, da parte di nessuno) e dei molti che facevano il "tifo" per Beppe Sala per eventuali suo nuove "avventure" dopo la conclusione del secondo mandato alla guida della città.

Perché la piega presa dall'emergere dell'inchiesta sembra già mettere a rischio il ruolo di Sala come "federatore" del Centrosinistra e forse anche di prossimo candidato governatore alle Regionali in Lombardia.